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Se la povertà è una condizione da sanzionare

Fogli di via, espulsioni, sfratti, padri separati che finiscono per strada, intolleranza. Presentato a Bologna il rapporto annuale di "Avvocato di strada".

La povertà non è più una condizione che susciti solidarietà (laica) o carità (cattolica). Non è più un dono che porta a Dio, secondo la concezione cristiana, secondo Max Weber precedente all’avvento del protestantesimo in generale e del calvinismo in particolare. Il “senza lavoro”, il “senza tetto”, il “barbone”, l’“emarginato”, il “diverso”, il “deviante” da una società ipocrita, sorridente e ammiccante come le trasmissioni tv, in cui tutto brilla di lustrini e falsità, lontanissime dalla vita reale, è visto con fastidio. Anzi, lo si colpevolizza. E la legge lo sanziona. Duramente. Tutto ciò anche in presenza di una gravissima crisi economica che travolge anche chi vuole lavorare e/o ha sempre lavorato seriamente per tutta la propria vita.

Tale “sensazione” è confermata dai dati forniti dal rapporto annuale dell’Associazione Avvocato di strada onlus, presentato lo scorso 28 aprile, a Bologna, presso la sala consiliare del Quartiere Porto, nel corso del convegno "I diritti al tempo della crisi": sanzioni “contro la povertà”, fogli di via, padri separati che finiscono in strada, decreti di espulsione, permessi di soggiorno, problematiche legate alla patria potestà e ai figli minori, sfratti, aggressioni subite. Sono questi alcuni dei principali casi seguiti dai legali volontari dell’associazione fondata e presieduta da Antonio Mumolo.

"Durante l’anno 2011 – ha affermato Mumolo – sono state aperte dai nostri avvocati volontari 2.360 pratiche. Nei dodici mesi precedenti le pratiche erano state 2.212: un incremento dovuto a diversi fattori, fra cui senza dubbio la crisi economica che ha indebolito ulteriormente categorie già fragili e ne ha create di nuove. Dai dati globali emerge una prevalenza di persone di origine extracomunitaria (1.392 pratiche, il 59% del totale), ma sono ancora in crescita gli italiani, che sono stati 732, pari al 31% del totale: erano stati 395 nel 2008. In aumento anche il numero delle pratiche che riguardano donne finite in strada e che sono state 779, pari al 33% del totale".

Metà dei casi seguiti dall’Associazione Avvocato di strada riguardano il diritto amministrativo, tra cui quelli relativi ai diritti dei migranti: permessi di soggiorno, decreti di espulsione, asilo politico e protezione sussidiaria, ricongiugimenti familiari e cittadinanza. I 351 casi relativi all’asilo politico e alla protezione sussidiaria sono indicativi dello stato d’abbandono in cui versano le persone che arrivano in Italia in fuga da paesi in guerra. Su un altro versante, poi, di questi tempi risaltano drammaticamente le pratiche per indebitamenti e cartelle esattoriali.

Infami e odiose le “sanzioni contro la povertà”: 33 persone nel corso del 2011 si sono rivolte agli avvocati di strada perché erano state multate per aver chiesto l’elemosina, per vagabondaggio o per aver mangiato e dormito per strada. Mentre, tra le pratiche di diritto civile, le due maggiori casistiche riguardano il diritto alla residenza e il diritto del lavoro. Le pratiche di diritto penale sono solo il 15% dell’attività di Avvocato di strada. Tra i casi più frequenti relativi si segnalano i procedimenti in qualità di persona offesa: ben 63 persone nel corso del 2011 hanno avuto bisogno di una tutela legale perché sono stati aggredite, minacciate e derubate mentre dormivano in strada. Dati in crescita.

La speranza degli homeless nel vedere tutelati i propri diritti e la propria dignità risiede anche nelle inaugurazioni di nuove sedi dell’associazione a Salerno, Vicenza, Piacenza, Venezia, Palermo, Catania e Siracusa. Sono così diventate 26 le sedi dell’Associazione nazionale. Secondo Mumolo, esse costituiscono al contempo la testimonianza e concretizzazione del "contributo dato da tanti volontari e cittadini comuni per la costruzione di una società più giusta, in cui tutte le persone siano davvero uguali davanti alla legge e tutti i diritti vengano ugualmente tutelati".

Rino Tripodi

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