• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Siria, nuovo attentato a Damasco. Ma sino a quando?

Siria, nuovo attentato a Damasco. Ma sino a quando?

Giovedì 21 febbraio, a Damasco, tra l'ambasciata russa e la sede del partito socialista Ba'ath, ed esattamente in al-Thawra Street, quartiere al-Mazraa, un veicolo imbottito di esplosivo è stato fatto esplodere nei pressi di una scuola, durante l'ora di uscita, uccidendo 61 persone e ferendone 200.

Una bambina che passava nelle vicinanze, colpita sulla testa e sul petto dalla pioggia di schegge di vetro caduta al momento dell'attacco, è stata subito portata all'interno di un negozio per un tentativo di rianimazione, ma gli squarci alla testa e al petto erano troppo profondi, ed è stato impossibile salvarla, racconta a ctpost.com un testimone che vuole restare anonimo, per timore di accuse di collaborazione coi media stranieri.

Nel panorama post apocalittico del dopo esplosione, un grosso cratere apre una breccia nel mezzo della strada, e un orrorifico museo espone le sue teche di macchine carbonizzate con nell'abitacolo corpi inceneriti. 

Lo scoppio di due altri ordigni nei pressi del Centro di Comando dell'Esercito e di alcuni uffici governativi ha seminato il panico in altre zone della città. 22 le vittime.

Con questi recenti episodi di violenza, si è rotta la disperata parvenza di normalità che il regime di Bashar al-Assad tentava di mantenere nella capitale siriana, in cui sino ad ora si respirava un clima di calma apparente e relativo isolamento, rispetto al vortice di sangue e violenza che sta prostrando il resto del Paese.

Un altro evento rilevante che scosse Damasco dall'interno fu il distruttivo attentato del luglio scorso durante un incontro straordinario del governo per discutere della situazione di crisi nazionale, che uccise quattro pezzi grossi del regime, incluso il cognato di al-Assad e il Ministro della Difesa.


Sana, l'agenzia di stampa dello stato siriano, accusa i responsabili dell'attentato di essere in combutta con "l'America, il Sionismo e alcuni stati del Golfo", mentre l'Esercito Siriano Libero, il maggiore gruppo armato d'opposizione, nega ogni coinvolgimento.

I sospetti maggiori in merito alle responsibilità dell'attacco ricadono sulla fazione più estremista di ribelli anti-regime: Jabhat al-Nusra. La Coalizione Siriana Nazionale, il maggior partito di opposizione, pur attivo contro il regime al potere, condanna l'offensiva definendola "atroce".

E intanto la Russia, che continua ciecamente a prendere le parti di al-Assad, fa sapere attraverso un ufficiale dell'Ambasciata che l'edificio nell'attentato ha subito qualche danno, ma nessun civile ha risentito dell'esplosione.

Nel comunicato rilasciato giovedì notte dal suo portavoce, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha ribadito che l'uso di violenza e armi non porterà che ad altra violenza e distruzione, e il ricorso a una nuova soluzione politica è la sola via d'uscita, per sfuggire a un circolo vizioso di proteste che hanno dimenticato il loro obiettivo iniziale.

Il conflitto, iniziato il 15 marzo 2011 con manifestazioni pubbliche che esigevano riforme per conferire allo stato un profilo democratico, e presto divenuto guerra civile, a causa dell'assoluta rigidità di al-Assad rispetto a un rinnovamento della costituzione, ha visto civili e disertori dell'esercito unirsi in forze armate di opposizione talmente compatte da costituire un nemico difficile per il governo centrale.

Bashar al-Assad e il suo seguito perciò, totalmente incapaci di instaurare un dialogo con il popolo inferocito, e forse nella speranzosa attesa di assistere a una resa esasperata, continuano da due anni un'insensata mattanza.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares