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Tensione alta in Albania: brogli nelle elezioni a Tirana

Intanto il Presidente dell'Unione europea Manuel Barroso, rinuncia alla visita che doveva effettuare nel paese adriatico il prossimo ventun Marzo.

E' tornata l'Albania di sempre, quel paese che proprio non riesce a lasciarsi alle spalle, a vent'anni dalla caduta del chiuso regime comunista di Enver Hoxha, il sottosviluppo ed a dotarsi di meccanismi istituzionali moderni, efficienti, europei e soprattutto democratici. Quest'anno, dopo la tornata elettorale amministrativa di due settimane fa, e dopo che, trascorsi sei giorni, finalmente sembrava si potessero conoscere i nominativi degli eletti al Consiglio Comunale della capitale Tirana insieme all'identità del nuovo Sindaco qualcuno già gridava al miracolo di una nuova Albania disposta a guardare verso l'Unione europea e, finalmente, ad assumere lo status di paese candidato ad entrarne, un giorno, a farne parte.

Il processo elettorale, sempre tarando il giudizio nei confronti delle tradizioni albanesi, sembrava essersi svolto regolarmente. Ieri invece il colpo di scena: il Presidente della Commissione elettorale centrale, Ristani, ordinava il riconteggio di tutte le schede relative al voto nella capitale, non certo un'immensa metropoli ma una città di poco più di mezzo milione di abitanti, asserendo che, dal momento che molti elettori avevano inserito la scheda votata nell'urna sbagliata, non era proprio possibile stabilire con certezza chi fosse il vero vincitore delle elezioni locali di Tirana. Apriti cielo: il Partito socialista, guidato dal Sindaco uscente della capitale Edi Rama, maggior forza d'opposizione in Parlamento ordinava la mobilitazione immediata dei suoi militanti a cui si aggiungevano anche altri albanesi.

Tutti erano concordi nel denunciare il tentativo da parte del Partito Democratico del premier Sali Berisha, al potere quasi ininterrottamente da quindici anni, di consumare per l'ennesima volta brogli a suo favore al solo scopo di far assurgere alla carica di Primo cittadino di Tirana del fedelissimo ex Ministro degli Interni Lulzim Besha, che al primo scrutinio era risultato perdente per dieci voti. Ora infatti, a riconteggio iniziato, Besha è in vantaggio di circa settanta suffragi.I manifestanti ieri non solo hanno cinto d'assedio nella capitale la sede della Commissione elettorale centrale, difesa dai temibili pretoriani della Guardia repubblicana, ma hanno pure bloccato la strada a scorrimento veloce Tirana- Durazzo, guidati dal Sindaco di quest'ultima città Dako. Rama, sceso in piazza in mezzo ai suoi, ha chiesto a Berisha di “non manipolare questa volta il risultato delle elezioni giacché la situazione potrebbe precipitare da un momento all'altro e riportare il paese ai tragici giorni delle rivolte del 1997”.

Dopo l'appello lanciato da Rama all'Unione Europea ed alla comunità internazionale, a proposito l'Ambasciata americana ha fortemente criticato la decisione della Commissione elettorale, affinché il popolo albanese non sia lasciato solo nella sua lotta per la democrazia, la tensione è un po'calata ed in serata i blocchi stradali sono stati tolti. Intanto però la situazione nel paese rimane precaria e l'impressione è veramente quella di vivere in un povero paese sull'orlo dell'ennesima rivolta di piazza. Nonostante le rassicurazioni di Berisha che afferma come sia stato assolutamente trasparente il voto dell'otto Maggio e come l'Unione europea ben presto accetterà l'inizio di un processo di integrazione breve dell'Albania tra i ventisette, si avverte nell'aria, camminando per le strade di Tirana come di Durazzo, Scutari o Valona, che, come sotto il regime comunista, siano i clan mafioso- affaristici autoctoni a dettar legge. Allora vestivano la divisa del terribile Segurimi, oggi adottano cliché tipici delle cosche mafiose o camorriste della vicina Italia ma sostanzialmente il prodotto non cambia. Per loro l'importante è, con le buone o con le cattive, continuare a detenere le leve del potere economico e di quello politico, che poi sono strettamente intrecciate. Intanto, considerata la grave situazione venutasi a creare il Presidente della Commissione europea Barroso ha annullato la visita che doveva tenere a Tirana il prossimo ventun Maggio. E' una marcia indietro che sa tanto di sconfessione dei sogni e delle pretese di Berisha di avere un'autostrada a scorrimento veloce, a favore dell'Albania, verso l'adesione europea. In Italia, bisogna aggiungere, l'ex Vice-Ministro agli affari esteri Bobo Craxi ha denunciato il tentativo di Berisha di liquidare, in occasione di questa tornata di amministrative, il capo dell'opposizione Rama, con le buone o con le cattive, ed ha lanciato un appello al premier Silvio Berlusconi ed all'Unione europea affinchè intervengano subito, paventando per l' Albania un rischio Costa d'Avorio.

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