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Spagna: via il crocifisso dalle scuole

"LA SENTENZA - Trent’anni dopo la fine della dittatura franchista, che aveva elevato il cattolicesimo al rango di religione di stato, un giudice del tribunale di Valladolid ha ordinato a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti, malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico. Il giudice Alejandro Valentin ha deciso che la scuola pubblica Macias Picavea dovrà "ritirare i simboli religiosi dalle classi e dagli spazi comuni", accogliendo così la richiesta del genitore di un alunno e di una associazione locale per la difesa della scuola laica." (fonte: Ansa)

Stato laico, Stato religioso.
C’è una profonda differenza tra una società civile ed organizzata che si fonda sul rispetto ed un’altra che mette in risalto alcuni punti di vista rispetto ad altri. Se, ad esempio, nei licei ed in tutte le superiori studiassimo esclusivamente la storia d’Italia (e per carità, si studia per gran parte quella, ma con un buon sottofondo di panorama mondiale), si potrebbe dire che quel tipo di studio è fazioso, non tiene conto delle variazioni dei tempi e dei luoghi non presentati.
O per dirla con parole più generali, in un ambiente in cui tutti si vestono di nero, una persona da sola vestita di verde, potrebbe anche sentirsi a disagio.

Onestamente non mi fa sentire a disagio il crocifisso attaccato al muro, credo che la sua parola sia effettivamente socialista, degna di nota nella sua speranza per una avvenire diverso, migliore, e tutto da costruire con mani e fronte sudate ma animate da buoni principi. Il crocifisso ci riporta, o dovrebbe farlo, all’idea di uguaglianza, di rispetto e lealtà. Il fatto che sia un simbolo religioso, per me ateo, va in secondo piano.


Non mi interessa particolarmente nemmeno il fatto che sia appeso nelle scuole e nei luoghi pubblici, poichè non credendo, per me è come se si appendesse una pallina dell’albero di natale.
Tuttavia, se devo dare una opinione, sono contrario, poichè è manifestazione di una cultura, di un pensiero personale, non di una verità oggettiva, che ha purtroppo contribuito a creare e giustificare anche molto male. Per questo capisco che qualcuno possa sentirsi a disagio davanti a quell’immagine ostentata.


Il fatto poi che questo venga attaccato dietro decisione statale è orripilante, perchè mostra una sorta di "vantaggio" dato a una religione rispetto ad un’altra o rispetto al "sacrosanto" laicismo. Non che creda veramente che possa incidere così tanto nella formazione dei bambini o dei ragazzi, a me alle elementari facevano pregare e son venuto su ateo, tuttavia rimane una decisione, una discriminazione contro alcuni a favore di altri.

In questo caso, quello spagnolo, il consiglio di classe si era opposto a questa volontà, è per opera del padre di un figlio, che si appellava alla costituzione, che il crocifisso verrà rimosso: "Il magistrato si è basato sulla costituzione spagnola che garantisce "libertà di religione e di culto", assicurando il carattere "laico e neutrale" dello Stato sulle questioni religiose. In sostanza, secondo il giudice, la presenza di simboli religiosi viola i diritti fondamentali di uguaglianza e libertà religiosa riconosciuti dalla costituzione spagnola." (fonte: Ansa).


E’ proprio questo il punto: mentre un cittadino ha il diritto ed anche il dovere di esprimersi e condividere e confrontare le proprie convinzioni, lo Stato deve essere super partes, e non partecipare a decisioni di carattere strettamente personale. Lo Stato non può decidere ciò che devo pensare, si tratta di questo.
Anche se in realtà già da tempo provano a decidere e scegliere per noi, e da qualche anno questo ex stato laico è diventato uno stato etico, cioè non basta su principi etici, ma che vuole regolare alcuni aspetti etici della vita del cittadino.
Vedi il divorzio, vedi l’aborto, vedi la ricerca sulle cellule staminali.
Tuttavia è una riflessione sterile, voler cambiare questi aspetti della nazione, credendo che possano migliorare la qualità della vita o la formazione degli studenti, mi sembra alquanto irreale ed ingenuo, le battaglie da fare sono altre, questi sono solamente corollari.
E poi, è una battaglia persa in partenza da noi, o, se volete, già combattuta dal signor Adel Smith e persa in maniera catastrofica.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.124) 26 novembre 2008 17:46

    Tutti i grandi movimenti di cambiamento erano "persi in partenza". Anche il sogno di Martin Luther King. Ma oggi abbiamo un prosidente americano nero. E’ un piccolo esempio, me se ne potrebberi citare tantissimi. Quindi non disperiamo, continuiamo ad insistere; magari i nostri bisnipoti riusciranno a veder realizzato il nostro sogno di un paese veramente laico, civile, aperto.
    Pile

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