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Santoro apre alle donne, ma che delusione...

La puntata di "Servizio Pubblico" di giovedì 24 gennaio ospitava una presenza femminile che mi crea, dico la verità, qualche imbarazzo.

Se la puntata con Silvio Berlusconi è stata stigmatizzata come una partita fuori casa del duo Santoro-Travaglio, sconfitti e soverchiati sul piano tattico e dei fondamentali dal pimpante ed arzillo Cavaliere, quella di giovedì scorso invece è stata intristita da un prologo "giustificativo" da parte del popolare conduttore che evidentemente sentiva di avere la coda di paglia dopo la caterva di critiche piovutegli addosso.

Critiche pesantissime per avere "tradito" la fiducia e le aspettative di un pubblico che lo aveva celebrato come eroe nella lotta contro il caimano. Evidentemente si è chiarito, una volta per tutte, che anche Santoro, sulla cui valenza giornalistica non ci sono dubbi, deve sottostare alle spietate regole dello "share". Diversamente risulterebbe molto difficile dare una spiegazione logica ad una trasmissione che sembrava confezionata su misura per offrire a Berlusconi una passerella liscia e comoda per raccontare le sue "verità".

Probabilmente le eccessive e forse ingiustificate attese da parte del suo affezionatissimo pubblico, che notoriamente vede Silvio come il fumo negli occhi, hanno rotto un incantesimo televisivo che durava da molti anni, ovvero fin dai tempi lontani di Samarcanda per finire poi con Annozero. Insomma una delusione d'amore. Capita.

Ma veniamo alla puntata di questa settimana che doveva testare la capacità di ripresa di Santoro.

Solita coreografia del teatro, tutto incentrato cromaticamente sul rosso delle strutture metalliche che conferiscono un che di provvisorio ma anche di strutturalmente studiato e poi due graziosissime ospiti apparse all'accendersi dei riflettori, entrambe candidate del PDL, ovvero la notissima e collaudata Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità nell'ultimo governo Berlusconi, donna affascinante anche se con qualche trascorso chiacchierato, ma la cui attività istituzionale è stata ricoperta di elogi da ogni parte, e la non meno bella anche se più "acqua e sapone" Laura Comi, che ha un trascorso di impegno come europarlamentare nel PPE ed è superlaureata ed esperta in "brand marketing" (non chiedetemi cos'è), sulla quale tutto lo staff del PDL da Brunetta a La Russa hanno profuso elogi fino al punto di definirla la "più intelligente di tutti". Il che non mi sembra francamente cosa da poco, soprattutto se pronunciata da Brunetta.

Insomma due belle donne, brave e competenti, che sotto le luci dello studio offrivano una immagine indubbiamente accattivante fatta di bellezza, gioventù e purezza politica certamente in linea con quel "rinnovamento" propagandato da Alfano ma che cozza contro una cinquantina di vecchi arnesi poco presentabili per via di vicende giudiziarie scabrose che ancora, malgrado la purga Dell'Utri e Cosentino, affollano le nuove liste del Pdl.

Davanti alle due madonne con sorriso stampato sulle labbra e gambe accavallate inguainate in pantaloni malandrini che toglievano parte del piacere visivo, a distanza di una decina di metri, ovviamente molto meno telegenico, il magistrato Antonino Ingroia fondatore della lista "Ingroia-Rivoluzione civica". Sulla carta, esteticamente parlando, lotta impari, anche perché due contro uno, ma il magistrato dalla sua vanta una riconosciuta competenza nella lotta contro le mafie se è vero che l'ONU lo aveva inviato, alcuni mesi orsono, come rappresentante-consulente in Guatemala nella lotta al narcotraffico.

E allora avvenenza e, almeno sulla carta, ventilata competenza delle due signore contro la sola, ma solida e comprovata, competenza dell'ex magistrato. Al pronti via, dopo il brevissimo prologo di Santoro, le due rappresentanti femminili si sono scagliate come autentiche belve sul magistrato tentando di dilaniarlo e soverchiarlo anche da un punto di vista acustico, essendo noto che le frequenze alte della laringe femminile hanno facile gioco sui toni bassi maschili, accentuati da un Ingroia apparso inizialmente frastornato e quasi intimidito dalle due, che, mentre sorridevano come fate, con occhi freddi e spietati sparavano bordate distruttive sul povero ex magistrato. Insomma una specie di fuoco incrociato con Ingroia nella veste del bersaglio.

La faccenda però, piano piano si è risolta, inaspettatamente, in una disfatta mediatica per le due gentildonne che hanno evidenziato lacune inaspettate. La Comi ha toppato su una notizia in merito ad un candidato nella lista Ingroia definito "non specchiato" che poi è stata successivamente smentita dallo stesso Santoro sulla base di una segnalazione della redazione, è apparsa un po' petulante e a tratti anche poco informata; La Carfagna invece è stata decisamente più "cattiva", molto impostata sul Berlusconi è mio e guai a chi me lo tocca, negando come da copione l'esigenza delle primarie se c'è "lui" e sconfinando spesso e volentieri in una arroganza decisamente fuori luogo e a tratti molto fastidiosa. Il buon Antonino invece, superato il primo momento di comprensibile cedimento al fascino femminile, ha poi sfoggiato un sorrisetto sornione e, calmo e pacato come un gattone, ha letteralmente stracciato le sue aggressive interlocutrici, argomentando lucidamente e non cadendo sul terreno della "piazzata" sulla quale, soprattutto la Carfagna, aveva tentato invano di trascinarlo. Soprattutto incredibile il concetto espresso dalla bella Mara sul punto che il suffragio elettorale sana e giustifica qualsiasi atto e quindi Silvio è al di sopra di ogni sospetto perché "la gente lo vota". Complimenti, poi accusano Grillo di populismo.

Insomma se queste sono due tra le più acclamate rappresentanti del gentil sesso in politica, cari amici, siamo in guai ancor più che con Scilipoti e Razzi. È vero, sono donne del Pdl e quindi il criterio di scelta sicuramente non sarà identico negli altri partiti, ma la loro reputazione era cristallina e ovunque le magnificavano come "intelligenti e competenti". Mamma mia che delusione! Speriamo che quel 50% di donne candidate nelle liste del PD di cui Bersani si vanta ovunque, siano di tutt'altra fatta, magari meno affascinanti, ma che portino veramente quel contributo di sostanza che ci si aspetta dall'altra metà del cielo. Speravo di non vedere più le varie Mussolini, Santanchè, Brambilla e via dicendo e invece ...

Fortunatamente a risollevare le quotazioni femminili ci ha pensato una signora, certamente meno splendente ma di una dignità e valenza di altro livello, ovvero l'ex deputata del FLI Angela Napoli, ora confluita nel gruppo misto a causa di dissapori con Bocchino, si è distinta per la lotta alla mafia e per la quale è stata minacciata di morte al punto che viaggia sotto scorta permanente. Ha ribadito la sua tenace volontà di proseguire l'azione che ha svolto nella Commissione antimafia, malgrado la comprensibile paura e i disagi che sta patendo. Che Dio la salvi e la protegga, son queste le donne che ci servono e non le bellezze da copertina di Playboy.

Meno male, ci voleva, mi ha riconciliato con le donne in politica, francamente cominciavo ad essere un po' disorientato dal genere femminile e confesso che, ad un certo punto, stavo cedendo a quella tentazione vetero-maschilista di "spedirle ai fornelli", per non pronunciare volgarità scontate che, anche in questo caso, non sarebbero giustificabili.

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