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Sicuri che l’obiettivo di Grillo sia governare?

Il programma di Grillo, ovvero la "presa del potere", è attendibile? E fino a che punto coincide con chi l'ha votato?

Un dubbio mi assale. Mettendo insieme i dati, i comportamenti posti in essere a partire dal risultato elettorale e le dichiarazioni di Beppe Grillo, ripetute sia sul suo blog che alla stampa, definita "spalamerda", secondo prassi del linguaggio colorito e insultante che usa l'ex comico verso l'universo mondo, c'è qualcosa che non torna.

Cerchiamo di fare un po' d'ordine.

Il programma elettorale del M5S, prevedeva una serie di punti, definiti obiettivi imprescindibili, che toccavano tutti gli aspetti della vita sociale, organizzazione dello Stato, diritti dei cittadini, economia, salute, istruzione, energia, ecc.

In nessun punto, né come premessa, né come corollario, si accennava al criterio con il quale si sarebbero perseguiti gli obiettivi.

D'accordo, le affermazioni di Beppe lasciavano già presagire una certa intransigenza verso chicchessia, la frase "ci vuole qualcuno che sussurri alle orecchie di tutti che è finita", così come "siamo alla rivoluzione francese senza ghigliottina", oppure "dare la fiducia a chi? Sono parolacce. Fiducia a chi? A persone che hanno disintegrato il Paese?"; aggiungiamoci poi il repertorio "psiconano, gargamella, morti che camminano...".

Indubbiamente era difficile ipotizzare una convergenza del M5S su un'alleanza o su un programma di governo, anche su un governo tecnico che Grillo aveva già bollato "da settore della psichiatria più che della politica".

Tuttavia era lecito ritenere che il repertorio propagandistico servisse più che altro a supportare il consenso dell'area naturale in cui pesca il M5S, genericamente assimilabile come area di contestazione antisistema, con l'obiettivo primario di mettere poi una task force in Parlamento che agisse come grimaldello istituzionale o quanto meno servisse ad alimentare la propaganda rivoluzionaria, attingendo dati direttamente alla fonte. Lo stesso Grillo più volte aveva sottolineato l'intento di "rendere trasparente il vermaio partitocratico".

Poi però è successo l'imprevisto e anche l'imprevedibile, uscito dalle urne.

Il risultato elettorale ci ha consegnato il M5S con una consistenza non da mero pungolo politico ma come sostanziosa forza parlamentare in grado di modificare gli equilibri tra le forze politiche, soprattutto alla luce della contemporanea débâcle del Pd conseguente al capolavoro bersaniano.

Insomma, nessuno poteva immaginare che avvenissero due fenomeni contemporanei di tale portata e tali da creare una situazione di equilibrio tripolare, perché, sia chiaro, che il dato del Pdl, per quanto i 'berluscones' continuino ad incensare la "rimonta di Silvio", aveva un vizio di fondo dovuto al fatto che il prototipo di elettore berlusconiano mente sistematicamente nei sondaggi, probabilmente per un rigurgito di pudore e per non essere eticamente individuato.

La faccenda per Beppe Grillo deve avere rappresentato uno sconvolgimento dei piani che, alla luce di ciò che dirò in seguito, è suonato come un campanello d'allarme. Il perché è chiaro, un conto è stare in Parlamento come comprimari, anche sostanziosi, e da lì sparare a zero gli anatemi, altra cosa è starci come compagine chiamata a responsabilità su scelte di governo.

E questo è cio che è regolarmente avvenuto su iniziativa del Pd che ha messo sul tavolo una proposta di intesa su obiettivi condivisi ma, soprattutto, mirati a chiudere definitivamente la partita con Silvio Berlusconi.

Poco c'entra anche l'ipotesi di una certa ritrosia a causa di una sorta di impreparazione della squadra parlamentare perché cozza con il panegirico che lo stesso Grillo ha sempre fatto dei suoi prescelti, giudicati a più riprese il meglio del meglio.

Comunque sia, Beppe Grillo e il suo alter ego Gianroberto Casaleggio hanno risposto picche, dando il via ad una raffica di no a qualunque ipotesi, ovvero nessuna apertura se non l'utopica e politicamente assurda soluzione di un governo monocolore del M5S.

Ipotesi che non ha nessun fondamento logico e politico dal momento che l'area moderata di questo paese, magari con diverse configurazioni, non consentirà mai una maggioranza estremista. Ne sa qualcosa il Pci di antica memoria. Questa la frase più demenziale di Grillo "il M5S prenderà il 100% dei consensi". Boiata pazzesca, ma nel frattempo?

Nel frattempo, la presa di posizione intransigente del guru ha gettato nel caos i grillini che si sono spaccati, e lo stiamo vedendo anche in questi giorni, tra i duri e puri della contestazione, rimasti appesi al format rivoluzionario, e coloro che ritenevano che il movimento-partito fosse una seria proposta per tentare concretamente il cambiamento.

A questi ultimi Grillo ha dato due risposte lapidarie: "Siete schizzi di merda digitale" e "avete sbagliato a votarci" .

Ma perché?

La mia spiegazione è di semplice e logica deduzione. Beppe Grillo come professionista e la 'Casaleggio Associati' come coordinatore del marketing organizzativo che sfrutta marchio e banner pubblicitari sul bloghanno interesse a farsi imbrigliare in una responsabilità di governo o comunque ad essere configurati come collaboranti?

