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 Home page > Tribuna Libera > Servirebbe l’Uomo Ragno

Servirebbe l’Uomo Ragno

Spero che la politica abbia l’intelligenza di capirlo dopo che, con la sua stupidità, ha condotto il paese ad affrontare una nuova ondata della crisi finanziaria senza governo o, secondo le ipotesi più ottimistiche degli addetti ai lavori, con un governicchio.

Non sto rimpiangendo il governo Berlusconi, intendiamoci; quella collezione di nani e ballerine doveva andarsene e il suo Presidente del Consiglio, con il pericolo che rappresentava per le nostre istituzioni, messo nelle condizioni di non nuocere, ma resta che l’opposizione è arrivata alla crisi di governo, peraltro largamente prevedibile, completamente impreparata.

PD e IdV non sono stati capaci di fare il nome di un comune candidato alla presidenza del Consiglio, non hanno mai formato un governo ombra, non hanno mai presentato una contro-finanziaria di sorta o dimostrato in alcun modo di essere capaci di fare meglio del male che ha fatto il governo. Non hanno fatto opposizione, se non, e parlo del mio trattorista, urlando dei no, pure sacrosanti, ma che certo non dicono granché sulle loro capacità di governo.

Proprio il loro modo di fare opposizione, che è quello di qualunque opposizione italiana a qualunque governo, rinforza la mia convinzione che sia necessario affidare il Paese ad un personaggio fuori dalla politica.

Serviranno misure impopolari, chiunque sia al governo, per sopravvivere nei prossimi mesi; serviranno misure che genereranno scontento, nei prossimi anni, per far ripartire il paese dopo un trentennio di stagnazione.

Governare, insomma, costerà popolarità e voti, se lo si vorrà fare sul serio, e tutto ci possiamo permettere tranne un altro governo cerchiobottista che regga il timone del paese usando i sondaggi come carta nautica.

Nessuno dei politici nostrani ha il prestigio e l’autorità morale per dare al paese la guida di cui, in questo momento, ha disperatamente bisogno; tutti sarebbero perlomeno competenti nel condurre un opposizione che dica no a qualunque iniziativa che comporti sacrifici o cambiamenti, ma nessuno potrebbe parlare al paese intero e spiegargli perché certi sacrifici servano e certi cambiamenti siano necessari.

In una situazione del genere è interesse primario anche della politica che la politica faccia un passo indietro.

Si faccia pure il governo tecnico necessario a rifare la legge elettorale, ma poi, contrariamente a quel che affermano tanti, è necessario che tutte le forze politiche democratiche restino unite; i quattro principali partiti dell’opposizione individuino un candidato Presidente del Consiglio che goda del più alto prestigio, e non potrà che essere un nome che venga da fuori della politica, e una compagine di Governo formata, semplicemente, dai migliori, più competenti, preparati e rispettati, che accettino, una volta compresa la durezza del compito che hanno di fronte, di farvi parte.

Siamo al 1943, non al 1945 o, tanto meno, al 1948, e non solo dal punto di vista politico, ma anche economico e sociale.

La sopravvivenza del paese non ce la garantisce proprio nessuno; la sua ricostruzione, passata la fase più acuta della crisi, richiederà sforzi enormi.

Ce la fecero i nostri padri e ce la faremo anche noi, ma solo se resteremo il più possibile uniti.

Sento parlare di “ammucchiata”, commentando l’ipotesi di un governo di salvezza nazionale che sia sostenuto da Bersani, Di Pietro, Fini, Casini e dai rispettivi partiti o l'ipotesi, ancora più lontana, che questi partiti faccino fronte comune nelle lezioni prossime venture.

A me pare, invece, che vi siano ben poche differenze tra queste forze politiche sui temi dell’economia e che le discordanze vi siano, eventualmente, su temi etici e d’altra natura. Bene: di queste se ne occupi, come dovrebbe, il parlamento. Il dibattito parlamentare torni a svilupparsi liberamente e si creino e disfino maggioranze attorno a questo o quel disegno di legge d’iniziativa parlamentare senza per questo mettere in discussione il governo. Il parlamento torni, finalmente, a fare le leggi e il governo gestisca il paese applicandole.

Paradossalmente, facendo un passo indietro la politica farebbe un passo avanti.

E alla politica, anche una volta “appaltato” il governo a un Uomo Ragno che dalla politica non provenga, restano imponenti compiti da svolgere.

Deve restituire piena dignità e piene funzioni al Parlamento, abbiamo già detto.

Deve riparare i danni provocati dalle leggi berlusconiane, che vanno ben oltre quelli creati dall’immonda legge elettorale che ci ritroviamo.

Deve compiere una riflessione sulla struttura dello stato.

Io, da Azionista, sono anche un federalista convinto e credo che il federalismo sia fondamentale sia per garantire l’unità nazionale che, semplicemente, per gestire un paese così multiforme come il nostro. Resta che il federalismo non può nascere come imposizione di una parte d’Italia sulle altre; deve sorgere dall’accordo tra tutte le aeree del paese. Dev’essere un federalismo solidale, che individui obbiettivi di crescita differenziati, per far sì che il baratro che ora separa Nord e Sud in termini di ricchezza e tenore di vita vada finalmente restringendosi. Un simile federalsimo non puo nascere a colpi di decreto legge o, in ogni modo, per iniziativa di un governo; deve essere il frutto di profonde riflessioni del parlamento e godere dell'approvazione di tutte, o quasi, le forze politiche.

Introducendo elementi di presidenzialismo, in un sistema di controlli e di bilanciamenti pensati per il parlamentarismo puro, abbiamo creato il disastro che è sotto gli occhi di tutti; rimediare a questa situazione richiede un aggiornamento della nostra Costituzione: un’operazione che ha senso e validità solo se compiuto da una vera e propria assemblea costituente, eletta con un sistema puramente proporzionale che decida, tenuti ben saldi i principi, che forma dare alla nostra democrazia.

C’è tantissimo da fare per la politica insomma, ma a governare, per qualche anno, ci pensi qualcuno di cui gli italiani, tutti o quasi, abbiano stima e piena fiducia.

Uno così, mi dispiace, ma tra i nostri politici non mi pare ci sia.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.141) 18 novembre 2010 20:15

    Il ritorno del Cavaliere.
    Ancora 3 settimane utili all’attuale coalizione di governo per “rinverdire” le ragioni del consenso.
    A partire da una “accelerazione” nell’espletamento dell’attività esecutiva, da una “anticipazione” di provvedimenti (minimi) attesi da varie categorie sociali e da una martellante “captazione” di successi registrati in tema di sicurezza.
    Un tempo sufficiente per uscire dal “cono d’ombra” degli ultimi mesi contando anche sulla caducità della memoria umana. Un’azione di recupero di “credibilità” in grado di influenzare anche quei parlamentari oggi dubbiosi o dissidenti.
    Sullo sfondo un collaudato ventaglio di tecniche atte a “rinverdire” il Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione mediatica …

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