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Se hai facebook paghi più d’assicurazione: “aiuta i ladri”

Polizze più care per chi ha schede pubbliche su blog e social network?

E’ quello che sta accadendo: le agenzie di assicurazioni – scrive metro – sono più motivate ad alzare il premio ai loro clienti che rilasciano i loro dati e diffondono informazioni sulla loro vita privata su Internet attraverso social network come Twitter e Facebook.


Comunicare viaggi, spostamenti, ferie, con il gusto di raccontare agli amici vacanze e tempo libero, ma anche pubblicare i propri dati sensibili (compleanni, domicili, numeri telefonici) può diventare un vero boomerang.

Così dal prossimo autunno gli utenti di facebook potrebbero pagare premi assicurativi più elevati sulle loro case e sui loro oggetti preziosi, con la motivazione di agevolare il compito dei topi d’appartamento diffondendo sul web dati e informazioni sulla propria vita privata!

Commenti all'articolo

  • Di GF (---.---.---.103) 23 settembre 2009 12:21

    Potrebbe essere questo un piano "strategico" per dissuadere le persone ad usare la rete?
    Sinceramente credo che le Assicurazioni debbano guardarsi in faccia e fare un "mea culpa" visti i continui aumenti ingiustificati dei premi.

  • Di poetto (---.---.---.99) 23 settembre 2009 18:27

     Per l’esame di sociologia, tra i vari testi che ho studiato mi era capitato di leggerne uno intitolato: l’occasione e l’uomo ladro, questi era uno studio sociologico dei furti in Italia, scritto alla fine degli anni ottanta.

    Una cosa aveva colpito la mia attenzione che molti dei furti in appartamento avvengono ad opera di persone che ci conoscono o conoscono la nostra casa per vari motivi, ad esempio hanno eseguito dei lavori nel nostro appartamento oppure conoscono i nostri spostamenti, ad esempio sanno dove lavoriamo e se facciamo turni.

    Alla fine degli anni ottanta Facebook non esisteva, i ladri come esistevano allora esistono anche adesso ed usano, in versione aggiornata, le stesse modalità di allora, ossia sapere chi abita in un determinato posto, quali sono i suoi spostamenti, le sue possibilità economiche e via dicendo.

    Facebook dà la possibilità ai malintenzionati di studiare, in modo semplice, senza fatica, le nostre mosse, i nostri spostamenti.

    Nel libro prima citato, che utilizzava delle interessantissime interviste, eseguite in carcere, a persone che “campavano” di furti, che poi sono state “beccate”, si evince che molti di questi delinquenti erano persone insospettabili e loro facevano di tutto per non dare nell’occhio.

    Magari nel tipo che ci chiede amicizia in Facebook, usando, tanto per dire, la scusa di aver frequentato il nostro istituto superiore, si nasconde un malintenzionato che cerca informazioni per entrare in casa nostra.

    A volte anche informazioni che a noi sembrano innocue, banali, insignificanti possono rilevarsi utili per determinare, ad esempio, se abitiamo da soli, se passiamo molto tempo fuori di casa, se abbiamo oggetti di valore, un antifurto, se abbiamo delle buone possibilità economiche e via dicendo.


     

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