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 Home page > Tribuna Libera > Taxi e farmacie: che fare?

Taxi e farmacie: che fare?

La democristiana Merkel ci ricorda che i governanti devono “servire il popolo” e se questo fosse lo spirito con cui il pio cattolico Monti si appresta a riformare i servizi resi dai taxi e dalle farmacie dovrebbe proprio regolarsi così:

- Nessun titolare di licenza per auto pubbliche deve aver ricevuto condanne penali definitive

- La licenza non deve costare nulla e non vi deve essere un limite numerico. Il numero dei taxi lo decide la richiesta del mercato, e nessuno spende soldi per l’auto e paga le tasse se ciò non gli conviene.

- Solo il titolare della licenza può guidare il proprio taxi e nessuno può possedere più di una licenza.

- Le tariffe devono essere chiare, apparire solo dal tassametro, uguali in tutta Italia, e si deve conoscere con esattezza il costo per km.

Questa sarebbe una liberalizzazione a favore del cittadino che potrebbe trovare facilmente un taxi quando ne ha bisogno ed a costo certo.

Per le farmacie, strutture che si passano da padre in figlio, e che sono diventate più profumerie e spacciatrici di falsi prodotti di bellezza, la cura dovrebbe essere più drastica e portare progressivamente questo servizio dentro la Sanità Pubblica, facendone un presidio sanitario sul territorio, con servizio di Pronto Soccorso per piccole emergenze, con un medico sempre presente, e con il permesso di vendere solo l farmaci approvati dalla Commissione unica del farmaco.

Qui non si tratta di liberalizzare, ma trasformare aziende a carattere speculativo in presidi sanitari sul territorio a totale vantaggio dei cittadini e della loro salute.

Servire il popolo è possibile, basta volerlo fare.

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