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Roma. La discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, è al collasso

Comune di Roma, XVI Municipio quartiere Malagrotta, oltre alla discarica più grande d’Europa e al futuro gassificatore ci sono: un inceneritore per i rifiuti ospedalieri, una raffineria e quattro impianti per lo stoccaggio dei carburanti. Tutte strutture che secondo la legge Seveso del 1999 vanno monitorate. Il gassificatore di Roma, che è ancora sotto collaudo e sembra sia finito sotto l’occhio della magistratura, è costato all’imprenditore proprietario del terreno circa 350 milioni di euro, la metà della spesa, sembra essere stata recuperata con il contributo dello stato sul Cip6 e smaltirà fino a 500 tonnellate di combustibile da rifiuti al giorno e genererà energia per 36 megawatt che verranno venduti sul mercato. Praticamente la sua lungimiranza ha pagato tre volte.

La poca lungimiranza, la miopia permanente che contraddistingue i politici italiani e il modo superficiale con cui affrontano le emergenze, porta alla situazione in cui versa la Capitale e l’Italia. Circa 30 anni fa si presentò, alle allora dirigenze, il problema di rintracciare un’area per smaltire i rifiuti urbani prodotti nella capitale, che cresceva demograficamente sempre di più e nella Provincia, anch’essa in crescita, e, a tal fine, si rivolsero ad un imprenditore, lungimirante, per avere in locazione i circa 240 ettari di terreno, per allestire una discarica.

I politici di allora, come i politici di oggi, si dimostrano lungimiranti solo quando si tratta di curare i loro profitti ma lo sono poco quando si tratta di salvaguardare la collettività, la salute pubblica, nonché le tasche dei contribuenti, che si trovano a pagare tasse sempre più alte a fronte di servizi di cattiva qualità. 
 

L’ imprenditore aveva, nella zona di Malagrotta, circa 240 ettari di terreno che mise a disposizione degli amministratori della Regione Lazio, del Comune di Roma e della Provincia, con un guadagno non quantificabile come si può evincere dalla trasmissione Reporter in onda su rai tre
 
In questa montagna, tutt’oggi, ci finiscono i rifiuti di Roma, Ciampino, Fiumicino e della Città del Vaticano, ogni giorno vengono scaricate tra le 4500 e le 5000 tonnellate di rifiuti urbani, inoltre, ci sono: un inceneritore per i rifiuti ospedalieri, oltre a circa 330 tonnellate di fanghi e scarti di discarica prodotti ogni anno, in più vengono smaltiti anche i rifiuti speciali degli aeroporti di Ciampino e Fiumicino.

Senza un vero programma di smaltimento e con la raccolta differenziata, tanto di tendenza nel momento delle elezioni, che avanza a ritmi del tutto insufficienti rispetto alla produzione giornaliera di rifiuti, nel tempo, quello dei rifiuti, è divenuto un problema spinoso per tutti gli amministratori che si sono succeduti al Comune, alla Provincia e alla Regione tanto che, ad un certo punto, si è pensato di risolvere il problema con il commissariamento della gestione. Dopo  9 anni di commissariamento straordinario, in realtà, la situazione non è migliorata affatto.
 
Sembra che l’unica soluzione da adottare sia quella di continuare a nascondere le tonnellate di rifiuti sotto un tappeto di terra, proprio come fanno le collaboratrici domestiche quando non hanno tempo sufficiente per fare le pulizie per cui sono pagate, con una differenza, da non trascurare, che queste persone lavorano per circa 10euro l’ora e questo può accadere per una volta, se il datore di lavoro si accorge della birichinata, rischiano il posto di lavoro.
 
Mentre invece, i politici con il loro modo superficiale di gestire la cosa pubblica, contribuiscono ad avvelenare e portare alla morte i cittadini. E per questo modo sconsiderato di fare politica percepiscono compensi stratosferici e nessuno li manda via, anzi se qualche volta l’elettore prova a non riconfermarli, loro, i politici hanno sempre posti di rilievo riservati ai trombati di turno con la conseguenza che questo diventi un male incurabile difficile da sdrucire.
 
In questa storia di mal governo, non possiamo salvare nessuno degli schieramenti, in quanto in trent’anni, la Regione, la Provincia e il Comune di Roma sono stati governati da tutti gli schieramenti e coalizioni politiche immaginabili, e in questa sconveniente situazione le responsabilità devono essere attribuite a tutti i politici, che, oggi riciclati, tornano ad essere casti e continuano a raccontare che la situazione di degrado l’hanno ereditata e per risolverla bisogna Commissariare.
 
I Cittadini del XVI municipio si trovano, ancora una volta, a dover difendere il loro territorio e la salute pubblica da un altro scempio: la realizzazione, nel sito di Malagrotta, del nuovo gassificatore, essendo presenti nella zona la discarica, la Raffineria ed altri insediamenti industriali di notevole impatto ambientale, come si evince dal video realizzato dal Comitato Ambientale Territoriale di Roma.

 
Dopo questa desolata storia di mal governo, come pensano i politici di uscire incontaminati e senza colpe? A Napoli le responsabilità sono state attribuite alla malavita organizzata, a Roma a chi verrà attribuita la responsabilità?
 
Sicuramente ai cittadini che producono troppi rifiuti e non effettuano correttamente la raccolta differenziata!!
 
La speculazione sui rifiuti è una realtà che non può essere negata come dimostra la trasmissione sempre Report.
 
L’Unione europea aveva emanato nel 1999 una direttiva in base alla quale, nelle discariche avrebbero potuto essere smaltiti solo rifiuti pretrattati, cioè quelli scartati dalla raccolta differenziata.
 
Ma in Italia, la politica arriva sempre anni luce dopo, loro, i politici devono discutere e trovare sempre la soluzione migliore per accontentare gli amici di sempre. La direttiva Ue, infatti, viene trasformata in decreto legge nel 2003 e dopo ancora discussioni e spartizioni, viene finalmente applicata nel 2005. E in ogni modo fino al 2008 le discariche italiane, in barba all’Unione Europea, hanno continuato a smaltire rifiuti indifferenziati grazie al meccanismo delle proroghe.
 
La discarica di Malagrotta è in proroga dal 2005, avrebbe dovuto chiudere il 31 dicembre 2007 in forza della normativa europea che vieta di conferire in discarica rifiuti non lavorati: ciò nonostante il Governo ha autorizzato l’apertura della discarica fino al dicembre 2008. Anche se il Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti del Lazio, il 25 luglio 2007, aveva prorogato l’apertura della discarica fino a maggio 2008, questa non smetterà di funzionare nemmeno al 31 dicembre 2009 visto che ad oggi non si sono trovati siti idonei per smaltire i rifiuti della Capitale e della Provincia.
 
Si parla di siti alternativi a Malagrotta, ma lo si fa molto sommessamente, per non allarmare i territori e le comunità eventualmente interessate, si prevede che al suo posto, venga individuata un’altra discarica, sembra, sempre di proprietà dell’imprenditore di Malagrotta e la storia continua all’infinito, anche perché, va detto, la discarica dovrebbe essere una soluzione temporanea ma con i politici del bel paese la temporaneità ha una durata eterna.


Con tutto ciò, le soluzioni potrebbero essere tante: come l’impianto di (Riciclo di Vedelago), che ricicla circa il 99% dei rifiuti; o il Thor, che invece dalla spazzatura ricava: circa 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate di materiale ferroso e non, una tonnellata di inerti e tutto il prodotto esce sterilizzato.
Ma queste soluzioni sensate ai politici del bel paese abituati alle opere faraoniche fino a che punto li prenderanno in considerazione?

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