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Stoccolma, le rivolte nelle periferie chiudono (definitivamente?) il "modello svedese"

Stoccolma (Svezia) - Sembra la Parigi del 2005, è la Stoccolma del 2013. Lunedì un uomo di 69 anni armato di coltello è stato ucciso dalla polizia. Da quel momento le strade della capitale svedese si sono trasformate nel teatro di rivolte che, arrivate ieri al quarto giorno, non sembrano volersi fermare. 

A riversarsi per primi in strada gli abitanti del quartiere popolare di Husby, a nord della capitale svedese, 11.000 abitanti provenienti per l'80 per cento da Turchia, Libano, Siria, Iraq e Somalia dove alti sono i livelli di povertà e disoccupazione (il 16 per cento contro il 6 per cento del tasso di disoccupazione della popolazione svedese). Ad oggi, riporta Il Post, sono almeno altri 15 i quartieri nei quali si registrano scontri.

Fino ad oggi sono state arrestate otto persone - tutte di età compresa tra i 15 ed i 19 anni - e danneggiate circa un centinaio di autovetture, svariati negozi, due scuole, una stazione di polizia ed un centro culturale.

«La gente ha iniziato a reagire alla crescente marginalizzazione e segregazione di classe e di razza degli ultimi 20 anni», ha detto Rami al Khamisi, studente di legge e fondatore del movimento giovanile Megafonen che, al quotidiano The Local, evidenziando come «Queste reazioni avvengono quando non c'è uguaglianza tra le persone, ed è quello che sta succedendo in Svezia». Il "modello svedese" tante volte portato come esempio da seguire si è rotto, incapace di tenere fede a quell'etichetta che, secondo l'Ocse, ha nascosto per molto tempo la più ampia forbice della disuguaglianza sociale tra i Paesi avanzati, portando a trasformare le periferie in veri e propri ghetti. L'esplosione delle "banlieue svedesi" era duque solo questione di tempo.

Il movimento Megafonen, che si occupa di difendere le minoranze nei quartieri periferici di Stoccolma ha più volte denunciato l'eccessivo uso della forza da parte della polizia, tanto da chiedere l'apertura di una indagine indipendente. La polizia ha invece aperto un'indagine interna sulla sparatoria per chiarirne le dinamiche. Il gruppo ha inoltre accusato di «razzismo strutturale» a polizia nei confronti degli abitanti di Husby.

Il primo ministro Fredrik Reinfeldt ha invitato alla calma, chiedendo agli abitanti di Husby di riprendere il controllo del quartiere, mentre la popolazione chiede soluzioni a lungo termine che vadano oltre il semplice aumento della presenza della polizia.

La vicenda ha rilanciato il dibattito sull'integrazione dei migranti e sul modello sociale svedese. Che a questo punto sembra aver adottato definitivamente quello di Parigi e delle sue banlieue.

Questo post lo trovate anche su Info Oggi

Credits foto: huffingtonpost.com

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.175) 25 maggio 2013 10:56

    Ottimo articolo. Nelle società europee le diseguaglianze e le ingiustizie sociali stanno aumentando, sopratutto nei paesi che gli euroburacrati ci dicono che andrebbero presi come modello.

    Alessandro Rossi

    • Di (---.---.---.30) 27 maggio 2013 17:43

      Magari ci fosse il sistema tedesco anche in Italia.

      Parli senza sapere le cose e per idee precostituite.
      6 mesi di Erasmus e credi di aver capito un Paese.
      Forse ti sei fatto troppi aperitivi invece di studiare.
      Abbassa la spocchia che è davvero fuori luogo.

  • Di (---.---.---.229) 25 maggio 2013 13:43

    Ma di che cosa stai parlando??? leggere articoli su articoli e poi farne uno tutto tuo non ha senso ! tanto meno la coerenza con quello che sta succedendo qui.

    francesca kjellqvist
    • Di (---.---.---.38) 25 maggio 2013 14:47

      Sto parlando che del fatto che anche in Svezia (così come in Francia) esistono ormai quartieri ghetto popolati all’80% da immigrati (o da figli immigrati), dove il tasso di disocuppazione e di povertà sono molto più alti che nel resto della popolazione, dove gli abitanti sono a forte rischio di emarginazione sociale, senza che lo Stato si interessi di loro in alcun modo. Le rivolte che ci sono state a Malmo e a Stoccolma si ripeteranno, chi semina miseria e ingiustizia sociale raccoglie collera.

