• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Se la sinistra PD fa accordi con Renzi e non si sporca le mani

Se la sinistra PD fa accordi con Renzi e non si sporca le mani

Se Bersani si accorda con Renzi, l’assurdo diventa reale. E allora può accadere di tutto, anche che le foto di Serra e Marchionne sostituiscano le foto di Berlinguer e Gramsci nei circoli PD. Oggi accade che la sinistra PD è a pezzi e ciò non dipende da un destino cinico e baro, ma dalle capacità di Renzi e dal cosidetto riformismo di governo. Renzi ha pagato poco, per dividere la sua opposizione: una presidenza ad Orfini e a Bersani la promessa di non chiedere la fiducia su un DL in bianco e il reintegro per i licenziamenti disciplinari. Questo è quello che ha ottenuto la sinistra PD, ben poca cosa e comunque niente che abbia il sapore di sinistra.

E allora a cosa può servire il dialogo con Renzi e i renziani?

Forse, se tutto va bene, a ritardare la corsa all'indietro, ma non ad invertire la marcia. Cosi per il jobs act si può ottenere la conservazione dell'art 18 della Fornero, ma non il ripristino dell'art 18 precedente alla riforma Fornero e la riduzione da 46 a 40 dei contratti precari, non ad averne i 6 che servono.

E allora è venuto il momento, per la sinistra PD, di farla finita con la politica di palazzo. Non è possibile inseguire, con tatticismi esasperati, l'attività strategica della maggioranza, che sta cambiando la natura del partito. Bisogna cercare di percorrere la strada dove si possono meglio servire le idee della sinistra. Rimanere nel PD è la via migliore? E per che cosa, per dare una parvenza di sinistra a un partito di destra, che non è quella della ricerca e della innovazione, della qualità dei prodotti, ma quella del basso prezzo e del basso costo? Certamente nessuna sinistra degna di questo nome può dire di si alla svolta autoritaria della riforma del senato, alla formazione di un partito autoritario che viola l’art. 67 della Costituzione, al patto del Nazareno. Nessuna sinistra, può accettare che la volontà di Berlusconi e Verdini sia prevalente rispetto a quella della minoranza PD.

Intanto, nessun accordo con il signor Leopoldo, con quest'uomo che disprezza i lavoratori, i sindacati e odia la sinistra, con l'amico di Marchionne.

C'è un obiettivo chiaro da perseguire ed è il ripristino dell’art 18 del 1970 e la universalizzazione dei diritti dei precari, degli studenti, dei lavoratori italiani, polacchi, francesi, inglesi, di tutti i lavoratori europei. E questo non può essere ottenuto accordandosi con Renzi, ma sporcandosi le mani. La sinistra PD deve votare contro ogni cosa che non la convince, disertare la direzione, andare nelle fabbriche in crisi, nelle periferie abbandonate, sotto le scuole e vicino ai precari e dando alla gente. 

Oggi le contraddizioni di questo PD, che si chiama di sinistra ma che fa una politica ultra-berlusconiana, sono sentite sulla pelle della gente. Oggi la gente non si sente rappresentata e la rabbia esplode. E allora è più di sinistra esasperare questa assenza di rappresentanza con un accordo con Renzi, o offrire alla povera gente un soggetto politico di riferimento. E’ più di sinistra lasciare a se stessa la rabbia dei precari, degli studenti, dei disoccupati, o canalizzare questa rabbia verso la lotta e l’opposizione per la conquista di obiettivi concreti?

La sinistra PD deve dare alla gente quello che si può dare: oggi la rappresentanza politica, domani i diritti globali.

Oggi il lavoratore marcia all'indietro. Oggi ai lavoratori vengono sottratti i diritti conquistati in anni di lotta. La fase in cui l’operaio chiedeva e trattava con la controparte il suo stipendio, nel rispetto dei suoi diritti fondamentali, è affondata nelle sabbie mobili della globalizzazione e del ricatto della delocalizzazione.

In questa fase l'unica difesa è l'attacco. A meno che gli obiettivi della sinistra PD non siano gli accordi al ribasso, il male minore. Bersani, quando ha seguito questa linea e ha dialogato con Fornero, ha dato il primo colpo di piccone all’art 18. E così oggi si trova a dialogare, non per fare un passo in avanti, ma per fare ancora un passo indietro, non per ripristinare l'art. 18 del 1970, ma per impedire l'ulteriore ridimensionamento di un diritto già ridimensionato.

Oggi vanno avanti quelli che si sporcano le mani, con il disagio e la sofferenza. Certo c'è Salvini che strumentalizza ogni cosa per un voto, ma c'è anche Landini che si batte per conquistare qualche risultato e risolvere qualche problema.

E Renzi? Renzi sta fuori gioco perché non si sporca le mani.

La sua anestesia sta per finire, i primi scricchiolii cominciano a sentirsi. Se non è in caduta libera, comincia a perdere consensi. Ma non sono i margheritini, gli imprenditori, che lo mollano, ma la gente di sinistra. E questo dovrebbe mettere sull’avviso la sinistra PD. Oramai il PD ha un suo zoccolo duro, fatto di gente di destra. E allora resta una sola strada da seguire, sporcarsi le mani per aiutare chi soffre e dare una speranza alla rabbia di chi non ha futuro. E se, per fare ciò, è necessario uscire dal PD, la sinistra PD esca dal PD, perché è meglio la speranza e il sogno in un partito piccolo che aiutare questa nuova destra che si chiama Partito Democratico.

 

Foto: BEE FREE, Flickr.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità