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Se ti condannano, fatti un partito

La nascita di Forza Italia vers. 2.0 impone alcune considerazioni su questioni di fondo imprescindibili.

Oggi verrà formalizzata la nascita del nuovo partito che avrà come fondatore -presidente-finanziatore Silvio Berlusconi e che si chiamerà Forza Italia. Diciamo subito che, per quanto il nome possa suggerire un ritorno all'antico, di fatto si tratta di una nuova formazione politica a tutti gli effetti che presenta almeno due aspetti inusuali:

  • il primo è che viene fondato in sovrapposizione ad un partito esistente, ovvero il Pdl, che fa riferimento allo stesso soggetto fondatore, nonchè presidente, nonchè finanziatore.
  • Il secondo è che viene formalmente fondato da un pregiudicato.

La cerimonia, se così si può definire, si dovrebbe tenere oggi contestualmente all'inaugurazione della nuova sede in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma che, secondo anticipazioni del quotidiano di famiglia Il Giornale, dispone di spazi più ampi della attuale sede in via dell'Umiltà, sarà più funzionale e costerà anche meno. Un edificio che ha vicini di casa come Gianni Alemanno, presidente di Fondazione Nuova Italia ed alcuni studi legali che possono sempre fare comodo alla bisogna. È un palazzo storico che è stato frequentato da personaggi illustri come Massimo D'Azeglio e Giulio Andreotti. Dispone di un ampio salone di 150 mq, splendente di marmi pregiati, stucchi, splendidi affresci, quadri e lampadari di cristallo, che è già stato battezzato come "Il salone degli specchi". Al centro del salone troneggia un enorme tavolo che potrà ospitare ben 36 persone. Pur non avendolo mai visto dubito che avrà una forma rotonda dal momento che avrebbe l'inconveniente di non disporre di una posizione dominante. Insomma dubito che siamo nell'ottica paritaria di re Artù. Fuori, appese ai balconi, sventoleranno le bandiere di Forza Italia.

La più entusiasta di tutti è Daniela Santanché che, in una intervista al quotidiano Il Tempo, si augura una rifondazione in toto, nell'ottica di un partito presidenziale d'attacco (contro la magistratura politicizzata ovviamente) e senza segretario, rifilando così una stoccata ad Angelino Alfano che, con ogni probabilità, da domani vivrà momenti difficili.

La parentesi inaugurale segue di un giorno l'esito del giudizio della Giunta del Senato che ha bocciato la relazione di Augello, pregiudiziali comprese e che, con l'iter previsto dai regolamenti parlamentari, entro un mese porterà con ogni probabilità alla proposta di decadenza dalla carica di senatore di Silvio Berlusconi, proposta che poi verrà sottoposta alla ratifica (sorprese a parte) del Senato.

Ma la giornata di ieri è stata anche quella dell'atteso (no so da chi) "messaggio televisivo" di Silvio. Niente reti unificate, ma stessa scenografia di venti e passa anni or sono, stesso doppio petto blu, camicia azzurra e cravatta di ordinanza, stesso contesto famigliare con foto che ricordano "una storia italiana", stesso afflatto nei confronti dei suoi elettori chiamati ad una guerra santa contro i comunisti e la magistratura politicizzata, nel nome delle sue verità rivelate, quindi il finale con un tocco di commozione e la mano portata sul cuore per esprimere tutto l'amore per il suo paese, l'Italia.

Una quindicina di minuti di stucchevole rappresentazione teatrale di una tristezza infinita. Il monologo ripetitivo ed ossessivo di un individuo invecchiato, apparso imbolsito e al tramonto politico che poteva rivolgersi soltanto a chi vive nel mondo immaginifico di questo grande illusionista.

E allora, prendiamo atto che si inaugurerà una nuova strada nella politica italiana, quella di soggetti con condanna penale definitiva che fondano un partito. Fa seguito ad un precedente, quello di Beppe Grillo, condannato per omicidio colposo a quattordici mesi di reclusione, e fondatore del M5S.

