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Svanisce il ponte sullo Stretto: i fondi europei cambiano rotta

Dopo vari proclami, il progetto del ponte sullo Stretto sembra svanire nel nulla, in barba alle promesse del Premier. Fatale il ritiro dei fondi europei. Il Governo tace, ma si tratta dell’ennesima promessa mancata da parte dell’esecutivo.

L’Europa ritira il finanziamento per il ponte sullo Stretto. L’Ue, infatti, preferisce dare priorità al collegamento tra Helsinki e La Valletta. Forse il Governo italiano ha temporeggiato troppo o più probabilmente non c’era la volontà politica di portare a termine l’opera; si trattava solo della solita propaganda berlusconiana tesa ad ingraziarsi il consenso degli elettori siciliani. E pensare che, in prospettiva ponte, a Messina era in atto un ambizioso progetto di rete stradale per rendere più operativa la città.

E invece si tratta della solita presa in giro, l’ennesima promessa mancata da parte di Silvio Berlusconi. Dopo aver rinviato di anno in anno la posa della “prima pietra” adesso il progetto svanisce nell’indifferenza della politica. Anche se ormai è una consolidata abitudine per il Premier disattendere le promesse fatte agli italiani, sarebbe auspicabile un immediato chiarimento da parte del Cavaliere.

Ovviamente la città di Messina necessitava d’interventi più urgenti della grande infrastruttura: vedi messa in sicurezza dei centri montani, risanamento e bonifica del territorio e dell’urbanistica. Di certo i sostenitori comitato “No Ponte” presenti nel capoluogo peloritano esulteranno, ma stiano pur certi che lo stanziamento non servirà a coprire le altre lacune del messinese, ma sarà destinato ad altri territori; un modo come un altro per darsi la zappa sui piedi, andando contro gli interessi economici della propria città.
 
Messina ha perso una grande occasione per il suo sviluppo, e probabilmente si tratta dell’ultimo atto di una commedia che dura da circa un secolo. Anche se questo Governo sembrava davvero determinato quanto convincente, e non mi sarei mai aspettato una marcia indietro così evidente.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.152) 20 luglio 2011 20:00

    Miraggi >

    Secondo Tremonti “non è scritto” che i fondi Europei debbano essere amministrati dalle Regioni. C’è un’enorme quantità, osserva, che non viene spesa. Tremonti suggerisce così una “regia nazionale” e la “concentrazione sulle cose grandi”.

    Proprio come per i 6,2 miliardi di fondi Pon, a disposizione congiunta di Tremonti e Gelmini, che sono stanziati dalla UE per la ricerca e lo sviluppo in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Fondi pari al costo annuale dell’intera Università italiana e che farebbero crescere del 60% il Pil di ricerca/sviluppo delle 4 regioni meridionali.

    Peccato che, dopo ben 3 anni dall’assegnazione, dei suddetti 6,2 miliardi il duo Ministeriale abbia impegnato meno di 1/5 ed erogato appena il 10%.
    Peccato che per 5 volte i Commissari UE abbiano bocciato il sistema nazionale di “governo, controllo e monitoraggio”.

    Nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino cambiano le scene, ma non cambiano i personaggi …

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