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 Home page > Tribuna Libera > Se discrasia fa rima con disgrazia

Se discrasia fa rima con disgrazia

Questa volta anche Pantalone non ci sta. In questi tempi di carestia, lacrime e sangue, all'indomani del bunga bunga, è bastata una frase dai toni sobriamente aggressivi, su procura del popolo sovrano: “Se mi permette, dottor Vespa, io sono qui da lei, non per fare piacere a lei ma per dovere di spiegazione verso i cittadini”, per disinquinare le coscienze di chi precauzionalmente rimproverava al premier l'intervento a “Porta a Porta”. E Pantalone lo sa.

Gennaio è un mese che farà stramazzare a terra, assieme agli avanzi di cotechino dei discount e alle lenticchie che sapevano di terra, tutti quelli che hanno fatto la conta dei soldi con le mani e gli sono avanzati le dita. Paga il bollo, il condominio, il canone Rai... la tredicesima se l'è bevuta il mutuo della casa e gli hai dovuto pure rifare qualcosa. Santa Claus quest'anno invece delle campanelle e tintinnaboli ha sorvolato i tetti dei cassintegrati strombazzando un jingle natalizio ma non si è fermato. Anche lui ha le sue spese. E Pantalone, lo sa.

Di fatto, ha chiarito senza sottintesi la propria intenzione di ritirare la borsa dei denari, di stringere i cordoni. È questo il tempo propizio, da qualche anno a questa parte, per una notizia che riaffiora come l'acqua sul cuoio delle scarpe.

Già denominato “Decreto mille proroghe”, comunque un contenitore di provvedimenti e ordinanze ad hoc, che il governo si appresta a fare scendere come manna dal cielo sui bisogni dei vari enti pubblici e partecipate.

(…) Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UiltUcs Uil e Ugl terziario hanno scritto al presidente della Regione, al presidente del Consiglio regionale, al sindaco dell'Aquila, al prefetto dell'Aquila, al presidente della Provincia dell'Aquila, al presidente del collegio dei liquidatori della società, al presidente della Selex Spa (Il senatore Mascitelli (Idv): Si avvii attività ispettiva su rapporti tra Selex e Abruzzo Engineering; ai capigruppo regionali e agli onorevoli abruzzesi, informando che si sono tenute due importanti riunioni sulla situazione della società Abruzzo Engineering (...) Consideriamo fondamentale, infatti, che ognuno si attivi perché venga accelerata e concretizzata questa fase di possibile rilancio della società, chiarendo l’importante ruolo che la stessa, con (alcuni, ndr.) i suoi lavoratori, sta avendo nella fase della ricostruzione post sisma (...) È bene, comunque, rammentare che, a fine mese, sono in scadenza le ordinanze che permettono ad Abruzzo Engineering di svolgere, come già citato precedentemente, un ruolo di fondamentale rilevanza nella ricostruzione (…) (fonti qui e qui)

Altrettanto utile sarebbe informare i contribuenti che la società Abruzzo Engineering, in liquidazione volontaria dal dicembre 2010, a causa di un deficit di 19 milioni di euro, in house alla Regione Abruzzo, già Collabora Engineering, non impiega attualmente tutti i propri dipendenti, circa 190, lasciandone una parte in cassa integrazione, in attesa di rotazione del personale, a seconda delle esigenze aziendali. E questo è corretto. Purtroppo, bisogna evidenziare una “fastidiosa discrasia” tra le richieste dei sindacati e quanto riportato in una ordinanza del Giudice del Lavoro, del 3 ottobre 2011, sull'impossibilità del reinserimento di una unità lavorativa nel proprio ruolo e nella mansione svolta in passato, operatore informatico, all'interno della società avente un importante ruolo nella fase di risostruzione post sisma (...) perché contraria alle esigenze dell'azienda, che correttamente, in ragione delle poche commesse ricevute, ha escluso dalla riassunzione la disponibilità di posti con qualifica e mansioni di impiegato operatore informatico (…)

Non sarà appunto perché la Abruzzo Engineering S.C.p.A., come dichiarato nell'Ordinanza del Giudice del Lavoro, ha escluso dalla riassunzione la disponibilità di operatori informatici, che la ricostruzione dell'Aquila e le pratiche burocratiche evase, presumibilmente non certamente, a “penna e calamaio”, vadano a rilento per “l'inconsuetudine”, “l'eccentricità” di lasciare fuori gli operatori al pc?!

Ergo, ci sono tantissimi operatori informatici.

