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Spesa pensioni in Italia, la più alta d’Europa. I conti tengono ma pensionati poco sereni

Studi Ocse sul sistema pensioni approvano riforme già fatte ma i redditi sono inadeguati e soffrono tasse e decurtazioni.

Dall’Ocse l’esplorazione dei sistemi delle pensioni europee pone il nostro Paese al primo posto per impatto degli assegni pensione sulla spesa pubblica (32%), la più alta tra i 34 paesi, e un impatto sul Pil che per il 2015 previsto arrivi attorno al 14%, a fronte di una media del 10%. Ciò evidenzia come il progressivo invecchiamento dei cittadini e le difficoltà economiche assieme alla bassa crescita, pochi rendimenti e piccoli tassi d’interesse sono una miscela che non aiuta i sistemi previdenziali a mantenersi in sicura e tranquilla sostenibilità. In Italia, in particolare, le ultime riforme delle pensioni hanno portato profitto in ottica di sostenibilità finanziaria, ma hanno prodotto anche un impatto negativo sui redditi di chi esce dal lavoro e l’elevata tassazione produce un quadro non sereno.

L’Italia resta all’ultimo posto nell’elenco dei 55-64enni occupati che si mantiene molto sotto il 55% media Ocse. Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e, in particolare, per il suo segretario generale A. Gurrìa, "bisogna lavorare più a lungo" perché “il rapido cambiamento demografico in corso e il rallentamento dell’economia globale sottolineano la necessità di riforme continue", e si deve anche “comunicare meglio il messaggio che lavorare più a lungo e contribuire di più è l’unico modo per ottenere un reddito dignitoso di pensione”.

Secondo l’Ocse, gli interventi sui sistemi delle pensioni hanno interessato l’incremento delle tasse sui redditi pensionistici e contributi annessi, muovendo sulla riduzione o rinvio dell’indicizzazione delle prestazioni e aumentando l’età utile per andare in pensione, ma è necessario intensificare gli sforzi per sostenere i lavoratori over 55 nel trovare e mantenere l’occupazione. In tal senso, alcuni suggerimenti riguardano il fatto di attuare politiche pubbliche che riducano la discriminazione sull’età, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare le opportunità di formazione per i lavoratori anziani. La relazione Ocse chiede anche un irrobustimento delle norme per i fondi pensione perché siano aggiornati sul progressivo avanzare dell’aspettativa di vita della popolazione (tavole di mortalità puntualmente aggiornate).

In Italia in quattro anni la spesa è salita di 22,2miliardi. Secondo il documento la spesa per le pensioni salirà ancora con stime dino a 261,5 miliardi di Euro nel 2014 e 269,6 miliardi nel 2015, e con un incremento di ben 8,1 miliardi in poco più di due anni non c’è da stare particolarmente tranquilli, nonostante i molti passi fatti nella direzione migliore. Secondo il Codacons, il differente valore degli assegni pensionistici in Italia riflette le disparità economico-sociali evidenti nel Paese e sostiene essere vergognoso il fatto che il 33,7% delle pensioni erogate abbia un “peso” inferiore a 500 euro. Pensioni basse e alta tassazione fiscale rendono la questione motivo di forte insoddisfazione tra la popolazione dei pensionati e la partita con il governo non è mai finita.

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