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Se la morte di un operaio non ferma il lavoro. Cosa stiamo diventando?

Come cambiano velocemente i gusti e il modo di sentire in questo nostro strano Paese. Da un filoamericanismo diffuso, a un pan germanesimo strutturato su un modello culturale che intacca il nostro vissuto strutturandolo su un prototipo di precisione che annulla quasi la nostra identità di uomini... Fa parte forse di questa realtà che ha perso valori e ideologie legate a un freddo mercato che senza umanità emana sentenze di condanna verso economie considerate deboli. In vista di ciò ci assoggettiamo a un esempio culturale che non ci è mai appartenuto avallando l'idea che i tedeschi da sempre hanno avuto di loro stessi: padroni assoluti della vita e della libertà di un migliaio di selvaggi nudi. 

Selvaggi che pur di garantirsi un osso con la ferocia dovuta alla lotta per la sopravvivenza, riescono a non provare nessun sentimento d'umana pietà. E così succede che un operaio dell'Ilva muore e tra l'indifferenza generale viene coperto da un lenzuolo. Come se fosse morto uno scarafaggio si torna a lavorare. La produzione non può fermarsi, vita e morte si dissolvono e finiscono per essere concetti vuoti astrusi, privi di significato. Può una società, o meglio esseri umani abbruttirsi al punto tale, da non sentire nel petto il cuore che si spacca davanti a un compagno che poco prima era dei loro e ora giace a terra esanime, privo di vita, quella stessa vita che pochi istanti prima alitava nelle sue narici e lo faceva respirare? Può una crisi stravolgere a tal punto il comune sentire da non battere ciglio e lasciare un loro collega a terra con il volto coperto da un lenzuolo?
 
Sembra di sfogliare un libro degli orrori e la mente corre a quei lager nazisti, dove gli uomini spogliati del loro essere tali, morivano di stenti e lavoro e anche se i loro compagni di sventura giacevano a terra morti si doveva lavorare per non incorrere nell'ira delle nerbate dei sorveglianti il campo. Se questo significa essere uomini, io non voglio appartenere a questa razza. Un individuo prima ancora che una pedina di un meccanismo è un insieme di carne e sangue che scorre nelle vene. E' la somma di un pensiero che non può essere cancellato, è una serie di impulsi, passioni, emotività, oltre che ragione. E in questo momento il sonno della ragione sta generando mostri. Se un uomo perde la dignità non è più tale. Questa non è certo ciò che si può definire vita.
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