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Succede(re) a destra

Se a sinistra i giochi appaiono fatti ed il futuro, come il presente, si chiama Matteo Renzi (ma a manca, si sa, manco a dirlo, le sorprese non mancano mai), a destra il dopo Silvio Berlusconi assume un carattere storico, come ai tempi dell’impero Romano: si apre il “problema della successione.

I criteri con cui si procederà, proprio come nell’antica Roma, sono di tre tipi: con l’adozione del più degno, ma ad Angelino Alfano, ormai lo sappiamo, manca il “quid”; per acclamazione (ma l’unico che gode di un entusiastica ammirazione è solo Silvio), le speranze per Matteo Salvini non sembrano concrete.

Quindi, non rimane che il terzo criterio, la successione dinastica, l’impero passa dal padre al primogenito maschio o ad un altro membro della sua famiglia. Questo tipo di successione si concretizzava in uno scontro aperto, spesso una guerra, tra le parti in causa. A quei tempi, non vi era nulla di certo in fatto di figli, infatti, come dal cilindro di un mago, strapieno di sorprese, appariva un figlio concepito fuori dal matrimonio, ed a lui veniva affidato il regno. Ora, considerata l’impegnativa vita sessuale del Cavaliere, non è escluso che possa presentarsi un altro figlio quale unico e degno erede al trono. E se fosse proprio Matteo?

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