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Si chiude il Calciomercato. E se anche il nostro calcio è in declino…

Tempo di vacche magre, per il calciomercato italiano. Ormai il trend è segnato, e sarà un’impresa ardua invertirlo: l’Italia arranca e sprofonda fuori dall’Olimpo del calcio che conta, dominato dalle potenze tradizionali Inghilterra e Spagna cui si è aggiunta meritoriamente la Germania. Noi, invece, perdiamo una squadra in Champions (da questa stagione ne qualificheremo solo tre e non più quattro) e vediamo l’appeal della nostra Serie A non colpire più i fini palati dei gourmet continentali. D’altronde ce lo siamo meritato: quando la legge che consente alle società calcistiche di costruire e gestire stadi di proprietà (cosa normale ad ogni altra latitudine del pianeta) vegeta in Parlamento da due e più anni, quando non si riesce a varare un provvedimento a tutela dei marchi e che combatta i falsi e i taroccamenti, quando si fa sciopero su questioni che nessun essere umano ha ancora ben compreso, beh, è ovvio che la stella dell’Arsenal piuttosto che del Real Madrid preferisca rimanersene dov’è.

La serietà è quel che ci manca: da De Laurentiis che in diretta tv insulta tutti perché un computer l’ha sorteggiato contro Milan e Inter a ridosso delle giornate di Champions, a Presidenti del calibro di Cellino e Zamparini che licenziano allenatori prima che il Campionato parta. Stadi fatiscenti sempre più desolatamente vuoti, barriere e reti che creano ingorghi che solo in Italia si vedono. Squadre che hanno fatto di tutto per conquistarsi un posto in Europa (Palermo) che poi si fanno eliminare a luglio dagli improbabili svizzeri del Thun. Avanti così e il pallone si sgonfierà sempre di più.

In questo quadro apocalittico, era ovvio che le compravendite estive non potessero regalare granché. E infatti sono state più le partenze di clamore (Eto’o e Pastore su tutti) a far notizia, mentre i nuovi arrivati (Forlan e qualche baldo giovanotto) rappresentano bene ciò che l’Italia pallonara è diventata: una periferia. Anni fa, e ce lo ricordiamo tutti, il 1 settembre i giornali titolavano sugli acquisti di Cannavaro, Buffon, Vieri, Ibrahimovic, Nedved, Nesta. Oggi, in prima pagina, si trovano Zarate e Nocerino. Segno dei tempi che cambiano, di un ridimensionamento che corre più veloce di quanto ci si potesse attendere.

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