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Teatro dell’oppressione e liberazione pungente

La storia politica che rappresenta se stessa nella tristezza, apparenza e poca sostanza sul palcoscenico teatrale dall’opprimente copione

Liberazione. È questa la sensazione odierna palpante che si va respirando nelle piazze d’Italia, riempite dal popolo che non tollera più il disordine politico, l’oppressione mediatica inscenata da gente seduta a sparlare di tutto, a mentire su molto, per convincere pochi sulla fiducia da concedere loro. Tristezza, apparenza e poca sostanza hanno fatto bella mostra di sé con i personaggi del “teatro politico” in scena, ogni giorno, nei palinsesti Tv interpretando vuote rappresentazioni d’interesse per la verità e false percezioni del reale. Sono portati, sul palco mediatico, pance, presenze, copioni logori riscritti a più mani, letti e interpretati con certa disinvoltura, fogli riempiti con “oppresse promesse” capaci anche di offendere l’intelligenza degli attori-elettori.

Gli “attori politici”, e la loro volontà di governanti, spendono fiato per contendersi voti in cambio di “vuoti a rendere” al migliore offerente di cieca fiducia in ciò che non sanno più fare, per quello che hanno male già fatto e per quanto vorrebbero continuare a rifare. Ogni mattina e anche di sera il popolo spera di poter riscoprire un nuovo “teatro liberatorio” nel quale la gente ridiventa sociale, torna a poter parlare di sé, interpretando la voglia di continuare a crescere, lavorare e lottare per il futuro, modellando i bisogni e testimoniando d’esistere. L’Italia si vuole riprendere se stessa dopo anni di delega in bianco concessa a uomini che hanno fatto teatro politico rinchiudendo la gente nella Tv fatta da loro, trasmessa dentro visione limitata di parte, negando, sempre, di tutto e portando sul palco il sorriso dell’opprimente visione del potere.

Ci vuole un teatro di liberazione nel quale interpretare tutti se stessi liberamente come popolo d’Italia che scende per piazze, fa parlare di sé, della sua unica e ferma intenzione di liberarsi da ciò che lo opprime con l’apparenza di titoli mai posseduti, offese formulate in diretta, parole dette e poi ritrattate, intelligenti stupidaggini costruite per la giostra mediatica e null’altro a servire per confondere e dividere l’intera Nazione. Oggi l’Italia ha la possibilità per diventare personaggio attivo che agisce, protagonista della scena affermando l’idea che esiste come “unità” direttamente coinvolta, trasportata dalla scena alla realtà “sovrana” di potere incidere sul proprio destino per liberarsi dal senso d’oppressione.

Occorre sapere, agire e rivalutare le conseguenze prodotte dal proprio operato e a ogni manifestazione salire sul palco per liberarsi da un vecchio sé d’elettori passivi che hanno molto creduto e concesso oltre ogni decente misura ma che oggi sente la svolta possibile della catarsi liberatoria. Il corpo rappresentato e la volontà dei rappresentanti intervistati con strumenti partecipativi per fare interloquire le parti, per tradurre, in concreto, il diritto del cittadino, che incarna la volontà popolare di un “governo pubblico”, con cinque capisaldi: emozione positiva per la politica, coinvolgimento, significato, realizzazione e buoni rapporti, sempre. Si assiste al teatro liberatorio nelle piazze d’Italia ove il singolo uomo riporta se stesso al centro della scena politica come elettore contribuente della democrazia con il suo voto a fondamento della Repubblica, membro attivo dell’auto-governo del popolo.

Teatro dell’oppressione” dal quale trasformare quanto subito in effettiva e continua partecipazione di tutti alla comunità politica e all’economia sociale d’Italia che a buon diritto esiste e non resta che manifestarla per far rifiorire un’intera Nazione. Flusso, significato, amore per la “vita pubblica”, gratitudine per tornare a essere Popolo, crescita civile e rapporti migliori, sono le linee guida da interpretare. Applicando i sogni d’unione alla vita che si desidera e diventando potenti esecutori di democrazia partecipata, rimettere in “scena”, salire in alto e dichiarare l’impegno per l’Italia di tutti. Il racconto collettivo è la forza della liberazione che riassume e si assume la corresponsabilità dell’esistenza. “Entrare nelle vere questioni per entrare insieme nelle vere risposte”.

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