Sperimentazione ed istruzione: arrivano le scuole alfamediali

In un’era definita post-moderna, che ha visto avviarsi in modo veloce ed esponenziale -già con la nascita dell’industria culturale- un passaggio piuttosto repentino dalla civiltà alfabetico-tipografica della carta alla civiltà audiovisivo-multimediale dello schermo, l’iniziativa ericina si insinua come necessaria ad una società proveniente da un ‘900 mediatico, definito dal gruppo di ricerca del responsabile pedagocico Tullio Sirchia (che ha avviato, promosso e diffuso l’iniziativa) “Il secolo dell’audiovisivo o secolo AV”, per entrare in un ventunesimo secolo dove l’audiovisivo si amalgama anche e soprattutto con la multimedialità del web, il quale ne cannibalizza i molteplici aspetti e li rende propri: si pensi come, attraverso il web, sia diventato sempre più semplice acquistare prodotti, diffondere un’opinione, realizzare o promuovere una ricerca, trovare dati e informazioni, ascoltare o fare la radio, consultare un’enciclopedia, vedere o trasmettere la tv attraverso lo streaming, costruire un’identità virtuale o programmare un viaggio.
Nella scuola alfamediale quest’ultimo aspetto (quello della multimedialità) s’intende anche come cultura dello spettacolo, ovvero dei linguaggi integrati del corpo e delle cose (movimento, suono, immagine) e della parola (parlata, scritta, stampata). Così, per imparare a leggere, scrivere, comprendere, realizzare ed emettere i linguaggi e i contenuti integrati della multimedialità, gli studenti delle scuole alfamediali fanno contestualmente, oltre alle ordinarie attività di studio, numerose altre attività come presentare dei progetti dinnanzi un pubblico, produrre attività illustrate (come giornali scolastici e manifesti), realizzare servizi video, imparando le tecniche per stare davanti e dietro la telecamera e, dunque, ad entrare con tutta la loro corporeità e verbalità dentro lo schermo.
La lezione diventa così attiva ed interattiva. Lo studente non è più passivo ricettore di nozioni ma attivo produttore di una cultura viva e in continuo movimento. Non solo: in una scuola alfamediale si imparano tecniche tipografiche (dalla realizzazione di un testo giornalistico, alla composizione di una pagina, alla messa in stampa). Vengono insegnati percorsi di formazione, realizzazione e diffusione di un qualsivoglia prodotto mediale (dalla carta allo schermo, dall’autore che scrive al conduttore che appare in video). Vengono acquisite le competenze e la padronanza sull’uso degli strumenti digitali (dal pc, ad Internet, alla Play Station).
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