Per la cronaca, durante l'udienza dibattimentale del 29 novembre 2011, sul crollo del Convitto nazionale a L'Aquila, a seguito del terremoto del 6 aprile del 2009, sono stati sentiti l'ingegnere Andrea Mezzaroma di Avezzano, il quale ha messo in luce una serie di discrasie tra quanto riportato nel documento redatto da Collabora Engineering sulla vulnerabilità sismica del Convitto e quanto da lui accertato nel sopralluogo alla struttura e il professore Franco Braga (Franco Braga o Francesco? Due per un posto), luminare nel proprio campo, docente di costruzioni in zona sismica presso l'università "La Sapienza" di Roma. Anche Braga ha posto in evidenza la contraddizione tra la prima e la seconda relazione redatta da Collabora Engineering sempre sulla vulnerabilità sismica dell'edificio. "La prima scheda - ha evidenziato l'esperto - conclude con concetti che definirei allarmistici, nella seconda redatta dopo un anno di distanza, addirittura si evidenzia un quadro più tranquillizzante, tanto che conclude affermando che il plesso non necessita di alcun intervento". Anche l'ultimo consulente ascoltato, l'ingegnere Antonino Salvatore Pacilè, ha posto in evidenza la contraddizione su quanto contenuto nella relazione di Collabora Engineering.

Quando “discrasia” fa rima con “disgrazia” .

Commenti all'articolo

  • Di Domenico Attanasii (---.---.---.95) 16 dicembre 2011 14:39
    Domenico Attanasii
    http://www.ilcapoluogo.com/News/Cro...

    L’Aquila, 16 dic 2011 - Prosegue il processo relativo al crollo del Convitto nazionale “Domenico Cotugno” dove la notte del 6 aprile 2009 persero la vita Luigi Cellini, 15 anni di Trasacco, Marta Zelena e Ondreiy Nouzovsky, i ragazzi della Repubblica ceca di 16 e 17 anni in città per uno scambio culturale organizzato dall’Istituto tecnico industriale di Colle Sapone.

    Il giudice Giuseppe Grieco ha strigliato i tecnici di Abruzzo Engineering che effettuarono i sopralluoghi nel 2003 al Convitto e nel 2004 al liceo classico. Grieco ha rimproverato i testimoni per non essersi messi nei giorni scorsi al tavolino per ripassare le carte visto che sono passati 8 anni, in modo da fornire al giudice la verità. «E’ un dovere morale» ha detto il giudice.

    Aggiornato al 16/12/2011 11:35
  • Di (---.---.---.95) 16 dicembre 2011 14:49

    Con sentenza del Giudice del Lavoro (http://www.scribd.com/doc/69302594/...) è stata rigettata la mia richiesta di reintegro dalla cassa integrazione, che perdura da 12 mesi continuativi, per avere dichiarato di non essere in grado di potere gestire le mansioni inerenti la "Contabilità sui cantieri per la ricostruzione dell’Aquila" assegnatemi. Se avessi detto di essere capace, adesso mi ritroverei nelle condizioni dei tecnici strigliati dal giudice, come riportato nell’articolo (http://www.ilcapoluogo.com/News/Cro...). La prossima volta devo dire una bugia? 

    Forse perderò il posto, ma non la faccia!

    Domenico Attanasii

  • Di Domenico Attanasii (---.---.---.95) 16 dicembre 2011 19:26
    Domenico Attanasii

    http://www.agi.it/l-aquila/notizie/...

    16:09 16 DIC 2011

    (AGI) - L’Aquila, 16 dic. - "Quando si dovra’ decidere su questo processo, io so che non dormiro’ e questo in verita’ gia’ mi accade spesso, all’indomani dei processi sui crolli".
      Lo ha detto stamane il giudice Giuseppe Grieco, nell’aula d’udienza all’Aquila in cui era in corso il processo sul crollo del Convitto nazionale in cui morirono tre minorenni: Luigi Cellini, 15 anni, di Trasacco e due stranieri Ondreiy Nouzovsky, 17 anni, e Marta Zelena. Sotto accusa, per omicidio colposo e lesioni, il preside del Convitto, Livio Bearzi, e il dirigente provinciale, Vincenzo Mazzotta, imputati per omicidio colposo e lesioni colpose. Ad indurre il magistrato a fare l’inaspettata esternazione, l’aver constato ’l’impreparazione’ di due testi che, chiamati dalla difesa, nei passaggi piu’ importanti della loro testimonianza hanno tentennato nelle risposte, accompagnate dai diversi "non ricordo" e dai "e’ passato molto tempo". Si trattava di due geometri dell’Aquila che per conto della "Collabora Engineering" avevano partecipato nel 2004 alla redazione delle schede sulla vulnerabilita’ sismica dell’edificio oggetto del dibattimento. L’ammissione da parte dei due testi di non essere riusciti a reperire le carte da loro stessi redatte, ha mandato su tutte le furie il giudice: "Voi avete un obbligo morale, non si puo’ essere incerti - ha evidenziato il giudice del Tribunale ai due testi - lo dovete a me perche’ io dovro’ prendere una decisione importante e questo mi portera’ a non dormire il giorno in cui dovro’ decidere. E’ anche una forma di rispetto per le vittime di questo crollo, ci vuole serieta’, un testimone tecnico non puo’ avere indecisioni. Dovevate essere come orologi svizzeri, come fulmini, ci sono morti che attendono giustizia, lo capite?".
      Uno dei due testi per queste ragioni e’ stato invitato a presentarsi alla prossima udienza del processo. (AGI) Aq1/Ett

