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Somalia: disordini attuali e vecchie responsabilità italiane

Nella mattina di lunedì 18 marzo un'autobomba è esplosa a Mogadiscio, lungo la strada di Maka al Mukarram, tra il palazzo presidenziale e il teatro nazionale, provocando almeno 10 morti.

Un minibus che passava accanto per sventurata coincidenza, trasportando dei civili, ha preso fuoco. Probabilmente, secondo quanto l'ufficiale della polizia somala Abdiqadir Mohamud riporta a Reuters, l'obiettivo dell'attentato era puntare la vettura di un membro del governo che passava nelle vicinanze.

“Sparse sul luogo dell'esplosione ci sono ora mani e carne umana” racconta Mohamud.

Riguardo le responsabilità dell'attacco terroristico, i sospetti ricadono soprattutto su Al-Shabaab, un gruppo di giovani insurrezionalisti nato nel 2006 per rovesciare il Governo Federale di Transizione che tentava dal 2004 di ridisciplinare un Paese impantanato in quasi quindici anni di anarchia.

Ma come si è arrivati a questa situazione sociale e politica? Pirati, lotte intestine, attentati, questi gli unici “contributi” che la Somalia propone ai mass media.

Ebbene, l'Italia avrebbe l'indiscutibile dovere etico di preoccuparsene.

Se mai ci si dovesse indignare per l'attuale totale ingovernabilità di questa parte di Corno d'Africa, basti ripercorrerne a grandi linee il passato, per rendersi conto che il nostro Paese porta un giogo ben celato di responsabilità nei confronti della sua ex colonia.

Ali Mumin Ahad, storico e letterato somalo, analizzando il rapporto che l'Italia intrattiene con il suo passato africano parla di “rimozione coloniale”. Diligentemente, l'Italia ha saputo cancellare con precisione certosina qualunque connessione.

A partire dal 1880, la Somalia fu colonia del Regno d'Italia, e tale statuto le fu imposto sino al 1936, quando divenne parte della “gloriosa” Africa Orientale Italiana, che includeva Etiopia ed Eritrea. Dopo qualche anno di passaggio di testimone all'Impero Britannico, dal 1949 al 1960 l'Italia tornò a mediarne la gestione, e venne instaurata l'Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia.


Quindi per 9 anni il popolo somalo ottenne un'indipendenza fittizia, ben supervisionata dai poteri occidentali. Il 1969 è l'anno di instaurazione della dittatura di Siad Barre, che, fresco di ritorno da Firenze, dove aveva frequentato la Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri, impose un regime che cadde solo nel 1991, in cui la repressione ai dissensi fu spietata.

Nel 1990, durante una partita di calcio alla quale partecipò in qualità di spettatore, di fronte ai fischi della folla, seguiti da urla e slogan contro il regime, fece aprire il fuoco sulle tribune.

A causa delle crescenti insofferenze popolari, il governo cadde nel 1991. Un popolo piegato per anni alla dominazione straniera, che ha perso fiducia nelle proprie capacità, perché per decenni un'idea di inferiorità gli è stata inculcata dai “padroni civilizzati”, fomentato dall'entusiasmo di una libertà improvvisa e rancoroso dopo mille violazioni della propria dignità perde la bussola.

È dovuto a ciò l'attuale inferno che si vive in Somalia. L'esercito delle Nazioni Unite inviato nel 1992 per tentare di ristabilire un ordine non riuscì nell'intento, reso inoffensivo dalla violenza delle fazioni combattenti locali.

Una nuova costituzione provvisoria approvata nel 2012 designa la Somalia come una federazione di province autonome amministrata da un recente governo centrale, con sede a Mogadiscio, capitanato dal presidente Hassan Sheik Mohamud.

La Mogadiscio di un tempo non esiste più. La Somalia non esiste più. Quella che un tempo si dice fosse la patria della leggendaria regina di Saba è una terra morta, fantasma. Con un grido di nostalgia, la scrittrice italiana di orgini somale Igiaba Scego prova a spiegare cosa significa constatare la morte di una città e di un intero Paese ("La mia casa è dove sono", 2010):

“Tante città muoiono. Tali e quali a noi. Muoiono come qualsiasi organismo. (…) Lei è morta. (…) Quando muore una città non ti danno nemmeno il tempo di pensare. Ma quel dolore è un cadavere, si decompone dentro di te e ti infesta di fantasmi”.


 

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Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.35) 19 marzo 2013 19:13

    mah... chiaro che come potenza coloniale l’Italia ha avuto le sue responsabilità, ma mi sembra un discorso da cattocomunisti... per ogni guaio ci si acqueta trovando dei colpevoli, anche se di qualche generazione fa.

    Mi sembrerebbe più interessante cercare di capire i motivi per cui oggi la Somalia sta in quella brutta situazione, mentre ex colonie come Kenia, Tanzania, India, Cina, Cuba, hanno trovato una loro via nazionale.
    Ci sarà qualche causa più recente e magari tutt’ora attiva ?

    GeriSteve

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