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Taglio dei parlamentari: legge figlia dell’antipolitica

Il taglio dei parlamentari è passato con 553 sì, 14 contrari e 2 astenuti. Questa legge è figlia della stupidità e della paura, dell'antipolitica. La stupidità di chi misura il ruolo del parlamento con il risparmio di soldi, e confonde il privilegio dei singoli con la funzione da essi esercitata. La paura dei parlamentari di andare alle elezioni anticipate e perdere lo scranno, la"cadrega".

Se i parlamentari sono una casta, il parlamento non è una casta, se i politici sono una casta, la politica non è una casta. E così, invece di ridurre privilegi, le indennità, i benefit, i rimborsi dei parlamentari, hanno ridotto la rappresentatività del parlamento.

Questa legge non colpisce i singoli parlamentari, ma il Parlamento e la politica. É legge dell’antipolitica, che svalorizza la politica. E’una legge che, per quattro soldi (70 milioni annui), svende il ruolo del Parlamento, perché considera e valuta i parlamentari e il ceto politico come casta, e la democrazia come costo da tagliare.

Hanno detto e dicono che l'approvazione di questa legge è una vittoria del MOV5s. Non è così, questa legge è l'esito inevitabile della guerriglia trentennale contro la politica iniziata da Pannella, con la battaglia contro la partitocrazia e le ideologie, non ostacolata dalla sinistra.

Una guerriglia, che ha rubato alla politica la sua anima: l'ideologia e la lotta, riducendola a a spettacolo, a pubblicità. Le premesse per distruggere la sacralità dell’attività parlamentare, che diventa un lavoro come un’altro, e svalorizzato il suo ruolo rispetto all'esecutivo e al potere economico e finanziario.

E' una legge che non nasce per regolare i rapporti tra legislativo ed esecutivo, per efficientare e semplificare il sistema decisionale, per adeguare i tempi della a quelli dell'economia. Non nasce per rafforzare l’esecutivo, anche se produce questo effetto ed altri connessi: un esecutivo forte, un Parlamento debole, un partito autoritario e una minoranza silenziosa che non disturba il manovratore.

E’ una legge che nasce per risparmiare, per far voti per i presentatori, ma con effetti sul sistema decisionale. E’ il suicidio del Parlamento, la sconfitta della democrazia rappresentativa, il trionfo dell'anti politica. E' una legge che ostacola più che favorire il processo di costruzione dell’Europa politica e della democratizzazione dei suoi organismi. 

I poteri strappati al nostro parlamento e alle nostre regioni a statuto ordinario, confluiscono nel nostro esecutivo ed, attraverso di esso nel sistema intergovernativo europeo, che è il luogo dei nazionalismi e degli scontro di interessi tra gli stati, un macigno contro la costruzione dell’Europa politica.

Foto: Wikimedia

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