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Roma: ancora sgomberi illegali di rom e sinti

Riprende, dopo il freddo, il piano sgomberi di Roma Capitale. L'Associazione 21 luglio prepara il lancio di un appello nazionale contro gli sgomberi dei rom e sinti a Roma. Hanno già aderito, come primi firmatari, intellettuali, scienziati e artisti.

Nei giorni scorsi il Comune di Roma ha ripreso il piano degli sgomberi che ha coinvolto le comunità rom e sinte della capitale. Si tratta della prima importante azione successiva alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato la «illeggittimità» dello stato di emergenza riferito alla presenza degli «insediamenti di comunità nomadi».

Venerdi 24 febbraio le forze di polizia hanno proceduto allo sgombero di un insediamento informale in zona Laurentina – Acqua Acetosa Ostiense e alla distruzione di alcune abitazioni abitate da famiglie rom in zona Tor Sapienza. Lunedi 27 febbraio sono state abbattute una dozzina di baracche vicino all'insediamento di via del Baiardo e circa 60 persone tra cui donne e bambini sono state allontanate. Il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale, Fabrizio Santori le ha definite «presenze invadenti e sgradevoli». Prosegue anche oggi la distruzione delle abitazioni in prossimità di via del Baiardo.

L'Associazione 21 luglio ha più volte segnalato come le azioni di sgombero condotte dalle autorità romane fossero svolte in maniera illegale e senza rispettare quanto stabilito da norme e convenzioni internazionali. Recentemente autorevoli voci hanno denunciato le gravi violazioni riscontrate in Italia.

Nel gennaio 2012, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali ha constatato come la situazione dell'Italia non è conforme all'articolo 31 (Diritto all’alloggio) della Carta Sociale Europea. Per il Comitato infatti «le misure prese dalle autorità pubbliche [ndr. italiane] per migliorare le condizioni di abitative particolarmente precarie per la maggior parte dei Rom in Italia sono inadeguate», «le iniziative intraprese per ridurre il numero dei senza-fissa dimora sono insufficienti» e «le operazioni di polizia negli insediamenti rom e sinti non sono state condotte nel rispetto della dignità delle persone e i soggetti responsabili della distruzione degli oggetti personali (...) non sono stati sempre oggetto di inchieste ne, una volta identificati, sono stati condannati per le loro azioni».

Anche la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), in un rapporto pubblicato il 21 febbraio 2012, ha esortato «le autorità italiane a garantire a tutti i rom che possono essere sgomberati dalle loro abitazioni il rispetto di tutte le garanzie previste dal diritto internazionale in materia» sottolineando «che le persone interessate devono essere avvertite preventivamente di ogni progetto di espulsione dalle loro abitazioni e devono godere di una protezione giuridica adeguata, né devono essere espulse dalle loro abitazioni senza che sia offerta loro la possibilità di essere rialloggiate in abitazioni decenti».

L'Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per le azioni che l'amministrazione comunale sta attuando negli ultimi due anni allontanando, in più di 400 sgomberi forzati e con un altissimo costo economico (più di 6 milioni di euro), le comunità rom dagli insediamenti informali con il fine esclusivo di spostarle da una parte all'altra della città fino al successivo, inutile, inefficace e illegale sgombero.

Per questa ragione l'Associazione 21 luglio, domenica 4 marzo alle ore 18,00, presso il teatro Valle Occupato di Roma, lancerà un appello nazionale: "Il diritto all'alloggio non si sgombera". All'appello, come primi firmatari, hanno già aderito intellettuali italiani, scienziati e artisti riconosciuti e apprezzati per il loro impegno sociale. L'appello promuove una mobilitazione della società civile italiana contro le azioni che il Comune di Roma, violando i più elementari diritti umani e incurante delle raccomandazioni europee, sta pianificando da tempo contro le comunità rom e sinte.

Foto di Alessandra Quadri

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