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 Home page > Attualità > Politica > Sondaggi vs dati reali: lo stato dell’arte

Sondaggi vs dati reali: lo stato dell’arte

 

Uno storico dell'attendibilità dei sondaggi rispetto ai principali partiti

 

Riferendomi ai dati pubblicati su Termometro Politico, mi è stato possibile ricostruire l'andamento storico dei sondaggi per i maggiori partiti italiani* dal 2006 a oggi, e raffrontarlo con il risultato delle varie elezioni che si sono tenute nel medesimo periodo**:

IL PD

L'andamento del PD nei sondaggi e' vagamente sinusoidale, con tendenza verso il basso, con due picchi in corrispondenza della manifestazione indetta da Veltroni nell'autunno 2008 e alle primarie dell'autunno 2009. Da rimarcare il fatto che la media dei sondaggi per il PD il mese precedente le tornate elettorali rispecchia con notevole esattezza il risultato colto dal partito alla tornata elettorale, fatta eccezione per una leggera sovrastima di meno di un punto percentuale nel 2006.

IL PDL

L'andamento del PDL nei sondaggi appare come una parabola discendente, con una interessante peculiarità: il PDL è costantemente sovrastimato - e non di poco, anche di 4 punti percentuali - nelle rilevazioni immediatamente precedenti alle varie tornate elettorali.

LA LEGA NORD

Il trend della Lega Nord nei sondaggi appare chiaramente ascendente almeno fino alla scorsa estate, mentre adesso appare stabilizzato verso il basso. Da notare che nelle elezioni del 2008 il risultato delle Lega fu pesantemente sottostimato - circa il 5% preconizzato contro l'8% ottenuto - tuttavia c'è da rilevare come la somma delle stime di PDL e Lega poi in realtà approssimò abbastanza bene il risultato finale dato dalla somma delle percentuali ottenute dai due partiti, con una leggera sottostima di circa un punto. Il che fa pensare a una contiguità tra i due elettorati (pidiellino e leghista), con una fetta di elettori di centrodestra che pur rimanendo nello schieramento di appartenenza muova la propria preferenza lontano dal partito di Berlusconi. Da rimarcare anche che nelle successive elezioni i sondaggisti sembrano esser riusciti a calibrare bene il campione dati pronosticando in media risultati simili a quelli usciti dalle urne

L'IDV

Dopo un periodo di forte ascesa nei sondaggi, confortato dai risultati elettorali, l'IDV appare in una decisa fase calante, scontando probabilmente l'apparire sulla scena elettorale di Sinistra e Libertà.

L'UDC

Il partito di Casini oscilla nei sondaggi in una banda ristretta che va dal 4% al 6,5%, in leggera ascesa. Da notare come il suo elettorato sembri essere quello di più difficile interpretazione da parte dei sondaggisti che di volta in volta lo sovrastimano o lo sottostimano.

NOTE:

 

* PD,PDL, Lega Nord, IDV e UDC. Per le rilevazioni prima della fondazione di PD e PDL si sono sommati i risultati dei partiti fondatori
** Nei grafici sono riportate le medie mensili dei partiti nei sondaggi. Le elezioni considerate sono quelle Politiche del 2006 e del 2008, le Europee2009 e le regionali 2010. Per quest'ultime si son considerati come risultati quelli eleaborati del Termometro Politico, per gli altri casi invece si e' usato l'Archivio Storico delle Elezioni presso il Ministero degli Interni.
 
(Blog dell'autore: il Metapapero)

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.39) 5 febbraio 2011 18:24

    Fare cappotto >
    Il debito pubblico ha raggiunto quota 1870 miliardi (oltre 30mila euro per cittadino). Solo nell’ultimo biennio è cresciuto di 215 miliardi.
    L’evasione fiscale, la corruzione e gli sprechi della spesa pubblica valgono almeno 290 miliardi di euro all’anno. Le rendite patrimoniali e da speculazione finanziaria sono tassate molto meno della metà dei redditi di impresa e da lavoro.
    La disoccupazione supera l’11% e la capacità “reale” di acquisto pro-capite è calata quasi del 3%.
    Il tasso di crescita del nostro PiL non consentirà di tornare ai valori pre-crisi prima del 2015 e Tremonti ripete che non ha soldi da spendere.

    Ma ecco il colpo di scena.
    Berlusconi, colto da resipiscenza (?), si appella agli Stati Generali e promette “la più grande frustata all’economia che la storia italiana ricordi” per portare la crescita “oltre il del 3-4% in cinque anni”.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce limiti, fino agli esiti più imprevedibili …

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