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Scuola, sbagliato boicottare le prove Invalsi. Necessari provvedimenti disciplinari

Un certo numero di insegnanti ha boicottato lo svolgimento, nei giorni scorsi, delle cosiddette prove Invalsi, quelle prove rivolte a tutti gli studenti italiani tendenti a valutare il loro livello di apprendimento e il loro livello di conoscenze e, di conseguenza, a valutare l’operato dei propri insegnanti e delle scuole che frequentano.

Prove similari, da molti anni, vengono effettuate in numerosi Paesi europei ed extraeuropei. E il boicottaggio è decisamente sbagliato e inaccettabile.

Le motivazioni del boicottaggio sono diverse. In primo luogo c’è stata la volontà di mettere in difficoltà il governo perché una parte degli insegnanti è decisamente contrario al disegno di legge di riforma della scuola ed anche il boicottaggio è da loro considerato come un’ulteriore forma di protesta. Forma di protesta che però è da ritenersi anomala, impropria e da non adottare quindi.

Inoltre questi insegnanti, in realtà, sono contrari alla valutazione del loro operato perché sono contrari alla possibilità che una parte della propria remunerazione dipenda dalle valutazioni sulla qualità delle attività che svolgono.

E in questo caso sbagliano ancora, perché il principio che una parte della loro remunerazioni dipenda dal merito, dalla qualità del loro insegnamento, è un principio sacrosanto e applicato in molti Paesi europei ed extraeuropei e rappresenta uno degli strumenti più efficaci per migliorare, come necessario, la scuola italiana.

Del resto è del tutto falsa la notizia, probabilmente diffusa ad arte, che i finanziamenti concessi alle diverse scuole dipendano dai risultati ottenuti tramite le prove Invalsi.

Poi, con questo boicottaggio, gli insegnanti hanno fornito agli studenti un modello sbagliato di comportamento, rappresentato dalla loro decisione di non rispettare le regole stabilite dal ministero e che tutti gli insegnanti avrebbero dovuto rispettare.

Pertanto, sarebbe necessario che gli insegnanti che hanno boicottato le prove Invalsi siano sottoposti ai necessari provvedimenti disciplinari.

Lo ribadisco, il loro comportamento è inaccettabile e secondo me va punito.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.13) 17 maggio 2015 12:12

    Meritocrazia >

    I docenti non contestano la possibilità di un riconoscimento monetario delle loro capacità. Contestano le modalità previste.

    Primo perché l’esigua entità del fondo stanziato è roba per pochi "intimi".

    Secondo perché non si specificano gli elementi oggettivi di riscontro e di valutazione da considerare.

    Il Preside non è il datore di lavoro che paga di tasca propria i suoi eventuali errori di gestione delle risorse umane.

    Certi slogan mistificano valore e significato di Parola e Merito ...

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