Singapore, politica e nuovi media
E’ stato un piccolo shock, lo ammetto, sentire il discorso del Primo Ministro di Singapore al National Day Rally - una sorta di festa nazionale - del 17 agosto scorso e non sono l’unico ad aver avuto questa reazione.
Singapore è un regime in cui la libertà di espressione (e altre libertà) non è garantita e se ne potrebbe discutere ore. Non è questo l’argomento di questo post.
Confrontata con l’Italia la politica di Singapore sembra avanti anni luce. Le ragioni sono molteplici, ma ne cito solo alcune riferite al campo della comunicazione e della partecipazione rese possibili dai nuovi media e da Internet.
Nel suo discorso il Primo Ministro, in ordine sparso:
- effettua una dimostrazione della tecnologia di Qik per la trasmissione di video live dal telefonino;
- cita Singapore come paese che usa attivamente Facebook per comunicare con i cittadini;
- cita buone pratiche di altri paesi nel mondo, in Asia, da cui prendere esempio;
- afferma che alcuni servizi sono e devono essere 24/7, come aprire una impresa (in 20 minuti), pagare le tasse online con facilità, avere il rinnovo del passaporto subito o quasi;
- Internet cambia il rapporto tra politica e cittadino e il Governo ha il dovere di educare i cittadini ad un uso consapevole e corretto della rete.
Dico però che coltivare l’idea di un paese che possa sfruttare Internet per ridurre il divario tra cittadini e vita pubblica, tra cittadini e politica, non è utopia se all’estero queste cose succedono. Siamo sulla stessa Terra dopo tutto, no?
Voglio essere ottimista e mi limito a dire che abbiamo tanto da imparare.
Questo è il primo passaggio della parte del discorso sui nuovi media sintetizzata in un PDF e completamente online in video (12 minuti circa).
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