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Se il Barcellona vince 5 a 2 contro dei dilettanti

Analisi del voto regionale. 

Se il Barcellona vincesse 5 a 2 con gli amatori del Montecalvoli, la notizia non sarebbe la vittoria dei blau-grana, ci sarebbe da domadarsi come abbiano fatto dei dilettanti a rifilare due gol al Barcellona.
 
Gli aficionados di Renzi si consolano con il risultato del campo, ma la sostanza resta: la squadra ha giocato male ed i tifosi sono scontenti, attenzione perché in futuro potrebbero disertare lo stadio.
 
Una volta tutti gli esperti sostenevano che con l'astensione ci rimette la destra, perché gli elettori di sinistra non rinunciano a esprimere il loro voto, in sostanza la sinistra sarebbe stata in grado di “fidelizzare” i suoi elettori. Ma sembra che le cose siano cambiate. 
 
La forza attrattiva dei partiti, il voto per partito preso, la fidelizzazione degli schieramenti… tutte cose che sono andate a farsi benedire. 
 
La gente non vota più sistematicamente per lo stesso partito, sulla base di un preconcetto o per un ideale.
Con sano realismo non vota più il “simbolo”, decide di volta in volta sulla base sulla base delle informazioni che riceve, dei fatti, delle proposte concrete e delle intenzioni di chi chiede il voto. 
 
L’elettore è diventato un soggetto che possiede volontà e capacità di critica, dispone di una quantità d’informazioni e quindi è in grado di attivare il suo processo decisionale in modo meno pregiudiziale. 
 
In sostanza: l’elettore confronta le offerte in relazione ad una sua personale valutazione del proprio bisogno e cerca di individuare chi meglio di altri potrà soddisfarlo. 
 
Non sempre la ricerca porta ad un risultato positivo, nel 50% dei casi ciò si risolve nel “non voto” perché nessuna formazione politica è in grado di rappresentare gli interessi di metà dell’elettorato.
 
La “fluidità del voto” è ampiamente dimostrata dall’analisi dei flussi: il Partito Democratico rispetto alle Europee 2014 ha perso l’11,5 per cento dei voti, ma quello che più colpisce è che circa l’1,5% dei voti è passato direttamente dal PD alla Lega. 
 
Le seguenti considerazioni si basano su uno studio dei flussi elettorali compiuto da SWG.
La maggior parte dei voti persi dal PD, ovvero il 7,5%, va verso l’astensione, ma ci sono anche sostanziosi spostamenti: il 2,5% ha preferito votare M5S, l’1,5 è andato verso partiti di sinistra e infine, come detto, l’1,5% è andato direttamente a favore della Lega Nord. 
 
Foto: Daniel Lobo/Flicrk
 
Altrettanto dicasi per Forza Italia che, non avendo una strategia chiara, continua a deludere gli elettori. 
Rispetto allo scorso anno il partito di Berlusconi perde ancora un 4% a favore della lega o dell’astensione. 
I Cinque Stelle, secondo Swg, calano del 5,8%: incassano il 2,5 a scapito del Pd, ma sono sfavoriti da liste civiche (3%), da Lega Nord (2%) e dall’astensione (3,3%).
In sostanza il bilancio è positivo solo per la Lega che ottiene un lusinghiero +9,7% rispetto al 2014: il 2,5/3% lo prende da Forza Italia, il 2%, l’1,5% per cento dal Pd e per il 3,5 dall’astensione, il Pd soffre il non voto e perde a favore di altri partiti. Forza Italia è logorata dalla Lega Nord. 
Quel poco che il Movimento Cinque Stelle recupera dal Pd lo perde a favore di astensione e Carroccio.
Salvini, alla fine, è il vero e l’unico vincitore, in assoluto aumenta i consensi e ruba voti un po’ a tutti.
 
Ma il voto è fluido e d’ora in poi ogni volta potrebbe essere una sorpresa.
Non mi pare che sia un dato negativo, a parte il non voto che comincia ad essere preoccupante. 
 
L’impressione è che con questa libertà di voto ci guadagni la democrazia perché è un avvertimento che l’elettorato lancia ai partiti: “comportatevi bene altrimenti siamo pronti a cambiare partito”

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