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Sembrava granito, ma era argilla

Oggi lo scenario è quasi ironico nei confronti di chi, alla caduta di Prodi, era visto da molti come una speranza granitica, assolutamente incapace di produrre scismi.

Fino a pochi anni fa puntavano il dito contro la fragilità del governo Prodi II. Il carattere rissoso di quella compagine, insanabilmente divisa a causa della incapacità delle varie “anime” della coalizione di convivere pacificamente, fu uno dei motivi che ostacolarono l’azione di governo, facendo una pessima impressione agli italiani. Se poi aggiungiamo che l’allora maggioranza era tale per un numero ridicolo di parlamentari, cominciamo a capire il senso delle aspre critiche dell’allora opposizione (oggi maggioranza), capitanata da Silvio Berlusconi, in tema di fragilità.
 
Oggi lo scenario è quasi ironico nei confronti di chi, alla caduta di Prodi, era visto da molti come una speranza granitica, assolutamente incapace di produrre scismi.
Silvio Berlusconi, che vinse le ultime elezioni anche grazie alla “morbidezza” mostrata dal maggior partito d’opposizione, il Partito Democratico, si trova ora in una situazione decisamente poco positiva.
 
Se l’autoesclusione dalla compagine di centrodestra da parte di Casini poteva essere in qualche modo superata senza eccessive preoccupazioni, il recente strappo dei cosiddetti “finiani” ha destato scalpore, provocando un vero e proprio terremoto nella maggioranza. Il fatto che il cofondatore del PDL, Gianfranco Fini, si sia svincolato dalla logica autoritaria di Berlusconi, arrivando ad essere addirittura cacciato per mezzo di un documento definito “stalinista”, è sintomo inequivocabile del periodo nero che sta vivendo il governo.
 
Non si può, inoltre, dimenticare che la Lega Nord è un alleato potenzialmente letale (vedere cosa accadde nel ’94) e, allo stato attuale, lo è ancora di più, dal momento che, con l’uscita dei finiani, il suo potere si è fatto ancora più grande.
 
Berlusconi è, dunque, sempre più solo. E sempre più debole. La politica è spesso ironica e imprevedibile: quello che, alla caduta del governo Berlusconi I, era il peggior nemico (e mi riferisco chiaramente a Bossi), ora è l’ancora di salvezza. Ma anche il possibile colpo di grazia
 
Quello che era un alleato stabile (sebbene non molto simpatico, essendo Fini e il premier due politici molto diversi fra loro) ha fatto le valigie.
 
La speranza granitica si è dunque rivelata molto argillosa, e le sorti di questo governo sembrano davvero compromesse, così come compromesso è sicuramente il “berlusconismo”.

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