Sia ben chiaro che le due vicende sono affatto differenti, visto che Silvio è stato condannato per frode fiscale, mentre Grillo a seguito di un incidente stradale in cui persero la vita tre persone. Tuttavia è indubbio che siamo, almeno sul piano formale, già a due su tre soggetti che caratterizzano il quadro politico di questo incredibile paese.

Rimane fuori il PD che, forse per fortuna o per merito, non ha un padre fondatore unico e assoluto, ma vive di una pletora di personaggi pronti a scagliarsi l'un contro l'altro alla prima occasione che si presenta. Il vantaggio è che se anche qualcuno finisce in galera, c'è subito pronto chi lo rimpiazza, basta fare una tornata di primarie e il gioco è fatto. Vantaggio della pluralità litigiosa o più semplicemente della democrazia?

 

Foto Forza Italia: http://www.pdl.it/

Foto Berlusconi: Alessio85/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.84) 19 settembre 2013 17:47

    Se personaggi come Berlusconi sono ancora in circolazione nel panorama politico italiano lo dobbiamo unicamente alla pavidità, protervia e inettitudine del gruppo di oligarchi che gestisce l’elettorato di sinistra, elettorato a sua volta cieco verso gli errori dei propri - irresponsabili - rappresentanti.

    L’inettitudine e l’attaccamento alle poltrone di questo gruppo di oligarchi è tale che un quarto dell’elettorato italiano stanco di Berlusconi ha deciso di votare per il partito personale di un altro pregiudicato, peggiore del primo, la cui unica proposta politica era quella di punire i parlamentari PDL e PD.

    Ma dove lo trovate un paese come l’Italia dove uno come Bersani dopo aver condotto il suo partito alla più grave sconfitta elettorale degli ultimi 60 anni, invece di ritirarsi a vita privata (godendosi un immeritato e sostanzioso vitalizio) ancora imperversa, pretende e pontifica??!!.

    Non abbiamo scampo solo un potente ESORCISMO può salvarci,

    • Di paolo (---.---.---.128) 24 settembre 2013 14:57

      Se il problema fosse solo Bersani . Pensa a Tremonti che continua a imperversare sui media con le sue ricette economiche come se nulla fosse.
      E i media addomesticati di questo paese continuano ad invitarlo per sentire i suoi preziosi consigli ,ci mancasse che ce ne perdiamo uno .Indecente.

  • Di (---.---.---.204) 19 settembre 2013 19:42

    Elementare >

    Da mesi si leggono e si ascoltano le roventi invettive di Berlusconi contro quella Magistratura che da anni lo vuole “espungere” a colpi di sentenze di condanna.
    Per contro tiene a ribadire la sua intatta “onorabilità” ed il ruolo indiscusso di leader del centrodestra che dimostrerà rilanciando Forza Italia, partito dell’amore e della libertà.

    Elementare è la conseguente strategia.
    Berlusconi intende evitare, in ogni modo, che l’Aula del Senato si esprima sulla sua “decadenza” prima che la Corte di Appello abbia disposto la sua “interdizione” dai pubblici uffici.

    L’obiettivo è chiaro.
    Una cosa è venire “esclusi” per mano di un “contropotere politicizzato” che ha come “missione” la via giudiziaria al socialismo.
    Tutt’altra cosa è essere “espulso”, con voto segreto dei membri eletti del Senato, per il “decaduto” possesso dei requisiti di “onorabilità” stabiliti dalla legge.
    Di certo Berlusconi non potrebbe recuperare “credibilità” negando che i Senatori sono rappresentanti di quella sovranità popolare a cui lui spesso si appella.
    Invece, se prima arrivasse la sentenza della Corte di Appello, potrebbe “prevenire” qualsiasi rischio di “decadere” da Senatore rassegnando le dimissioni. Gesto attribuibile a senso di responsabilità che anche Napolitano potrebbe “apprezzare”.

    In assenza di un “formale” responso parlamentare Berlusconi potrebbe continuare a professarsi “vittima” di un’ingiustificata e proditoria “persecuzione” giudiziaria. A tutto vantaggio del ruolo e dell’azione politica svolta al di fuori del Parlamento.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore o limiti fino a …

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