      Alessandro Rossi

    • Di (---.---.---.52) 25 maggio 2013 18:57

      Ma che dici?? vivi in Svezia?? non é per niente vero quello che hai scritto ! io ci vivo in un quartiere GHETTO come lo chiami tu ! questo é solo un atto di vandalismo , niente emarginazione! l emarginazione viene fatta agli europei che non riescono ad ottenere gli stessi benefici degli "immigrati" .

      da dove hai preso le fonti? 
  • Di (---.---.---.64) 25 maggio 2013 18:06

    Ma se si trovano così male in Europa e in Svezia perché non se ne tornano nei loro meravigliosi paesi di origine?

  • Di (---.---.---.42) 25 maggio 2013 19:29

    Ho vissuto a Stoccolma sei mesi durante l’Erasmus,  le mie fonti sono i miei occhi, il disagio e la rabbia io l’ho vista e toccata con mano nelle periferie, e i fatti  degli ultimi sei giorni mi pare riflettano il bene il clima che si è creato. Vedremo se si tratta di semplici atti vandalici...

    Alessandro Rossi

  • Di (---.---.---.52) 25 maggio 2013 20:42

    Vivo in Svezia da 3 anni é posso dire che qui gli ( emigrati ) vengono trattati meglio e ripeto MEGLIO degli svedesi ! Hanno tanto di quei diritti ,in più che non potete immaginare ! IL problema e che qui hai la possibilità di fare quello che vuoi, il governo svedese ti paga gli studi (da immigrante che sei ) cosa che in Italia o Francia non esiste ..... ti danno casa, levandola agli svedesi ( essendo rifugiati di guerra ne hanno il diritto prima loro), ti danno socialbidrag (GOOGLE) + bostadsbidrag + barnbidrag+föräldrargpenning. Cosa che a me ITALIANA( EUROPA) non danno.Questi sono solo ragazzini che non sanno come impegnare il loro tempo libero, e si guardano troppa MTV ! Quando io parlo con mio marito (SVEDESE) e chiedo da dove arriva il suo amico che non ha capelli biondi e occhi azzurri (se mi capite ) lui mi risponde : e´svedese ! Non mi dice é curdo , turco iraniano.... mi risponde che é svedese! Qui potete vedere la mentalità svedese .

  • Di GeriSteve (---.---.---.204) 26 maggio 2013 00:18

    è argomento complesso su cui non si può scrivere in un commento.

    quello che è CHIARISSIMO è che il modello dell’accoglimento senza confronto e integrazione è clamorosamente e giustamente fallito.
     In temini italici, quel modello si chiama cattocomunismo e, in termini operativi noti si può chiamare "comunità di sant’egidio" o altre iniziative simili, con tutto il dovuto rispetto di tante persone (e io ne conosco) che su quel modello hanno investitto stimabili energie e ottimi impegni personali,
    Ad un modello decisamente fallito, va riconosciuto perlomeno il pregio di aver posto il problema che "integrazione" può e forse deve essere cosa diversa da "accettazione.
    GeriSteve

    • Di (---.---.---.99) 26 maggio 2013 14:15

      Cattocomunismo??? UHAUHAUHA! Aspettiamo i delinquenzialisti di destra ad insegnarci come convivere insieme pacificamente!


      Quelli di CasaPound, ad esempio, sorpresi ad organizzare atti vandalici, pestaggi e stupri ai danni dei loro capri espiatori preferiti: gli ebrei, specie se ignare e indifese studentesse.
  • Di (---.---.---.30) 27 maggio 2013 17:56

    Alla fine il problema sono sempre loro - gli islamici. Non vogliono integrarsi ma solo avere diritti.

    Anche qua in Svezia sono sempre loro che creano confusione, non studiano la lingua, non lavorano, non studiano. Soprattutto i maschi, perché le ragazze studiano legge, medicina, odontoiatria con risultati eccellenti. 
    Al problema di mentalità-religioso si unisce quello di una seconda generazione viziata e che ha creduto di poter continuare a vivere col vecchio sistema dei sussidi di disoccupazione.
    Proprio recentemente il sistema A-Kassa (disoccupazione) è stato ridimensionato. Non si può più stare a casa e quando l’ufficio ti ha trovato un lavoro, anche a molti km da casa, bisogna accettarlo. Dopo un tot di rifiuti il sussidio viene revocato. 
    La pacchia è finita.
    Inoltre qua si parla di ragazzini di 12-18 anni che dovrebbero essere a scuola se non lavorare (a 18 anni).
    La Svezia ha già deciso di prendere meno rifugiati e fa controlli a tappeto.
    Ci sono somali che dicono di arrivare dalla Somalia ma non è vero, vengono tutti dall’Italia. Ne ho incontrati personalmente e parlavano, guarda caso, un perfetto italiano. Raccontavano di averlo imparato a Mogadiscio. Sì, con l’accento romano... E poi salta sempre fuori che hanno parenti in Italia. Ma che caso.
    Questo tipo di persone sono un bel fardello - socialmente e produttivamente.

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