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Svizzera: referendum per espellere gli stranieri che commettono reati

Cioccolata amara.


Il 28 novembre 2010, la Svizzera voterà un tema nazionale che divide l'opinione pubblica. Il dibattito è sfociato nell'iniziativa popolare "Per l'espulsione di stranieri che commettono reati" lanciata dalla destra conservatrice: UDC, se fosse accettata diverrebbe una delle leggi più restrittive d'Europa. La campagna elettorale si fonda su un manifesto dove c'è una pecora bianca che dà un calcio a quella nera.

Il governo e il parlamento federale, preoccupati di soddisfare le rivendicazioni popolari di una parte degli elettori, raccomandano comunque di votare un contro-progetto e di respingere l'iniziativa. La quale prevede l'espulsione automatica degli stranieri per tutta una serie di delitti gravi e meno gravi, ma non tiene conto di quelli nati in Svizzera, né della durata della loro permanenza. Il contro-progetto simile all'iniziativa, tuttavia contiene una differenza, che è quella di applicare il diritto internazionale da individuo a individuo.

Alcuni paesi come il Belgio non espellono gli stranieri di seconda generazione, la Francia vieta il rinvio per quelli arrivati prima dell'età dei 13 anni e che risiedono da oltre 20 anni, inoltre la legge spagnola vieta l'espulsione degli stranieri nati in Spagna, o che sono arrivati da molto tempo, il giudice esamina caso per caso la loro situazione familiare e il legame con il paese di origine. Danimarca, Germania e Austria hanno anche loro una legge severa di rinvio automatico, però queste leggi contengono dei dispositivi inapplicabili nei fatti.



La Svizzera ha una sua particolare storia nei flussi degli emigranti che sono pervenuti fino a lei, quelli più importanti li troviamo negli anni 50-60-70-80. Il patronato svizzero in concordanza con le autorità di allora, pensarono di richiedere una manodopera a basso costo non qualificata, che potesse rapidamente spargersi nei vari settori espansivi dell'economia di quell'epoca, in pieno boom nelle fabbriche di orologi o sui cantieri, nella ristorazione, pulizia degli ospedali e donne in qualità di domestiche nelle case dei benestanti. Cercarono delle braccia lavorative all'estero, le quali partivano dal loro paese d'origine e arrivavano con un contratto. Principalmente dall'Italia, seguiti dalla Spagna, Portogallo, etc. Max Frisch, scrisse: “aspettavamo delle braccia sono arrivati degli uomini”.

All'inizio parecchie persone ricevevano un permesso stagionale, dava il diritto di lavorare per 9 mesi, dopodiché rientravano nella loro patria e ritornavano la stagione successiva. Questi lavoratori non avevano il diritto al ricongiungimento familiare. Man mano che l'espansione cresceva gli stranieri ottennero un permesso più stabile, rinnovabile di anno in anno ma che questa volta permetteva anche alle famiglie di congiungersi. Dopo 10 anni di soggiorno consecutivo, il permesso C (poi abbassato a 5 anni). Quest'ultimo permise a migliaia di stranieri di stabilirsi definitivamente, con una certa sicurezza anche senza richiedere la cittadinanza elvetica.

Attualmente su circa 7 milioni di abitanti un po' meno del terzo è di origine straniera. Certe comunità sono alla quarta generazione perché il passaporto svizzero non lo si ottiene alla nascita né nel matrimonio. Inoltre vige già una legge per il delitto di clandestinità, e una legge severa per i "criminali", ne vengono espulsi in media 700-800 l'anno. "L'iniziativa" prende di mira esclusivamente le persone che ci vivono da tanti anni, non fa nessuna differenza tra chi sta lì da sei mesi da chi ci è nato. Il ritiro del permesso di soggiorno potrebbe raddoppiare per motivi puramente economici, così come si potrebbe vedere ritirare la cittadinanza chi ottiene la doppia nazionalità. Delle misure restrittive non ben definite che vanno dal reato di un lavoro non dichiarato all'abuso della disoccupazione o dei servizi sociali, fino ad altre bagatelle di rilevanza minore.

Nei matrimoni misti delle persone verrebbero divise, per assurdo che sia. C'è anche un sentimento diffuso non troppo chiaro di cosa succederà dopo il 28 novembre. Ma appare evidente che i promotori dell'iniziativa tentano di risparmiare una buona parte dell'economia, sugli stranieri, ormai sono a rischio di dipendere dallo stato in caso di indigenza dovuta alla "crisi". Oppure semplicemente a causa degli accordi bilaterali, il "famigerato" permesso stagionale completamente archiviato, si cerca una via per fare il cattivo e il brutto tempo sulla pelle degli "altri". I partiti di sinistra raccomandano di votare 2 X NO, il motivo è davvero palese.

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