• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Superbia è lussuria dell’animo

Superbia è lussuria dell’animo

Vuoto e futile ostentare anche oltre decenza è l’uomo intriso di superbia che non sa uscire da sé

Nella superbia, da sempre, vi è la radice dell’azione malvagia. L’orgoglio è causa di grande inquietudine e rovina. L’arroganza occupa la mente dell’infelice uomo e tende a distruggere altre virtù. La superbia è il vizio dei “perfetti”, tali presuntuosi sempre vincenti, persone credenti nell’infallibilità di ogni loro azione. Nei superbi c’è l’illusione di essere “dio” di ogni circostanza, superiori a tutti, allontanando cuore e mente dall’umiltà. Soltanto conoscendo i propri limiti, è possibile mantenere lo spirito desto, vigilare nei giorni di vita e domare i propri aspetti di forza, per non rovinarsi. Potere e superbia offrono all’uomo la tentazione di credersi al centro del mondo, dominatore con fama, eccessi e facile perdita della misura. La superbia è l’alea di chi ha raggiunto importanti e noti successi che fanno perdere il contatto con la verità di se stessi. È orgoglio col quale con facilità si arriva a disprezzare tutto e tutti e con sé portata la priorità dell’avversione al prossimo.

Titoli, sapere, prestigio, conducono, sovente, a deridere gli altri per esaltare se stessi, in un delirio continuo di onnipotenza e perfezione che rompe l’ordine del creato e porta allo scontro frontale con i propri simili. Il desiderio di accumulare potere, soldi, è minato dalla volontà di affermarsi, con ogni mezzo, come numeri uno. Il vizio della superbia attanaglia molti e si annida nell’animo gonfiando l’uomo fino a portarlo al vuoto e futile ostentare oltre la decenza. La superbia, con l’orgoglio, in blocco unico, penetra nelle buone azioni, contamina i discorsi, influenza e insidia i pensieri giusti e altera la percezione umana con permissive giustificazioni. Con la superbia, il soggetto contempla la propria grandezza, dimentica origini e sorgente di ogni possibile bene, edulcorando atti di carità personali apposti per glorificarsi e darsi importanza.

Equilibrio e cura fanno la differenza, con l’intento di non sacrificare essenziali aspetti del bene e con l’obiettivo d’agire ispirati senza stonare. Il superbo vive le relazioni in costante competizione con gli altri, avvolto da giudizio e disprezzo, provando allergia a ogni discorso di cui lui non sia l’oggetto o non può mostrare superiorità di sapere. In lui vi è gran bisogno di essere riconosciuto e approvato e ciò provoca nei suoi interlocutori forte irritazione per tale invadenza, nella quale, questi ultimi, ravvisano nel superbo un tono pungente, stretto sorriso sulle labbra, battutina sarcastica, irrigidimento fisico e mentale. Superbia, dunque, come possesso di sé e dell’altro, che forgia l’orgoglio in dissoluto spirito. L’amore richiede di uscire da sé e dichiarare di non potere bastare a se stessi, pensando agli altri uscendo dalla schiavitù del giudizio e della conquista sull’altro ad ogni costo.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares