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Scuola: Ronchi dei Legionari, iniziativa di alcuni genitori di natura etnocentrista, razzista!

Scuola: Ronchi dei Legionari, iniziativa di alcuni genitori di natura etnocentrista, razzista!

Come prima cosa ricordiamo alcuni concetti base:

L’etnocentrismo, nella sua accezione più moderna e comune, è la tendenza a giudicare le altre culture ed interpretarle in base ai criteri della propria proiettando su di esse il nostro concetto di evoluzione, di progresso, di sviluppo e di benessere, basandosi su una visione critica unilaterale. Quando l’etnocentrismo si traduce nella sua forma mentale, sociale e culturale più esasperata diviene razzismo, tendenzialmente orientato non solo al rifiuto ma alla distruzione dell’altro. da wikipedia.

Razzismo, riprendo alcuni passaggi della difesa della razza, direttore Telesio Interlandi, anno I, numero1, 5 agosto 1938, p. 2. Precedentemente pubblicato da "Il Giornale d’Italia" il 15 luglio 1938 con il titolo: "Il Fascismo e i problemi della razza", ovvero il punto 6 e 7:


- Punto 6 Esiste ormai una pura "razza italiana".

Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l’Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.


- Punto 7

È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti.

Detto questo come secondo passaggio riporto alcuni estratti di giornale del 6 maggio 2010 della cronaca di Ronchi:

"Vogliamo chiarire subito – dicono i genitori – che non intendiamo entrare in polemica con la minoranza slovena, che ha diritto di avere la sua scuola. Non vogliamo che ne nasca una questione di intolleranza. Chiediamo solo che ci vengano restituiti gli spazi che spetterebbero alla scuola italiana. Questa, però, non sembra essere la volontà del consiglio di istituto, che non appoggia le scelte dei genitori: chiediamo quindi le dimissioni del consiglio di istituto e auspichiamo che almeno l’amministrazione comunale tenga conto dell’identità culturale, storica, religiosa ed etnica che ha sempre caratterizzato negli anni passati la scuola Brumati di Vermegliano". Messaggero Veneto 6 maggio 2010.

"Nessuno di noi genitori intende cedere e prenderemo tutte le misure affinché a ogni alunno della scuola Brumati – tuonano - sia garantito il diritto di frequentare la scuola nel plesso di Vermegliano. Non esiteremo a tenere a casa i nostri figli per protesta e a rendere pubblico a mezzo stampa, locale e nazionale, il comportamento discriminatorio perpetuato dall’Amministrazione comunale di Ronchi dei Legionari a danno dei bambini dei due plessi delle scuole di lingua italiana di Vermegliano. E per favore, si eviti di addossare la responsabilità delle scelte dell’Amministrazione comunale ai dirigenti scolastici. Abbiamo tutti una lunga memoria e sappiamo perfettamente che cosa è accaduto». Il Piccolo 6 maggio 2010.

La vicenda, come si legge nel Messaggero Veneto, nasce dal fatto che per il prossimo anno scolastico, 2010-2011, ben 32 bambini hanno chiesto l’iscrizione alla prima elementare di Vermegliano per la sezione italiana e serviranno quindi sette aule per coprire tutto il ciclo scolastico. "Ma in questa struttura c’è la convivenza con la scuola slovena (che dipende dall’istituto comprensivo di Doberdò), che a sua volta formerà due prime e quindi la capienza non consentirà a tutti di poter frequentare la scuola, mentre i ritardi nella realizzazione del plesso scolastico sloveno (che dovrebbe sorgere nelle vicinanze ndr) non aiutano la soluzione del problema". Difficile che vi stiano tutti: già oggi i bambini, anziché in mensa, mangiano nel corridoio. Al posto di creare in un laboratorio i propri lavoretti disegnano per terra. E fanno ginnastica in una normalissima aula, non in una palestra.

Chi ci rimette in tutto ciò è come sempre il bambino che per questioni di strumentalizzazione politica o per mera esternazione del proprio stato di essere, vivrà una situazione di mero atto discriminatorio e razzismo.

