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Se ne è andata, vinta da un aneurisma cerebrale, Enza Tommaselli la segretaria di Bettino Craxi:dopo Tangentopoli si era ritirata a Sanremo

Rimase al servizio del leader socialista per più di due decenni, presidiando fedelmente l'ufficio, allora " mitico" di Piazza Duomo a Milano. 

Se ne è andata quasi in punta di piedi all'età di settantasette anni in un anonima stanza del reparto di neurologia dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, ove era stata ricoverata a seguito di un aneurisma cerebrale che l'aveva colpita un mese prima nella sua casa di Sanremo, lo scorso tredici gennaio Enza Tommaselli che fu negli anni settanta ed ottanta del secolo scorso la "mitica" Segretaria del leader socialista, per due volte Presidente del Consiglio, Bettino Craxi.

Il nome di Enza Tommaselli non dirà certamente nulla agli infra- quarantenni di oggi ma certamente a chi inizia ad avere i capelli grigi e bianchi, soprattutto se di fede socialista, evoca gli spensierati anni della "Milano da bere" quando i potenti d'Italia frequentavano con il cappello in mano l'ufficio di Piazza Duomo diciannove a Milano ove Craxi aveva posto il suo quartier generale. Di quell'ufficio la Tommaselli era la vestale laica. Fedelissima al capo ne gestiva con mano ferma gli appuntamenti curando ogni cosa con maniacale precisione specialmente tra il venerdì pomeriggio ed il martedì mattina quando l'allora Premier, e uomo più potente d'Italia, generalmente da Roma si trasferiva a Milano.

Nata nel 1937, la Tommaselli, da sempre socialista riformista, nel 1964 entrò a far parte a Palazzo Marino, sede del comune meneghino, dello staff di Aldo Aniasi, il grande sindaco socialista della Milano del boom economico già "mitico" capo partigiano in Val d'Ossola. Furono anni frenetici che trasformarono il capoluogo lombardo in una vera e propria città europea: con Aniasi si inaugurò la prima linea della metropolitana milanese, la storica " linea rossa". Molta parte del successo dell'Amministrazione Aniasi fu dovuta anche all'efficienza del suo staff in cui brillava l'impegno della Tommaselli. Il nuovo "enfant prodige" del socialismo riformista milanese Bettino Craxi, da poco assurto al ruolo di segretario della più potente Federazione socialista italiana, la notò e le propose di diventare esclusivamente la sua segretaria personale. Il potere della Tommaselli, ovviamente, aumentò quando nel 1976, dopo il burrascoso congresso dell'Hotel Midam a Roma, Craxi diventò il Segretario nazionale del partito. Aumentò ancor di più, sino a trasformarla in una sorta di venerata "sacerdotessa laica", dopo il 1983 allorché il leader socialista diviene Premier.

Erano gli anni in cui il primo governo italiano a guida socialista del dopoguerra trasformò Milano nel baricentro non solo della politica italiana ma persino di quella europea. La guerra dichiarata a Craxi del Partito Comunista di Enrico Berlinguer, da una parte, e quella sotterranea dell'alleato di governo democratico- cristiano, dall'altra, porteranno comunque alla rovina l'esperienza del socialismo riformista all'italiana che sicuramente precorse il " blairismo" britannico del decennio successivo. Craxi per rimanere a galla fu indotto a cercare, anche illecitamente ,finanziamenti occulti tra gli imprenditori. Era una pratica comune un po' a tutti i partiti, ma sin dal 1992 l'attenzione di tre giovani magistrati inquirenti, Di Pietro, Davigo e Colombo, del Tribunale di Milano si concentrò sui finanziamenti illeciti al Partito Socialista.

La Tommaselli, a causa della sua funzione, fu la principale testimone di quel fenomeno di malcostume nazionale che passò alla storia con il nome di "Tangentopoli" ma sempre rimase, non tradendolo, sempre fedele al capo, venendo arrestata nel 1994 e finendo nel carcere giudiziario di San Vittore. Craxi, intanto, era riparato ad Hamammet, in Tunisia. Neanche a farlo apposta nel penitenziario della sua città la Tommaselli si ritrovò a condividere la propria cella con una giovane prostituta tossicodipendente tunisina, accusata di furto e rapina impropria. Era un metodo allora assai in voga tra i magistrati del pool Mani Pulite quello di mettere in cella gli accusati di Tangentopoli, facendo loro scontare una lunga carcerazione preventiva, insieme a criminali comuni al fine di indurli rapidamente a confessare. La Tommaselli comunque non crollò ed al processo fu condannata ad una pena lieve sì da essere scarcerata. Il clima che si respirava a Milano in quegli anni era comunque da inquisizione ed ogni cittadino si sentiva un po' un Torquemada.

Per strada l'ex segretaria di Craxi, che nell'Ufficio di Piazza Duomo non aveva ricevuto soltanto socialisti ed imprenditori corrotti collettori tangenti come Larini, anche lui arrestato insieme alla donna, ma soprattutto grandi personaggi politici a livello europeo e mondiale come l'ex Segretario di Stato statunitense Henry Kissinger o il dissidente ceco Vraclav Havel o gli esiliati greci del Pasok durante il regime dei colonnelli, veniva aggredita ed insultata quasi quotidianamente per strada. Fu soprattutto per tali motivi che, dopo la separazione dal marito ed un'altra disavventura giudiziaria non legata a Tangentopoli, la Tommaselli si rifugiò nella defilata e tranquilla Sanremo dove prese in affitto un appartamentino nella prestigiosa strada Solaro. Qui in una mattina dicembrina dell'anno appena concluso è stata colta da un malore. Ha fatto in tempo a chiedere aiuto ai vicini mentre perdeva sangue dalla bocca. Soccorsa tempestivamente è stata prima trasportata all'Ospedale della " Città dei Fiori" e poi al più attrezzato nosocomio del Savonese ove si è spenta. La sua salma è stata cremata e le sue ceneri disperse in mare mentre risuonavano le note dell'Internazionale. Lascia una figlia adulta che lavora, è un'affermata professionista, a Dublino in Irlanda.                                  

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