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 Home page > Tribuna Libera > Spot Curri curriculum vitae per pochi minuti‏

Spot Curri curriculum vitae per pochi minuti‏

Ho messo una foto tratta da un sito che intitola la sequenza di immagini "Il piacere". E’ una giovane e bella donna di "dannunziana memoria" con una palla di vetro in mano, quasi a scoprire balle e palle che porta il futuro, con piacere di lettura. Lo è stato anche per me, leggere l’amaro curri (curri) culum vitae di Anita Silviano (pseudonimo non vi affannate), amica recente su Facebook. E’ apparso il 23 marzo, preceduto poi lessi da una ben più dolente nota come donna in nero, da non confondere con altre. Uno spot su una vita, comune a quella di molte e molti, dai riflettori spenti in Sicilia,a Palermo.

Spot Curri curriculum vitae per pochi minuti‏

E’ il mio voto, oggi. Domani, per chi si aspetta che sia un altro giorno, che ci aspetta all’Urna… beh lo sapete: non voto. E’ un atto politico, esattamente come quello scritto da questa donna, per sua volontà.

Avviso ai naviganti: la Storia è a puntate.Alla fine la foto di Anita Silviano: “Raccontare per salvarsi la vita”. (si…ma a chi?).

Continuo, continua.Fosse pure per l’attenzione di pochi e per pochi minuti.Siamo quì armate di Berimbau Capoeira e Poesia in Musica.Il resto è da vivere e bene.

 

“L’uomo buono non tradisce Il bene di chi gli vuol bene. Chi dice troppo che andrà, non va
E così come non va, non viene. Chi da se stesso non esce Morirà senza amare nessuno.
Il denaro di chi non dà E’ il lavoro di chi non ha.Capoeira che è forte, non cade
E se un giorno cade, cade bene Capoeira mi ha mandato A dire che è arrivato
E’ arrivato per lottare. Il berimbau mi ha confermato : Ci sarà lotta d’amore
Tristezza, amico mio.” Baden Powell e Vinicius de Moraes

 


Martedì 23 marzo 2010 ore 11,27

In molt* mi hanno chiesto di inviare un curriculum vitae, da poter presentare e inviare alla ‘catena’ delle amicizie interessate alla mia vicenda.Lo faccio pubblicamente, perché pubblicamente ho scelto di scrivere la (dolente) nota personale. Ovviamente pubblicherò tutti i dati che riguardano gli studi e la formazione professionale. Per tutti gli altri dati(nome, età, ecc..) chiunque fosse interessato può contattarmi al numero di cellulare che credo sia in possesso di tant*. Ribadisco ancora una volta che la mia nota è atto politico che nulla ha, a vedere, con sommarie considerazioni personali, sull’umanità dei molti che si ’spendono’ per rendere “migliori” le condizioni dei tanti abitanti di questo pianeta. La mia è sola una modesta vicenda personale che non meritava ( e non merita) forse, di essere presa in considerazione. Se rapportata alle immani tragedie umane che danno anche l’occasione di acquistare una bella fetta di visibilità e di consenso generale.
Grazie a tutt*

Curriculum vitae:
Titolo di studio: Perito aziendale corrispondente in lingue estere. Conseguito presso l’istituto M.SS. del Rosario di Palermo. Anno 1975.
Lingue conosciute: Inglese e Francese (livello scolastico).
Esperienze professionali: segretaria SUNIA-Palermo(sindacato case popolari) anno 1978;
Segretaria CEPES (centro studi economico- giuridici)Palermo.Anno 1983- 87. CAMST-Sicilia.
Operatrice telefonica telemarketing. Anno1995-2002
Stagionale in strutture alberghiere Abruzzo 2004-2005


Operaia Caviro (tavernello) di Forlì. Anno 2005-2006
Badante di malati affetti da morbo di Alzheimer e assistenza malati terminali in strutture tipicamente familiari.

Formazione complementare: facoltà di Giurisprudenza di Palermo. Studi non completati
Responsabile provinciale ragazze FGCI e dirigente politico Pci.
Iscritta all’Udi di Palermo dal 1982.
(Queste ultime tre esperienze per mia somma goduria e rimpianto).

Oui, c’est moi. Ma da un internet point.Perché è risaputo che le disgrazie non vengono mai da sole. Neppure Tiscali mi vuole.
Ho dato una sbirciata agli innumerevoli saluti delle amiche e amici(pochini come sempre) che ringrazio per il loro affetto e ricambio per il residuo che mi rimane. Perché anche questo si sta esaurendo. Forse, come molte/ti, rientrerò tra coloro che in psicoanalisi vengono definiti gli “anestetizzati dei sentimenti”. Qualche tempo fa ciò mi avrebbe spaventata, oggi, molto probabilmente, mi agevolerà.
Da oggi, ufficialmente, sono rimasta senza lavoro. La “nonnina”(come la chiamava mio figlio) alla quale ‘badavo’ è morta alle 5 di stamane, ed essendo stata io,”donna in nero”, non c’è bisogno alcuno di carta scritta per porre fine al “rapporto” di lavoro. Pagati gli ultimi 15 giorni (450 euro, comprensivi di “regalino”) è tutto liquidato, senza liquidazione, nè “trattamento di fine rapporto”, ferie (mai godute) straordinari( a volte 10-11 ore lavorative) etc..etc..
Come da 10 anni a questa parte, come sempre, ricominci con gli annunci “economici”, tanto economici, che l’offerta non basterà per sopravvivere un mese, figurarsi continuare a pagare anche l’affitto di casa.
Getto la spugna. E avendo due sole alternative, sono nella fase nella quale devo decidere quale intraprendere. La prima valevole per tutti/tte gli esseri umani. La seconda particolare: specifica di una città come Palermo…
Sono stanca, stanchissima e ho la nausea. Di ricominciare a sperare senza speranza, della finta solidarietà: com’è virtuoso piangere per i bambini/le bambine haitiani/ne, africani/ne, per la libertà dei popoli assoggettati ad una qualche dittatura del momento,degli sgomberi di un qualche centro sociale di una qualche città di questo benemerito paese, delle condizioni disumane nei centri di igiene mentale, del femminicidio, mentre accanto a te, la tua vicina (o il tuo vicino) non sa domani ( ma anche oggi) quali doppi e tripli salti mortali (letteralemente) dovrà porre in essere per far mangiare suo figlio. E non voglio scrivere della solidarietà femminile perché altrimenti la sequela di improperi sarebbe tanta e tale che fessi – book mi bannerebbe in tempo reale, con mia somma rabbia per non aver potuto finire…
E allora mi appello alla parte ‘malata’ della società (che per mia fortuna, al momento, va per la maggiore) dando la mia disponibilità.
Mi hanno sempre detto che nonostante la mia precarietà ho mantenuto la mia “dignità”: oggi la s-vendo per garantire mio figlio.
Non voglio più rincorrere un lavoro che a malapena riesce a farmi arrivare al 20esimo giorno e, poi, chiedere il prestito per fine mese, in una catena che non finisce mai. Non ho più voglia di guardarmi allo specchio e vedere ogni giorno la mia mascella crollare per una malattia che solo un intervento (chirurgico) potrebbe risolvere, ma che non possono permettermi. Non voglio più vedere gli occhi di mio figlio farsi sempre più grandi per controllare che il mio sguardo non si appanni di pianto.
Alla mia tenerissima amica Carla (Grementieri) scrivo che non ho più voglia di “resistere” , che è molto romantica l’idea della “r-esistente” ma non si può continuare a vivere con la paura di ri-perdere tutto. Quel poco che rimane.
Non s-venderò nessun corpo( il sesso non mi ha mai divertita gratis, figuriamoci a pagamento) ma solo la mia precarietà pagata pochissimo.
E ai farisei imbiancati che con il culo( ops!) ben sistemato nel salotto buono che piangono lacrime “amare” per le tragedie umane, clandestine o meno, purché siano a migliaia di km lontano dalle loro case riscaldate, mi auguro che esse possano avvelenarvi sul serio.
Alle altre/altri che si scandalizzeranno dico solamente: Così ( o nell’altro modo) sia.
Non rileggo, non ho voglia di cambiare una virgola(anche se nel posto sbagliato). La nausea è tanta.

“Raccontare per salvarsi la vita”. (si…ma a chi?)

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