• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > ‘Se non Bindi, non brindi’, l’alternativa “Spinaceto”

‘Se non Bindi, non brindi’, l’alternativa “Spinaceto”

Compagni: la faccio breve, ne abbiamo già parlato. Mi saprete dire. Lo so, lo vedo: siete stanchi. Siete provati. Sia la prima che la seconda repubblica vi hanno messo alle corde, stritolato in una morsa che non vi permetteva d’accedere ai palazzi del governo, un tempo, d’arrivarci con anima e coalizione dichiaratamente progressiste poi. Mettiamoci lo svilimento di sedici anni così: vi capisco, compagni. Compiango. E vi sembra di non trovare alternative ad una morte orgogliosa, da esuli politici, nella speranza di un paradiso socialista. Avete sì conosciuto Berlinguer, avete accarezzato il sogno di Occhetto e quello di Ingrao, avete imparato nomi come Turigliatto, FolliniFerrando. E non vi sembra l’ora di voltare pagina. Lo so, compagni. Ma l’oggi va, il passo è spedito, e andiamo di fretta.

Non c’è tempo, adesso, di rottamare né di declamar poesie. Niente rime, nessun ricambio, ché sono pratiche che impegnano anni, anche decadi intere. Il problema, compagni, è un altro. Da qui a Natale questo governo rischia di implodere, il presidente della Repubblica accogliere le esortazioni del premier, e condurci a elezioni anticipate. Noi, compagni, non lo vorremmo. Ma quasi vinceremmo, a leggere i sondaggi. ‘Quasi’: ché manchiamo di leadership, per quanto buffo eppure credibile appaia Bersani, quanto popolare possa sembrare Vendola. Manca una sintesi, una figura convergente, dai tratti competitivi, innovatori, eppure vissuta.

Già vi sento, compagni, intercalare: si badi alle coalizioni, prima. Si scelgano i compagni di viaggio. E prima ancora, si stili un programma da ossequiare, un progetto di paese. E c’avete ragione. Ma farlo, credete – e v’esorto -, è roba da poco. Dallo sfascio, si parte dalle basi. A tabula rasa, si ricostruisce coi rudimenti della prima ingegneria, le regole base della geometria liceale, gli schizzi semplici dell’architettura del primo anno di università. Un cerchio semplice, due squadre e una matita, per rimetter in moto sinistra e paese. Pochi punti, chiari e necessari, un tracciato che non potrà scontentar nessuno, con guida sicura che faccia da capo e da limite, i confini dell’area da presentare agli elettori.

Ci guardiamo attorno, compagni, e chi vediamo? Vediamo lei. E’ lì. Sorride. E’ Rosy Bindi. Pensateci: donna, odiata e vessata da destra, cristiana eppure combattiva, mai compromessa, credibile, capace di attrarre il voto moderato e quello più oltranzista, rispettata nel giro come capace vicepresidente della Camera, leale e oggetto di lealtà, spesso esterna – a vedersi – alle correnti intestine. Cattolica, mai bigotta. Mediaticamente efficace. Geograficamente ibrida, buona per Nord e Sud. Soprattutto, nemesi sessuale di Silvio Berlusconi. Che, braccato, non potrà che portare lo scontro sul machista. E lì perdere. Tv o no. Un’alternativa “Spinaceto”, alla Moretti: “Ma infatti, non è niente male”. Pensateci, compagni. E più non domandate: avete applaudito Briguglio, avete votato Prodi, pianto con Fazio. Potete scegliere Bindi, almeno per questa volta. Ché se non Bindi, non brindi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares