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Romania: Luci e ombre nei rapporti con l’Italia

Il Ministro degli Esteri Italiano Frattini però avverte: “Non dobbiamo essere noi a rassicurare Bucarest ma deve essere la Romania a rassicurare gli Italiani. Diaconescu però intende rassicurare i moltissimi romeni onesti che vivono nella penisola ed afferma: “Bucarest non vi lascerà soli”, mentre l’Ambasciata inaugura un numero verde anti-xenofobia.", 

“Sento che tutto tranne la vostra personale cortesia è contro la Nazione che rappresento”. Così iniziò, al cospetto dei capi di governo delle potenze vincitrici, il discorso di Alcide De Gasperi alla conferenza di pace successiva alla fine della seconda guerra mondiale. Lo stesso pensiero del grande statista democristiano italiano lo avrà senz’altro avuto il Ministro degli Esteri romeno Cristian Diaconescu, spedito a Roma dal suo capo di governo Emil Boc nel tentativo di ricucire i rapporti tra le due Nazioni, quasi irrimediabilmente compromessi dopo i gravi episodi di violenza commessi, sopratutto nella capitale, da delinquenti provenienti da Bucarest. Era stata una visita del tutto informale, neanche il sito ufficiale della Farnesina riportava l’appuntamento, che non ha certo avuto la dignità dell’incontro ufficiale che tra due giorni il capo della diplomazia Italiana ha avuto con il suo omologo bulgaro che ha accompagnato il Presidente Georgi Paranov, in udienza al Quirinale. L’incontro tra Frattini e Diaconescu é avvenuto al ritorno dei due dal vertice che ha visto impegnati a Bruxelles i Ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione europea. Frattini e Diaconescu hanno viaggiato sullo stesso aereo e, dopo il breve colloquio personale, hanno tenuto prima una conferenza stampa congiunta e poi hanno affrontato una cena di lavoro con altri parlamentari Italiani sia di maggioranza che di minoranza nel corso della quale è stato affrontato il nodo dei rapporti economici tra Italia e Romania, invero mai nel passato positivi come oggi, che nelle intenzioni di entrambe le parti potrevano essere ulteriormente sviluppati. Frattini aveva comunque già avvertito il collega romeno che non era compito dell’Italia rassicurare la Romania, ma era solamente Bucarest a dover fornire a tutto il popolo Italiano precise ed indefettibili garanzie sulla lotta alla criminalità proveniente dal paese danubiano, che ormai da più di un anno terrorizza a tal punto gli Italiani, e specialmente i Laziali, da orientarne anche le opinioni politiche. Da parte sua invece Diaconescu, che poco tempo fa aveva accusato di xenofobia alcuni ministri del governo Berlusconi, intendeva strappare al collega di Roma precise garanzie sull’integrità fisica della numerosissima comunità romena, più di un milione di persone presenti nel nostro paese, fatta oggetto ultimamente di numerosi attentati di chiara matrice razzista. Dai presupposti sembra dunque essere destinato a rimanere, quello tra Frattini e Diaconescu, un dialogo tra sordi ma la speranza è l’ultima a morire. Frattini chiedeva al Ministro danubiano di riprendersi i suoi criminali, ma la linea di Bucarest, in materia, era stata chiara e lineare: “Siamo pronti a riprenderci tutti i Romeni condannati in via definitiva, non quelli per i quali non si è ancora concluso l’iter processuale. Se i tempi della vostra giustizia sono insopportabilmente lenti e da voi non c’è la certezza della pena la colpa non è di Bucarest”, concludeva lapalissiano Diaconescu. L’incontro comunque una sua importanza ce l’ha avuta: finalmente si incontrarono, dopo più di sei mesi, in un vertice bilaterale i capi delle due diplomazie. A dire il vero dall’anno precedente all’ingresso della Romania nell’Unione i rapporti istituzionali tra Roma e Bucarest si erano un po’ raffreddati. Il ministro degli esteri D’Alema, governo Prodi, mai si recò, durante l’espletamento del mandato, nella capitale della Nazione danubiana e lo stesso è valso per gli uomini del governo Romeno che hanno visitato Roma solamente dopo la dolorosa uccisione della signora Reggiani. Italia e Romania erroneamente, avevano forse pensato che l’ingresso di Bucarest nell’Unione Europea avrebbe di colpo risolto tutti i gravi problemi sociali di quest’ultima Nazione, probabilmente la più povera dell’Unione europea. Fu un errore esiziale, come sarebbe potuto essere un errore di pari portata, isolare la Romania e condannare tutta la comunità Romena presente in Italia in nome della sicurezza degli Italiani. Diaconescu era venuto a Roma con il chiaro intento di dimostrare tutta la propria solidarietà ai romeni residenti nella capitale, ultimamente fatti oggetto di vergognosi attacchi razzisti e a far sentire loro la solidarietà del governo di Bucarest. Per facilitare il rapporto diretto con i propri concittadini, intanto, l’Ambasciata di Romania in Italia aveva attivato un numero verde anti- xenofobia.

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