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Spaccio: Perugia come Chicago?

Martedì sera in pieno centro storico di Perugia si sono verificati dei ripetuti scontri tra bande contrapposte, sembra tunisini da una parte e albanesi dall’altra, per contrasti connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti. Un uomo accoltellato, alcuni spari, e soprattutto il centro storico del capoluogo della regione Umbria in balìa di quanti si sono resi protagonisti di questa notte di vera e propria follia.

Quanto avvenuto martedì sera a Perugia, città di circa 170.000 abitanti, non si era mai verificato e di conseguenza ha provocato grandi preoccupazioni sia fra i cittadini ma anche fra i rappresentanti delle istituzioni.

Io sono residente in Umbria, anche se lontano da Perugia, e, onestamente trovo ingiustificato lo stupore di molti abitanti di questa città.

Infatti una vicenda come quella che si è verificata alcuni giorni or sono, poteva avvenire anche molti mesi prima, in considerazione soprattutto della notevole diffusione dello spaccio di sostanze stupefacenti che contraddistingue, da molto tempo ormai, il centro storico di Perugia.

Il centro storico, infatti, è considerato una delle zone più importanti, nel centro Italia, dal punto di vista dello spaccio. In un’inchiesta recentemente realizzata da La7 si sosteneva, giustamente, che, nelle notti perugine, non solo non si ha alcuna difficoltà nell’individuare gli spacciatori ma sono quest’ultimi a proporre a quanti transitano nelle vie del centro storico l’acquisto di sostanze stupefacenti.

Situazione questa ben nota ma che dopo un programma trasmesso da La7, poiché fu resa nota a livello nazionale, destò a livello locale diverse polemiche, anche con accuse rivolte ai curatori del programma di aver evidenziato solo uno degli aspetti caratteristici di Perugia, trascurando altri aspetti ben più positivi.

Gli osservatori più avvertiti presero spunto da quanto esposto nel programma televisivo da un lato per riflettere meglio sui motivi che hanno fatto diventare Perugia uno dei principali centri di spaccio a livello nazionale e dall’altro per rilevare la necessità di promuovere interventi più incisivi, da parte delle forze dell’ordine ma non solo, per contrastare la crescente ed estesa diffusione dello spaccio.

Non sembra proprio che le sollecitazioni ad intervenire con maggiore efficacia abbiano avuto un qualche esito, se si tiene presente quanto avvenuto martedì sera.

E dopo le vicende di martedì sera di nuovo tante chiacchiere, spesso venate da atteggiamenti che non possono non essere definiti razzisti, ma che non servono a nulla se si intende davvero migliorare la situazione.

Per comprendere meglio i motivi che hanno scatenato la notte di follia a Perugia si può leggere quanto scritto in un articolo pubblicato su www.umbria24.it:

“…Debiti di droga. Perugia in mano ai delinquenti. Perugia che fa paura. Perugia sottomessa alle regole della droga. Perché tutto proviene da debiti di droga. Il tunisino accoltellato sarebbe stato punito in maniera esemplare per non aver pagato una partita di stupefacente presa dai grossisti albanesi. Ma i suoi connazionali non sono stati a guardare, e quei bastoni, celati sotto gli occhi della movida perugina, erano pronti per essere usati. E puntualmente sono stati usati…”.

E le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni non sono mancate, in primis quelle del sindaco Boccali che per l’occasione ha assunto un po’ le vesti di “sceriffo”, togliendo la scena alle forze dell’ordine, e le cui dichiarazioni sono risultate essere, in qualche caso, discutibili. E’ di nuovo utile fare riferimento ad un articolo pubblicato su www.umbria24.it:

“Un presidio fisso del reparto mobile in centro e ordinanze mirate nei confronti di chi aiuta i delinquenti in qualsiasi modo. E’ questa la prima risposta del sindaco Boccali all’episodio di violenza e devastazione avvenuto nel centro di Perugia martedì sera.

Si è presentato davanti ai giornalisti per dire alla città che ‘adesso basta con questa feccia’, parlando dei delinquenti. Ma anche tradendo un certo senso di impotenza, palesato in una richiesta di intervento del ministro dell’Interno in persona.

Le prime parole ‘La scorsa notte – ha detto Boccali – nel centro storico di Perugia è accaduto l’intollerabile, perché è intollerabile che le bande che avvelenano con la droga la città pensino di regolare i loro conti a coltellate e perfino con colpi d’arma da fuoco seminando il panico, costringendo la gente a barricarsi in casa, distruggendo tutto quello che si incontra per la strada.

Dobbiamo registrare, nonostante gli sforzi di polizia, carabinieri, guardia di finanza, una escalation della violenza e soprattutto dell’arroganza e del senso di impunità dei criminali. Quella di ieri notte è stata una dichiarazione di guerra alla città e la città deve essere difesa. Evidentemente quanto è stato fatto fino ad ora non basta. E’ ora che Perugia sia bonificata con una azione decisiva che spazzi via questa feccia’…

‘Noi continueremo a fare il nostro ma la garanzia della sicurezza spetta alle forze dell’ordine in primis. Fanno già tanto ma non basta. Col questore, il prefetto e il comandante dei carabinieri sono in costante contatto e a loro ho ribadito quanto chiediamo da mesi’.

Il sindaco ha riferito che una condizione posta dall’allora ministro Maroni per la firma del patto per la sicurezza era che ‘non dovevamo chiedere più uomini, altrimenti non firmavano’…

Boccali ha annunciato di aver chiesto ora un incontro urgente al nuovo ministro dell’Interno, Rosanna Cancellieri.

Nel corso di una conferenza stampa, il primo cittadino ha spiegato di aver chiamato stamane il gabinetto del ministro. Il sindaco ha spiegato che affiderà al presidente dell’Anci Del Rio una lettera da consegnare personalmente al ministro Cancellieri nel corso di un incontro in calendario giovedì…”.

Io credo che anche il sindaco di Perugia sia inadempiente, al di là dello scarso impegno profuso dal precedente ministro dell’Interno Maroni. E aggiungo che mi sembra inadempiente un po’ tutta la città di Perugia. Peraltro alcune componenti della società perugina, come dimostrato nel corso del programma televisivo più volte citato, si sono avvantaggiate, dal punto di vista economico, dalla presenza di numerosi spacciatori tunisini.

Nel programma televisivo si faceva riferimento agli avvocati, e poi ai proprietari delle abitazioni che, senza stipulare alcun contratto di affitto, hanno consentito l’utilizzo da parte degli spacciatori di numerose case situate nel comune di Perugia, spuntando canoni di affitto molto elevati. Io ritengo che il problema rappresentato dalla notevole diffusione dello spaccio di sostanze stupefacenti nel nostro capoluogo di regione sia stato ampiamente sottovalutato, soprattutto da quanti hanno il potere di prendere i provvedimenti più opportuni. E i risultati di questa sottovalutazione si sono visti martedì sera. L’auspicio è che ora si intervenga molto più seriamente di quanto avvenuto fino ad ora, senza indulgere però in atteggiamenti da “sceriffi”, con più o meno evidenti venature razziste, atteggiamenti che non servono a niente e che anzi potrebbero anche peggiorare la situazione.

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