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Terremoto In Abruzzo: Dio Mio, aiuta questa gente che nulla ha fatto di male

L’Aquila. Case rase al suolo, trasformate in detriti. Sacrifici diventati polvere che volano nel vento fino a solcare i visi sui quali già scorrono lacrime amare: dietro l’angolo, morti e feriti sotto le macerie. Gente in ginocchio. E’ la scena di una vicenda dolorosa, un dramma in cui si vede il dopo terremoto: “Dio mio, aiuta questa povera gente che nulla ha fatto di male”. 

Dal Vaticano Papa Benedetto XVI prega per le vittime, i bambini e i soccorritori impegnati sui luoghi del disastro: Onna, Castelnuovo, San Gregorio (frazione de l’Aquila) paesi tra i quelli più colpiti che, messi insieme, contano oltre 50mila sfollati. 251, i morti e 179 feriti molto gravi.

E come se non bastasse, nel grigio dipinto di grigio, anche la morte di un capo squadra dei vigili del fuoco, Marco Cavagna che stava prestando aiuto alle popolazioni colpite dal sisma insieme con i suoi colleghi quando è stato colto da un improvviso malore. Marco lascia la moglie e due figli.

In questo oscuro e triste scenario un timido raggio di luce: 150 persone estratte vive dalla macerie tra i quali una ragazza di 21 anni, Francesca la prima ad essere estratta dalle macerie di una palazzina di quattro piani, il salvataggio, l’altro giorno, è stato possibile grazie all’intervento dei cani che l’hanno individuata sotto le macerie.

Inoltre, i vigili del fuoco hanno estratto anche una bambina di due anni. A salvarla, facendole scudo con il proprio corpo, sarebbe stata la madre, morta nel crollo dell’abitazione.

Centinaia, i volontari, uomini e donne della Protezione Civile, medici e infermieri, vigili urbani e vigili del fuoco arrivati in Abruzzo da tutta Italia: dal Lazio, dall’Emilia, dalla Lombardia, dalla Campania.

Una straordinaria gara di solidarietà che non si arresta.



Ammonta complessivamente a 1.640 unità il personale dei vigili del fuoco inviato in Abruzzo per l’emergenza terremoto. Inviati anche 677 mezzi. Sono stati istituiti cinque centri operativi misti: L’Aquila, San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica. Presenti sul posto 71 unità Saf (speleo-alpino-fluviali) e 31 unità cinofile. Allestiti 4.320 posti letto e 15 gruppi elettrogeni per tendopoli. Tre sono i campi base: all’Aquila, Barisciano e Bazzano. 

Ecco, questi sono solo alcune azioni meno tristi, ricche di solidarietà che ti fanno venire la pelle d’oca per la gioia e l’orgoglio di essere Italiano.

Anche se nello sfondo rimane un velo d’incertezza su “quanto poteva essere previsto e quindi evitare tanti morti”. La riflessione suscita nell’animo di tanta gente dopo che Giampaolo Giuliani, uno scienziato italiano, tecnico dell’Inaf presso i Laboratori nazionali del Gran Sasso, già nel mese di marzo scorso, aveva preannunciato un terremoto disastroso che entro la fine del mese avrebbe dovuto scatenarsi proprio in Abruzzo, esattamente a Sulmona.

Il tecnico, al quale è stato inflitto un avviso di garanzia per procurato allarme, su denuncia del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, chiede ora che “gli siano rivolte le scuse”.

Ma gli esperti tengono a ribadire che “non esiste alcun metodo per prevedere il tempo e il luogo dell’accadere di un terremoto”. Al riguardo però, vanno tenute in conto alcune fonti enciclopediche che riportano tentativi di prevedere il tempo e luogo dell’accadere di un terremoto. Si tratta di veri successi ottenuti negli ultimi anni in Cina, Giappone, Russia e Stati Uniti, paesi maggiormente impegnati in questa ricerca. Nel 1975 i cinesi riuscirono a prevedere il terremoto di Hanshan, di magnitudo 7,3, e disporre l’evacuazione di 90.000 abitanti solo due giorni prima che il sisma distruggesse o danneggiasse il 90% degli edifici della città. Per effettuare la previsione, i sismologi si basarono sull’analisi della serie di scosse di piccola magnitudo iniziate cinque anni prima.

Gli scienziati cercano di individuare altri indizi potenziali dell’incombere di un terremoto in rigonfiamenti della superficie terrestre e in variazioni del campo magnetico della Terra, del livello dell’acqua nei pozzi, e anche del comportamento degli animali domestici.

Un nuovo metodo allo studio negli Stati Uniti si propone di misurare l’accumulo della tensione crostale.

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