  • Di Domenico Attanasii (---.---.---.95) 16 dicembre 2011 19:31
    Domenico Attanasii

    http://www.abruzzo24ore.tv/news/Sot...

    "Sotto il Convitto nazionale non c’era nulla, occorrevano fondazioni nuove" Le testimonianze dei tecnici al processo sul crollo"Il Convitto aveva nel di sotto un’armeria, giù era il vuoto assoluto, occorreva un importante consolidamento statico, la struttura era precaria".

    E’ uno dei passaggi più significativi della deposizione di Evandro Di Francesco, ex capo area del settore edilizia scolastica della Provincia dell’Aquila, che ha testimoniato oggi alll’udienza dibattimentale sul crollo del Convitto nazionale in cui morirono tre minorenni.

    Di Francesco, senza mezzi termini, ha parlato della necessità di realizzare nel plesso scolastico fondazioni nuove. 

    Sotto accusa, per omicidio colposo e lesioni, ci sono il preside del Convitto, Livio Bearzi, e il dirigente provinciale, Vincenzo Mazzotta, imputati per omicidio colposo e lesioni colpose. Secondo l’accusa, il dirigente scolastico non avrebbe mai sottoposto la vecchia struttura ai restauri necessari; inoltre non sarebbe mai stato redatto un piano per la sicurezza e per l’evacuazione. A Mazzotta sono state mosse contestazioni simili.

    L’udienza di stamane ha visto sfilare oltre ai due tecnici che per conto della societa’ "Collabora Engineering" avevano redatto la scheda di vulnerabilita’ sismica del Convitto nazionale, anche due educatori dell’istituto: Luigi Pontecorvi e Giancarlo Sfarra. Entrambi i testimoni della difesa, hanno evidenziato di non aver mai riscontrato crepe e lesioni nell’edificio ma solo una piccola infiltrazione di acqua nel corridoio. Sfarra ha raccontato dal canto suo anche della caduta di alcuni piccoli pezzi di intonaco.

    Anche Gianfranco Falasca, geometra che sempre per conto della "Collabora Engineering" aveva avuto il compito di redigere una scheda sul rispetto della legge "626" (sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’edificio, ha raccontato di non aver notato alcuna crepa.

    Infine e’ stato ascoltato l’ex dirigente del settore edilizia scolastica della provincia dell’Aquila, l’ingegnere Francesco Bonanni il quale ha raccontato delle difficolta’ di reperimento delle somme necessarie per poter effettuare sul plesso scolastico i lavori di messa in sicurezza. Bonanni ha infine scagionato, dal proprio punto di vista, le contestazioni che l’accusa ha mosso all’imputato Vincenzo Mazzotta. "Non poteva disporre lui i lavori di consolidamento".

  • Di Domenico Attanasii (---.---.---.95) 16 dicembre 2011 19:35
    Domenico Attanasii

    http://www.abruzzoweb.it/contenuti/...

    CROLLO CONVITTO: IL GIUDICE,
    ’’MORTI ASPETTANO GIUSTIZIA’’

    L’AQUILA - "Quando si dovrà decidere su questo processo, io so che non dormirò e questo in verità già mi accade spesso, all’indomani dei processi sui crolli".

    Lo ha detto stamane il giudice Giuseppe Grieco, nell’aula d’udienza all’Aquila in cui era in corso il processo sul crollo del Convitto nazionale in cui morirono tre minorenni: Luigi Cellini, 15 anni, di Trasacco e due stranieri Ondreiy Nouzovsky, 17 anni, e Marta Zelena.

    Sotto accusa, per omicidio colposo e lesioni, il preside del Convitto, Livio Bearzi, e il dirigente provinciale, Vincenzo Mazzotta, imputati per omicidio colposo e lesioni colpose.

    Ad indurre il magistrato a fare l’inaspettata esternazione, l’aver constato ’l’impreparazione’ di due testi che, chiamati dalla difesa, nei passaggi piu’ importanti della loro testimonianza hanno tentennato nelle risposte, accompagnate dai diversi "non ricordo" e dai "e’ passato molto tempo".

