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Stupro Roma: Alemanno reagisce mettendo per strada 150 rifugiati politici somali

In seguito ad uno stupro il Comune di Roma ha fatto sgombrare ieri l’ex ambasciata somala, mettendo sulla strada più di 150 rifugiati politici (70 quelli riconosciuti ed identificati). Trattati ingiustamente come fossero immigrati irregolari da ieri notte vivono al freddo, privi di una sistemazione. Adesso protestano al Campidoglio e aspettano una tavola rotonda con le istituzioni. L’intervista di AgoraVox alla presidentessa dell’Associazione Somali Osman Lul.

La loro condizione di rifugiati non li ha mai visti tutelati del tutto: da più di sette anni infatti oltre 150 persone vivevano all’interno dell’ex Ambasciata in via dei Villini a Roma, quasi dimenticati, finché venerdì scorso un fatto grottesco ha risvegliato l’attenzione: uno stupro consumato ai danni di una giovane ragazza croata consumato da quattro somali già assicurati alla giustizia grazie all’intervento degli stessi occupanti. “Siamo stati noi ad avvisare le forze dell’ordine – afferma il ventitreenne somalo Zaccaria ad un giornalista del Tempo – Intorno alle 21 abbiamo sentito le grida della ragazza provenire dall’ex sala delle conferenze, al piano terra. Nello stabile non c’è luce quindi abbiamo sceso le scale con cautela. Una volta arrivati abbiamo fermato i quattro e soccorso la giovane. Poi è stata avvisata la polizia”.

La reazione politica però è stata dura e rapida: invece di constatare la precaria situazione in cui si trovano a vivere i rifugiati e cercare una soluzione alternativa si è deciso di buttarli fuori dall’edificio, che potrebbe addirittura venire chiuso e murato per impedirne l’accesso.

Dopo lo sgombero 72 rifugiati sono stati identificati dall’Ufficio Immigrazione e subito rilasciati (privi di una sistemazione ieri si sono accampati vicino Porta Pia). In circa 200 poi, non sapendo dove andare né dove dormire, hanno tentato di rioccupare l’ex ambasciata ma sono stati respinti da una carica della polizia.

Irremovibile è l’opinione del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno che (dimenticando la condizione di rifugiati politici) dichiara: “Quel posto va chiuso e tutti gli occupanti espulsi”. Comincia anche il rimbalzo delle responsabilità. L’assessorato alle politiche sociali non è pronto a prenderli in carico e dall’ufficio dichiarano che in quanto rifugiati politici l’assistenza non è di competenza del Comune di Roma, ma spetta allo Stato.

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Intervista alla presidentessa

dell’Associazione Somali Osma Lul

 

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Osman Lul Mohamed è presidente dell’Associazione donne somale e fa parte della consulta delle rappresentanze straniere del comune di Roma. L’abbiamo incontrata per farci raccontare cosa sta accadendo in queste ore.

Salve Osman Lul, cosa sta accadendo?

Succede che in seguito ad uno stupro hanno preso tutti i ragazzi che vivevano all’ex ambasciata e li hanno portati in questura per identificarli.

Ecco, da questa vicenda c’è stato un seguito.

Sì, sono stati tutti buttati fuori dall’ambasciata e adesso ci troviamo con più di cento persone per strada (non sono 70, che sono solo quelli identificati).

Sono rifugiati politici ma vengono trattati quasi come fossero clandestini?!

E’ giusto ricordarlo: loro sono rifugiati politici con regolare permesso di soggiorno. Alcuni hanno asilo politico, altri sono qui per motivi umanitari e adesso vengono buttati in mezzo alla strada. Non possono andare in un altro Paese europeo perché c’è la Convenzione di Dublino che li blocca in Italia.

La politica come ha reagito?

Da quello che apprendo dalla stampa la politica ha reagito in maniera negativa, ma non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio: i quattro che hanno commesso il reato sono stati consegnati alla giustizia, gli altri cosa c’entrano? Non devono pagare tutti!

Adesso la protesta si sposterà sotto al Campidoglio dove chiederete anche di essere ascoltati per trovare una rapida soluzione al problema. Intanto c’è il rischio che anche stanotte si dorma al freddo?

Eh sì, ieri sera hanno dormito come barboni sotto la metro di Barberini, stasera siamo ancora qui ed è anche una giornata fredda e piovosa. Non sappiamo come andrà a finire.

 

 

 

 


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