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Tasche zero, e non tasse zero

Gentilissimo ministro Giulio Tremonti,

le scrivo per informarla che i conti non tornano.Lo stipendio medio di un cittadino italiano (che lavori, e con un contratto stabile), viene stimato da Eurispes in 14.700 euro netti all’anno, cifra inferiore del 44% alla corrispondente inglese, e del 28% alla corrispondente tedesca.

Tasche zero, e non tasse zero

A questa cifra vanno sottratti:
. 12 mesi di affitto, che calcolandone uno medio di 600 euro, equivalgono alla cifra di 7200 euro.
. i costi delle varie utenze, che spalmati in anno corrispondono a una cifra forfettaria di almeno 1900 euro (mantendo bassi i consumi)
. l’assicurazione di una autovettura, 700 euro (se non si sono fatti incidenti e non si chiede di essere assicurati contro furto e incendio)
. il bollo di una autovettura, 110 euro
. la benzina di una autovettura, 720 euro (limitando molto gli spostamenti)

Sottraendo i costi allo stipendio netto annuale otteniamo la cifra di 4070 euro, diviso per dodici, 339 euro.

339 euro al mese, 85 euro a settimana, per provvedere a comprarsi da mangiare, i vestiti, e non venga in testa la malsana idea di andare a cena fuori.
E che non si guasti un elettrodomestico che son dolori...

Detto questo è superfluo considerare i vostri tagli agli stipendi dei parlamentari una totale bestialità, che dovrebbe far arrossire di vergogna qualsiasi deputato.
Privare il proprio stipendio, equivalente a circa 16000 euro netti al mese e non all’anno (al netto dei bonus), di 1600 euro (il 10%) è una pagliacciata che fa solo incazzare.

E non solo perché rimane un dislivello allucinante, non solo perché facendo così vi garantite il podio dei campioni di umanità (soffriamo insieme, che c’è la crisi), ma perché, per quanto stiate sostenendo il contrario, questa manovra la pagheremo noi.
 
Non ci saranno tasse. Almeno a quanto dite.
Ma ci saranno tagli alla sanità, pensionamenti bloccati e blocco del turn over.
Ovvero: se ad oggi per avere un appuntamento devo aspettare un mese, due o tre nella florida Toscana, dove il pubblico è un fiore all’occhiello che chiude i bilanci in positivo, riducendo il personale, aspetterò almeno il doppio.

E non solo.
Un dipendente pubblico sanitario che ad oggi lavora un tempo normale, un turno, sarà costretto ad aumentare il proprio orario di lavoro facendo straordinari forzati (molto tassati, tra l’altro), non potendo così garantire al proprio fisico il riposo necessario a lavorare in corsia. Già ad oggi numerosi sono gli ospedali che chiedono al personale infermieristico di fare turni su turni, magari fare alcune notti di fila o di rientrare da una notte il pomeriggio seguente, senza riposo. Le aziende sanitarie, che certo non possono pensare di lasciare un reparto senza personale, dovranno trovare i fondi da altre parti, così che è molto probabile che il materiale con cui lavoreranno i nostri medici ed infermieri sia di pessima qualità.
Che poi nessuno venga a parlare di malasanità.

E’, credo, il primo vero passo per privatizzare la sanità (o è già stato fatto?) senza che i cittadini se ne accorgano. Al momento in cui gli ospedali non saranno in grado di curare e ricoverare in tempi brevi per mancanza di materiale e personale, i cittadini sceglieranno il privato, incentiveranno quel tipo di assistenza, a scapito di ciò che dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello, il pubblico.

Il problema è anche un altro. C’è bisogno di un po’ di soldi per pagare le strutture private. E se i pensionamenti saranno bloccati, se il turn over sarà bloccato, ci saranno sempre meno persone in età lavorativa impiegate stabilmente. Questo significa che molte meno persone riusciranno a percepire quel misero stipendio medio sopra citato, magari andando a ingrossare le fila dei cassaintegrati o dei disoccupati.

Adesso sembrerà una banalità anche a lei dire: "non toccheremo le vostre tasche", perché vede bene, le trovereste vuote.

Se volete scrivere questa lettera, o integrarla in qualche modo, andate qui: e speditela. Io l’ho fatto e sono ancora vivo.

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