A occhio e croce direi di no e il perché, a mio avviso, va ricercato negli introiti del blog (valutato oltre 20 milioni di euro) stimati (fonti de 'Il Sole 24 ore') in circa 145.000 euro giornalieri e che hanno già prodotto la moltiplicazione del reddito di Beppe di almeno tre volte, con prospettive per l'anno corrente di almeno cinque volte (stima tra i 5 e i 10 milioni di euro).

Un'inchiesta di Federico Mello su 'Il Fatto Quotidiano' illustra la aleatorietà della gestione dei proventi del M5S che è giuridicamente "una associazione non riconosciuta", nella quale Grillo è presidente e, contemporaneamente, amministratore e gestore dei fondi (non è prevista la figura di un tesoriere).

I fondi sono, oltre ai contributi di persone fisiche ed enti pubblici e privati, donazioni e lasciti testamentari, quota annua degli associati, eventuali proventi derivanti dalla fornitura di servizi. A questo si aggiungono gli introiti online che dicevamo e che hanno conosciuto, a partire dal 2012, un vero e proprio boom con un quasi raddoppio delle pagine cliccate.

Ma allora chi mi dice che tutte le ritrosie di Beppe non siano legate proprio a questa situazione patrimoniale? Che succederebbe se Grillo andasse ad impantanarsi in una azione di governo i cui esiti sono imprevedibili? Potrebbe continuare ad alimentare il sogno dei tanti sfigati che in lui vedono il messia? Che tipo di impatto avrebbero le sue performance professionali in veste di "complice" invece che in quelle di "denigratore e denunciante"?

Certo che se il buon Beppe aveva calcolato almeno una decina d'anni fuori dalla melma partitocratica a sbertucciare allegramente tutto e tutti e ad alimentare il suo personaggio, la chiamata ad una responsabilità diretta deve avergli complicato non poco le cose e messo il M5S in una empasse non di poco conto, se è vero, come è vero, che il rischio di defezioni in massa è molto concreto.

Ma allora si capisce la frase di Grillo "cari spruzzi di merda digitali avete sbagliato a votarci", se non ci votate (questo lo aggiungo io) mi fate un gran favore perché io così potrò continuare la mia strada senza che nessuno mi rompa le balle per cercare di trascinarmi dove non intendo andare e, soprattutto, dove non mi conviene andare.

Un noto statista democristiano, tutt'ora vivente e arguto quanto figura politica discutibile, che risponde al nome di Giulio Andreotti, soleva dire "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca".

Fate voi.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.64) 6 aprile 2013 17:07

    Il M5S ha, poche, regole contenute nello statuto (non statuto) e nel codice di comportamento del parlamentare, accettato e firmato da tutti i cittadini eletti. Esso dice che il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle non dovrà associarsi con altri partiti o coalizioni, se non per punti condivisi.

    Non capisco perché questo punto, fondamentale, del regolamento debba essere discusso ora. Sarebbe come se giocassimo a un gioco e tentassimo di cambiare le regole fondamentali a partita in corso.

    Ma poi, anche se lo volessimo tutti, per quale motivo il M5S dovrebbe votare un governo Bersani? Sulla base di quali passi in avanti, quali rassicurazioni, di quale cambio di atteggiamento da parte della vecchia politica?

    Grillo è il garante delle regole del movimento che ha creato. Cosa c’è di strano? Lo fa con durezza, ma non ne ha mai condizionato le scelte, ad eccezione di quelle che rappresentano le regole basilari del Movimento stesso.

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.50) 6 aprile 2013 17:10
    Giacomo Nigro

    Il gruppo vacanze Piemonte (cito Renzi che è invidioso di Grillo) ieri ha fatto una gita fuori porta per continuare a giocare, chissà quando si convinceranno che hanno reponsabilità serie e che, se non le affrontano, qualcuno potrebbe chiedernegli il conto e, potrebbe essere un conto salato... molto più di quello dell’agriturismo.

  • Di (---.---.---.50) 6 aprile 2013 17:49

    concordo pienamente con Giacomo Nigro, nel commento qui sopra...cioè l’M5S darebbe più in portanza ai loro pseudo regolamenti, che non al benessere della nazione ed all’ordinamento giuridico italiano ??

  • Di (---.---.---.109) 6 aprile 2013 18:03

    Va bene, Paolo si è convinto che bisogna anche "pensar male"...era ora!! Questa è la terza volta che lo approvo, da oggi non lo commento nemmeno più,

    Enzo

  • Di (---.---.---.149) 7 aprile 2013 10:54

    Bene Paolo, hai visto giusto, M5s è un partito inutile sul piano politico, ma utilissimo ai suoi due proprietari.

    Ma quanto tempo ci hai messo ad arrivarci!!! mi hi costretto per oltre un anno a inseguirti, riprenderti e contraddirti, tanto che a un certo punto mi hai etichettato "il mio abituale detrattore". Ma io ero sicuro che alla fine avresti capito. Troppo intelligente e disinteressato per poter stare dietro a Grillo, sia pure solo strumentalmente.

    A proposito della frase del noto politico, devo corregerti parzialmente, quella che citi tu è la versiuone dipietrista che al posto di "...si indovina" ci ha messo "...ci si azzecca"

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