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 Home page > Tribuna Libera > Scuola, religione e il rischio di perdere la laicità

Scuola, religione e il rischio di perdere la laicità

Ho già parlato sul mio blog della proposta presentata dall'Onorevole Gargagnani in merito alla guerra contro i 'prof politicizzati', ma nel documento c'è un altro passaggio interessante. Che mette a rischio, stavolta, la laicità dell'istruzione.

Modificando il Testo unico sulla scuola, si prevede anche una norma che specifichi come l’insegnamento della religione non possa essere considerato semplicemente "lo studio della storia delle religioni".
 
Per cui, inculcazione forzata della Bibbia e dei Valori Cattolici. Che, come ho già scritto (qui), non sarebbe neanche un'eresia, se fossero però inseriti in un contesto sociale e laico corretto, senza troppi 'amen' di mezzo.
 
Io sono dell'idea che la religione, se uno vuole, se la studia per conto suo, a catechismo, in convento, o dove gli pare. Ma non a scuola.
 
'La Storia delle Religioni' potrebbe essere un buon compromesso, anche se qualche dubbio me lo lascia ancora: in questo modo, sembra quasi sia obbligatorio seguire una religione, scegliere un piatto dal menù, ma non è così, si vive benissimo anche senza alcun amico immaginario in cui credere o pregare.
Inoltre, di religioni ne esistono talmente tante che come si fa ad essere democratici su questo? Cristianesimo (nelle sue varie declinazioni, poi: Cattolicesimo, Ortodossia, Protestantesimo...), Islamismo, Buddismo, Ebraismo, Induismo, Bahá'í, Confucianesimo, Shintoismo, Sikhismo, Taoismo, Zoroastrismo, Ananda marga, Bambini di Dio, Chiesa dell'unificazione, ISKCON, Meditazione trascendentale, Movimento raeliano, Organizzazione Sathya Sai, Rastafarianesimo, Rajneeshismo, Sahaja Yoga, Scientology, Soka gakkai, Wicca, Sciamanesimo, Pastafarianesimo..
 
Meglio, a questo punto, un incontro annuale del tipo: "Esiste una cosa chiamata Religione, qualcuno ce l'ha, qualcun'altro no. Con la Religione, nei secoli passati, si cercava di dare risposta a quello che, a causa della mancanza degli strumenti tecnologici di oggi, non si poteva spiegare".
 
Ed il tutto, in un'aula senza crocifisso.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.76) 14 maggio 2011 12:09

    La società di oggi è arrivata a un ripensamento generale della sua esistenza, religione compresa. La religione nasce dall’innata sete di conoscere oltre i confini fisici, e ciò non è male. Male è quando si vuole imbrigliare tale conoscenza per fini utilitaristici e settari. Non è possibile distruggere questa sete dell’Ignoto che incombe sull’uomo, semmai sarebbe opportuno cominciare a insegnare sin dalle scuole inferiori l’amore per questa ricerca, iniziando dalle arti umanistiche e portare l’anima a raggiungere vette metafisiche. In questo modo la vita avrebbe più senso e non verrbbe sprecata in "guerre sante".

  • Di paolo (---.---.---.141) 14 maggio 2011 16:20

    " L’insegnamento " della religione , qualunque essa sia ,è una vera e propria aberrazione partorita dalla percezione di vivere in uno stato confessionale .La religione non deve mai essere insegnata , essendo frutto di uno stato mentale individuale . Insegnamento è equivalente ad indottrinamento .In uno stato laico , moderno e civile non deve esistere l’insegnante di religione . E’ invece accettabile un’insegnante di area umanistica che storicizza le religioni in un contesto più generale di storia dei popoli .

    La religione non nasce dall’innata sete di conoscenza , ma dal suo esatto opposto . Chi ha fede non cerca di conoscere ma assolutizza una " verità " indimostrabile e preconfezionata . 
    La liturgia ed il simbolismo religioso servono a inculcare e consolidare una realtà indimostrabile e non percepibile da nessuno dei nostri sensi , ma che viene alimentata come "forma mentis" . 
    Quindi , e concludo , il credente ha l’assoluto diritto di vivere il proprio stato mentale come meglio crede , soprattutto se questo lo allevia dalle paure dell’esistenza , ma uno stato non ha nessun diritto di interferire con le libere scelte individuali .
    Le società più arcaiche , come gran parte dei paesi islamici , non hanno saputo separare stato e chiesa , scuola come conoscenza e confessione come ideologismo , e si vedono i risultati .

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