    Si trattava di due geometri dell’Aquila che per conto della "Collabora Engineering" avevano partecipato nel 2004 alla redazione delle schede sulla vulnerabilità sismica dell’edificio oggetto del dibattimento. L’ammissione da parte dei due testi di non essere riusciti a reperire le carte da loro stessi redatte, ha mandato su tutte le furie il giudice: "Voi avete un obbligo morale, non si può essere incerti - ha evidenziato il giudice del Tribunale ai due testi - lo dovete a me perché io dovrò prendere una decisione importante e questo mi porterà a non dormire il giorno in cui dovrò decidere. È anche una forma di rispetto per le vittime di questo crollo, ci vuole serietà, un testimone tecnico non può avere indecisioni. Dovevate essere come orologi svizzeri, come fulmini, ci sono morti che attendono giustizia, lo capite?".

    Uno dei due testi per queste ragioni è stato invitato a presentarsi alla prossima udienza del processo.

    L’udienza di stamane ha visto sfilare oltre ai due tecnici che per conto della società "Collabora Engineering" avevano redatto la scheda di vulnerabilità sismica del Convitto nazionale, anche due educatori dell’istituto: Luigi Pontecorvi e Giancarlo Sfarra. Entrambi i testimoni della difesa, hanno evidenziato di non aver mai riscontrato crepe e lesioni nell’edificio ma solo una piccola infiltrazione di acqua nel corridoio.

    Sfarra ha raccontato dal canto suo anche della caduta di alcuni piccoli pezzi di intonaco. Anche Gianfranco Falasca, geometra che sempre per conto della "Collabora Engineering" aveva avuto il compito di redigere una scheda sul rispetto della legge "626" (sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’edificio, ha raccontato di non aver notato alcuna crepa.

    Testimonianze contraria a quella di Evandro Di Francesco, ex capo area del settore Edilizia scolastica della Provincia dell’Aquila il quale senza mezzi termini ha parlato della necessità di realizzare nel plesso scolastico fondazioni nuove.

    "Il Convitto - ha detto in aula il testimone - aveva nel di sotto un’armeria, giù era il vuoto assoluto, occorreva un importante consolidamento statico, la struttura era precaria".

    Infine è stato ascoltato l’ex dirigente del settore edilizia scolastica della provincia dell’Aquila, l’ingegnere Francesco Bonanni il quale ha raccontato delle difficoltà di reperimento delle somme necessarie per poter effettuare sul plesso scolastico i lavori di messa in sicurezza.

    Bonanni ha infine scagionato, dal proprio punto di vista, le contestazioni che l’accusa ha mosso all’imputato Vincenzo Mazzotta. "Non poteva disporre lui i lavori di consolidamento".



    16 Dicembre 2011 - 16:14 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Di (---.---.---.233) 17 dicembre 2011 15:33

    Commento tratto dall’articolo de Il Capoluogo, http://www.ilcapoluogo.com/News/Eco...

    • fateli lavora’” di steve90210, 17/12/2011 11:55

      ma teneteli lontani dalla ricostruzione!! A Cialè, ma che sta a di’!! Vabbè che so’ tutti parenti/amici di politici di destra/cento/sinistra ma BASTA però. E’ sotto l’occhio dell’intera comunità, si sprecano soldi su soldi dell’emergenza per continuare a tenerci ’ste ENORRRRMIII professionalità che fino a febbraio 2010 non facevano altro che prendere le commesse dalla regione e appaltarle ad altre imprerse con il solo risultato dell’aggravio dei costi o gioca’ a solitario col computer; ma quanto sta facendo AE per la ricostruzione? Niente, lo sanno tutti gli aquilani che le Grandi Professionalità Acquisite non fanno altro che incasinare il lavoro di altri, gente che è stata a panza all’aria per 10 anni o che la parola LAVORO se la ricorda solo alle scadenze contrattuali!! Per carità, ci stanno pure mosche bianche, persone brave, preparate e con voglia di fare che col sitema della CIG a turno se la prende periodicamente in quel posto, ma saranno ’na decina su 196. Quindi fateli lavorare, riportateli in housing alla regione, dove più vi pare ma toglieteli di mezzo dalla ricostruzione, stanno a fa più danni che altro.

      A Giulià!! Se AE torna sul mercato va a zampe all’aria e metterete in mezzo all m#ç*@ un sacco di famiglie e lo sa’ pure tu!! Il casino lo avete combinato nel periodo di vacche grasse?! Ora tocca che ve lo risolviate nel periodo di vacche morte di fame, riportateveli in regione, così tutto l’Abruzzo si sobbarcherà l’onere delle vostre cavolate e non solo la povera L’Aquila che de casini a cui pensa’ ne te’ già troppi!!!

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