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TAP: il progetto che vuol sfidare la TAV a suon di proteste e manifestazioni

In data 25 maggio il consiglio dei ministri ha ratificato, nell'o.d.g n°5, un "disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo fra l’Albania, la Grecia e l’Italia sul progetto “Trans Adriatic Pipeline”, che dà attuazione all’intesa siglata dai tre Paesi il 27 settembre 2012 a New York per la realizzazione di questo nuovo importante gasdotto.

Secondo il comunicato stampa dell'o.d.g. "il progetto costituisce per l’Italia un utile strumento per diversificare fonti energetiche e fornitori di energia, con positive ricadute dal punto di vista della sicurezza". L’Accordo, frutto di un intensa attività negoziale che ha da tempo impegnato l’Italia, stabilisce i principi di collaborazione fra le Parti ed il sostegno al progetto, prevedendo che le disposizioni in merito al trasporto siano conformi ai dettami della libera circolazione nonché ai Trattati dell’Unione europea, della Carta dell’Energia e dell’Energy Community; riconosce l’importanza del gasdotto impegnando i contraenti a facilitare le procedure di autorizzazione per la sua implementazione; evidenzia la necessità di rispettare standard uniformi con riferimento alle normative tecniche nonché in materia di sicurezza, ambiente e lavoro".

Il progetto Tap è gestito e sviluppato da una join venture composta dalla società tedesca E.ON Ruhrgas, la società norvegese di servizi energetici Statoil e Axpo, con sede in Svizzera, comunque aperta a nuove partecipazioni.

Il progetto, ribattezzato "il corridoio meridionale del gas", avrà la funzione di assicurare ulteriori forniture di gas e far fronte al crescente fabbisogno energetico, oltre quello derivante già dalle forniture provenienti dal territorio russo.

Il progetto TAP propone quindi, il collegamento più diretto per il trasporto del gas naturale proveniente dalla regione del mar Caspio: dalla zona presso il confine tra Grecia e Turchia, attraversando Grecia, Albania e il mar Adriatico per giungere sulle coste meridionali dell’Italia. Infatti, con una capacità annua di circa 10 miliardi di metri cubi di gas naturale, il gasdotto amplierà le possibilità di approvvigionamento di gas per l’Europa, contro i 193 c.ca miliardi di metri cubi dei quali il 70% è destinato all'Europa, fornendo un servizio complementare a quello russo.

Le stime economiche del progetto non si conoscono ancora ma l'UE ha già stanziato alcuni fondi per il progetto: uno nel 2005 per lo studio di Fattibilità, l'altro nel 200 per lo studio di Basic Engineering. Anche l'Eni, in collaborazione con Gazprom, si sta accordando sulla gestione del progetto per la parte finale del tragitto del gasdotto, quello che si dovrà costruire sul suolo italiano, ma il progetto non dispone ancora di tutte le autorizzazioni necessarie per avviare la procedura autorizzativa.

In prima linea contro l'inizio dei lavori del gasdotto TAP, che sarà lungo circa 800 km, si sta mobilitando il Comitato no-Tap, un coacervo di cittadini, pescatori, ambientalisti e istituzioni di Caprarica, di Lecce, di San Foca (Melendugno) e dei paesi limitrofi alla costa salentina. Il no-Tap si è reso portavoce del malcontento cittadino e, grazie alla tenacia e determinazione dei tanti che ormai ne fanno parte, raccoglie giorno dopo giorno consensi anche da parte delle istituzioni locali.

In particolare l'angoscia civica è posta sul problema dell'impatto ambientale che il progetto potrebbe creare, nonché potrebbe avere ripercussioni sul turismo, fonte di guadagno per tutta la comunità.

Il 16 gennaio 2012 si svolse un incontro tra i responsabili TAP e la cittadinanza di Melendungno (Lecce), nel quale i primi rassicurarono la cittadinanza sull'impatto ambientale quasi nullo e, come se fosse una gentile concessione, il cantiere sarebbe rimasto chiuso per tutta la stagione estiva per non intralciare il flusso turistico che in quelle zone è molto copioso. Inoltre i rappresentanti del progetto hanno illustrato alcuni benefici che la costruzione del gasdotto potrebbe avere non solo sulla popolazione del basso Salento, ma su tutto il territorio italiano e non.

La perplessità del comitato e della cittadinanza dei 4-5 Comuni interessati resta alta.

 

 

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