Spralando 4 - Happy Birthday, Silvio. Cento di questi (g)nomignoli!
I soprannomi e gli appellativi del Cavaliere, consolidati o occasionali, non si contano più. Inevitabilmente provvisorio il bilancio. Innanzitutto la “nanità” malata, menzognera, maligna o condita in varie altre salse: da bandanano a nano malefico, da nanefrottolo a psiconano (Beppe Grillo), da nano pelato a nano di gomma, da mafionano a Il Cainano (Il Caimano dissimulato, of course) da Al Tappone (Marco Travaglio) a Truffolo (ancora Grillo), Méntolo e Silviolo, ottavi nani; geniale Il Tulinano, che prende due piccioni con una fava (i tulipani, si sa, vengono dai Paesi Bassi).
E poi Bellachioma (ancora Travaglio), Bellicapelli, Berlusca, Berluscaz, Berlusconi (e dittatore, miliardario, presidente) ridens, Berluscosa (e Berluscoso), Berlussonini, Burlesquoni, Cavalier Banana, Er Bandana, Figlio di Putin, Il Cavaliere Mascarato (lanciato da Striscia la Notizia), Il Cavoliere, Il rifatto di Dorian Gray, Jena ridens, L’Uomo di Arcore (e della Provvidenza), Sua Emittenza, Sua Impunità (sempre Travaglio), Testa d’Asfalto (sempre Grillo). E ancora Berluscao, che fa il verso all’arboriano cacao Meravigliao; Berluskaiser, che gli appioppò Umberto Bossi; Berluskamen, che si è attribuito lui stesso (come L’Unto del Signore); Er Catrame, per l’immobilità della chioma nel dopotrapianto; Er Monnezza, per l’impegno profuso per liberare Napoli dalla spazzatura; Culatello, concorrente alimentare del Mortadella (Romano Prodi) con una “faccia” in più; Frottolino amoroso, con cui Ellekappa ha apostrofato in versi anche un “misterioso Direttore di TG” (nella sua goliardica replica a Bondi, ministro poeta su “Vanity Fair”).
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