E’ incredibile come i genitori che hanno posto in essere questo comunicato difendano in primis il dirigente scolastico dicendo che non ha alcuna responsabilità, quando gli stessi genitori evidenziano che i bambini sono costretti a mangiare nel corridoio, disegnano per terra, fanno ginnastica in aula! Voglio ricordare ai genitori che il Dirigente Scolastico ai sensi della normativa vigente sulla sicurezza sul lavoro è il datore di lavoro ed il diretto responsabile della sicurezza ed integrità psiscofisca dei loro figli. Ma a quanto pare gli interessi di questi genitori e gli scopi da raggiungere sono altri e non la sicurezza e la tutela della integrità psiscofisca dei propri figli.

Evidenziano in particolar modo che affinché possa essere garantito il diritto alla frequenza nella scuola considerata ai propri figli, l’amministrazione comunale tenga conto dell’identità culturale, storica, religiosa ed etnica che ha sempre caratterizzato negli anni passati la scuola Brumati di Vermegliano.

Ed i bambini sloveni dove li mandiamo? Non hanno anche loro diritto alla frequenza della detta scuola e di usufruire dei locali ad essi adibiti all’insegnamento scolastico? A quanto pare, per questi genitori sembrerebbe proprio di no.
A tal proposito voglio ricordare alcune disposizioni normative:

La Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica prevede in particolar modo che il principio della parità di trattamento comporta che non sia praticata alcuna discriminazione diretta o indiretta a causa della razza o dell’origine etnica.

A) Sussiste discriminazione diretta quando, a causa della sua razza od origine etnica, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga;

b) Sussiste discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata razza od origine etnica in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone, a meno che tale disposizione, criterio o prassi siano oggettivamente giustificati da una finalità legittima e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano appropriati e necessari

A queste persone voglio ricordare anche la CONVENZIONE INTERNAZIONALE SULL’ELIMINAZIONE DI OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE RAZZIALE Firmata dall’Italia il 13 marzo 1968; ratificata il 5 gennaio 1976; in vigore dal 4 febbraio 1976...

Nella presente Convenzione, l’espressione "discriminazione razziale" sta ad indicare ogni distinzione, esclusione, limitazione o preferenza basata sulla razza, il colore della pelle, la discendenza o l’origine nazionale o etnica, che abbia lo scopo o l’effetto di annullare o compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale o in ogni altro ambito della vita pubblica. il diritto all’istruzione e alla formazione;

Ma voglio altresì ricordare il Decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122 ("Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa"), convertito con modificazioni in legge 25 giugno 1993 n. 205, comunemente detto Legge Mancino:
L’art. 1 ("Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi") dispone quanto segue: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, [...] è punito: a) con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni".

Detto ciò è chiaro l’intento provocatorio e di natura etnocentrista e razzista del comunicato dei genitori. E’ chiaro che la questione ha fini propagandistici per scopi che nulla hanno a che vedere con il consiglio di Istituto che non deve assolutamente dimettersi! Consiglio di Istituto che deve mantenere la propria indipendenza ed autonomia!

Invece l’amministrazione comunale deve preoccuparsi di sollecitare le Istituzioni competenti perché possano porre in essere iniziative concrete volte a risolvere il problema spazi e della idoneità delle strutture scolastiche il prima possibile
E’ evidente che si utilizza il disagio dei bambini, per altro (ciò è riprovevole, fuorviante) sino ad oggi tollerato, per rimarcare concetti di stampo razzista. A ciò ci si deve opporre pienamente!

Ciò lo si desume oltre che dal contenuto del comunicato come riportato nella stampa sopra citata, ma anche dal fatto che non è stata presa minimamente in considerazione la questione di garantire il diritto allo studio sia dei bambini italiani che sloveni, e se non è razzismo questo, non so come debba essere definito! Eppure i genitori dicono che non vogliono entrare in polemica con la minoranza slovena o passare per razzisti... forse farebbero bene a rileggersi qualche libro di storia, forse farebbero bene a rivelarsi per quello che sono prima di dichiararsi non razzisti quando il contenuto delle loro dichiarazioni che è diretta espressione della loro volontà è di tutt’altro tenore e consistenza!

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