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 Home page > Tribuna Libera > Sanità: si tagliano diritti, si consentono gli sprechi

Sanità: si tagliano diritti, si consentono gli sprechi

Art. 32 della Costituzione italiana:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Questo è l’articolo della nostra Costituzione, che tutela tutti i cittadini per ciò che riguarda la salute. Oltre a tale diritto, sancisce il diritto – inalienabile - alle cure gratuite nel caso di persone che versino in cattive condizioni economiche. E’ quello che si chiama “sistema sanitario universalistico”, che garantisce cioè, l’accesso alle cure gratuite, a tutti coloro che ne necessitino, in special modo a coloro che non possono permettersi di pagare, siano esse cure, esami diagnostici o ricoveri.

Negli ultimi anni nel nostro paese, si sta procedendo alla sistematica distruzione del sistema sanitario nazionale. L’andamento imperante, è quello di concedere a gruppi privati, la gestione di ospedali pubblici. Ovviamente, ciò comporta un onere che va ad abbattersi sulle spalle dei cittadini che, via via che i poli ospedalieri vengono privatizzati, perdono quella garanzia universalistica alle cure mediche e sono chiamati a metter mano al portafoglio nel momento in cui la salute viene a mancare.

A Roma, si sta assistendo ad una vera e propria appropriazione – da parte di privati – di quegli ospedali pubblici che per tanto tempo sono stati un fiore all’occhiello della Sanità Pubblica. Uno di questi, il San Carlo di Nancy, ormai tristemente famoso per gli scandali legati agli ammanchi milionari che hanno riempito le pagine della Cronaca nazionale un paio di anni fa. Oggi, quest’ospedale., è in mano a privati, che non guardano troppo alla garanzia di salute dei cittadini, quanto piuttosto ai bilanci.

Oltre ciò, come si sa, il nostro Sistema Sanitario Nazionale, è uno dei più caotici e corrotti d’Europa. Malgrado ciò, i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, invece di combattere gli sprechi e la corruzione, tagliano costantemente, in maniera lineare, i fondi destinati alla Sanità.

Ciò significa una sola cosa: si permette che gli sprechi e la corruzione dilaghino, ma non si permette più ai cittadini di avere onorato il diritto alla salute, alle cure, alla diagnostica. Paradossale, per non dire peggio.

L’ultima trovata del Governo, attraverso il Ministero della Sanità, attualmente rappresentato dal Ministro Beatrice Lorenzin, è un bel taglio netto a 208 attività diagnostiche che fino ad oggi erano disponibili in modalità gratuita, fra cui Tac, Risonanza magnetica, analisi come ad esempio il Colesterolo o gli esami genetici.

In questi giorni, l’attuazione del decreto denominato di “appropriatezza” delle prestazioni diagnostiche, sta facendo inquietare non poco le associazioni di categoria a tutela dei cittadini e i medici di famiglia e ospedalieri. L’inquietudine deriva non solo dall’aspetto puramente negazionista al diritto di prevenire le malattie o monitorare quelle esistenti attraverso gli esami diagnostici, quanto alle azioni punitive, a livello puramente amministrativo, contro i medici che non dovessero attenersi scrupolosamente alle nuove disposizioni di Legge.

E’ ovvio che, se un medico per decreto legislativo, viene chiamato a prescrivere in rari casi determinati esami diagnostici, la pratica quotidiana porterà lo stesso medico a non fare prevenzione e a minimizzare le patologie in essere. Un delirio, che cozza profondamente con la professione medica, con il giuramento di Ippocrate, rivisitato e aggiornato nel 2013, e con lo scopo primario di qualsiasi medico: curare e prevenire le malattie.

Esempio: se attraverso il controllo annuale del Colesterolo, un cittadino che presenti una sindrome metabolica, può monitorare il suo stato di salute così da tentare di prevenire un attacco cardiaco, con la messa in atto delle restrizioni nelle analisi cliniche, questo genere di controllo sarà negato dal servizio sanitario nazionale, dal momento che, con le nuove disposizioni, i controlli di questo genere quando vengono fatti non in presenza di una patologia grave accertata, potranno essere riprogrammati dopo cinque anni.

Ma nel lasso di tempo di cinque anni, cambiano un milione di cose nella vita e nell’organismo di un individuo: l’antico criterio per cui “prevenire è meglio che curare” in tal modo, viene del tutto distrutto.

Non di meno, esami diagnostici come la Tac o la Risonanza magnetica, mettono in grado i medici specialisti, di vedere – letteralmente – dentro i nostri organi, e si sa come sia importante, specialmente per ciò che riguarda la medicina preventiva nel caso dei tumori, accorgersi immediatamente che c’è un’ombra sospetta in uno degli organi del corpo umano.

Alla Lorenzin, in queste ore, fanno dire – quando intervistata – che questo decreto aiuterà moltissimo a sfoltire le lunghissime liste di attesa che oggi sono lo spauracchio di ogni onesto cittadino che debba accedere alla diagnostica attraverso il SSN. Ma non è questo il punto: le liste di attesa enormi, sono semmai il termometro di un sistema sanitario che, da tempo, vuole portare i cittadini a rivolgersi privatamente, e quindi a pagamento, agli esami diagnostici.

E se è pur vero che, con queste assurde limitazioni il Governo risparmierà circa 13 miliardi di euro, preferiamo tutti, ma proprio tutti, che semmai questi risparmi derivino da tagli agli sprechi, all’appropriazione di finanziamenti dedicati alla sanità, alle spese pazze e sregolate che ogni regione mette a bilancio ogni anno alla voce “Sanità”.

In ultimo, ma non per finire: la promessa ventilata da Renzi di togliere l’imposta sulla prima casa, è semmai sostenuta dai proventi derivanti da questi ulteriori tagli al Sistema Sanitario Nazionale.

Siamo proprio sicuri che preferiamo non pagare l’IMU sulla prima casa e perdere, del tutto, il diritto alla salute e alla vita? Pensateci…

Chiudo regalandovi un documento poco diffuso: la Carta dei diritti del malato. Unita all’art. 32 della nostra Costituzione, è stata di fatto data alle fiamme. E con questo falò, viene bruciato il rispetto dei cittadini, che ancor oggi aspettano che siano altri a curarsi dei loro diritti. Nemmeno quando vengono negate - di fatto - la salute e la vita, c’è un sussulto popolare che porti alla liberazione collettiva di un sistema dittatoriale come quello che oggi, stiamo tutti subendo. Non ci sono parole da aggiungere…

 

Foto: 401 (k) 2012/flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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