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Terremoto, 10 mesi dalla prima scossa: "Servono beni di prima necessità"

Sono passati dieci mesi dalla prima scossa di terremoto del 24 agosto scorso, ma l’emergenza in Centro Italia continua. 

Tanti terremotati hanno deciso di non allontanarsi dalle zone colpite dal sisma per non abbandonare il proprio lavoro e per preservare le piccole aziende ancora attive nonostante le enormi difficoltà. Altri il lavoro l’hanno perso e si aggiungono a quelle persone che vivevano già in dissesto economico prima del terremoto. Mancano ancora i moduli abitativi provvisori - quelli promessi da Renzi entro la primavera - consegnati col contagocce e assegnati, in molti casi, con un sorteggio che ha provocato rabbia e dissenso tra la popolazione.

In questi mesi Agoravox vi ha raccontato l’emergenza, portando la testimonianza del gruppo di volontari delle Brigate di Solidarietà Attiva (BSA) e il loro intervento di assistenza civile e politica nei comuni colpiti. Lo scorso 11 giugno, le BSA hanno riaperto la raccolta di beni di prima necessità per la popolazione del cratere del Centro Italia, e a dieci mesi dalla prima scossa, viene da chiedersi come sia possibile.

Lo Stato procede a rilento, chi è rimasto ha potuto far fronte alle difficoltà solo attraverso l’autorganizzazione, con l’aiuto di comitati ed associazioni come le Brigate che, grazie all’autofinanziamento, sono riuscite a portare generi di prima necessità, sostegno psicologico, sostegno alle aziende, sportelli informativi ed altre attività volte a coordinare la popolazione per la ricostruzione. Persino la raccolta delle macerie è in ritardo, come denunciato il 13 giugno dagli abitanti di Castelluccio di Norcia (Umbria), che hanno manifestato per strada il loro dissenso verso lo stato di avanzamento dell’intervento statale.

In questo contesto, le Brigate di Solidarietà Attiva sono costrette a riaprire le donazioni, perché ci sono ancora tante persone che non hanno i mezzi economici o logistici per poter far fronte alle proprie necessità. Nella zona di Amatrice, per esempio, i negozi non hanno riaperto e non è possibile andare a fare la spesa se non percorrendo enormi distanze su strade ancora dissestate. I media hanno perso interesse, forse torneranno per l’anniversario della prima scossa per poi scomparire nuovamente. Unica notizia pervenuta è quella sul "suggestivo" esame di maturità nei container, celebrato come vittoria del Ministero, ma che nasconde il sacrificio di studenti e insegnanti lasciati soli, che per superare l'anno scolastico hanno dovuto risolvere problemi logistici e affrontare ulteriori spese. 

I problemi non sono finiti, secondo quanto riportato dal giornalista Davide Falcioni su Fanpage, il rischio è che il Contributo di Autonoma Asistemazione, previsto dall’ordinanza della Protezione Civile, possa essere sospeso il 19 agosto in mancanza di uno specifico intervento del Governo. A scoprirlo sarebbero stati gli avvocati dell’associazione AlterEgo Fabbrica di Diritti, che offrono assistenza giuridica ai terremotati collaborando con le Brigate di Solidarietà Attiva: "I benefici economici sono concessi non oltre la data di scadenza dello Stato di Emergenza. Tale scadenza, al termine della proroga, è fissata per il 19 agosto 2017”. 

Come donare

Da Nord a Sud, i volontari stanno organizzando dei punti di raccolta beni. Per conoscere con esattezza dove, come e cosa donare si può far riferimento alla pagina Facebook Brigate di solidarietà Attiva Terremoto Centro Italia. Sul loro sito internet ci sono tutti i contatti per chiedere informazioni o chiarimenti. Inoltre, è possibile presentare la proria candidatura come volontario, andando a verificare sul posto il lavoro delle Brigate. 

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