Rischio chiusura per La Padania?

Il quotidiano leghista La Padania è ancora in agitazione. I 24 giornalisti, più quattro in cassa integrazione e due in aspettativa, avevano tolto, nei giorni scorsi, la propria firma dagli articoli cercando così di spronare direttore e proprietà, l’Editoriale Nord, ad attivarsi per salvare il quotidiano, i cui conti terribilmente in rosso ne stanno minacciando la sopravvivenza. Leonardo Bollani, colui a capo della testata, ha presentato a Federico Bricolo, capogruppo Lega al Senato e patron della società editrice, un lucido piano editoriale, che contenesse i costi e contemporaneamente rilanciasse il giornale.

La Padania, secondo l’analisi, avrebbe dovuto sdoppiarsi in due, mantenendo sì una versione cartacea ma snellissima, di sole 4 pagine sul modello de Il Foglio e stampata su carta verde chiaro, e puntando maggiormente sulla versione online, spazio web ideale per le news dai territori e l’interattività con i lettori. Questo piano, secondo quanto riporta Marco Cremonesi sul Corriere della Sera, avrebbe mantenuto l’attuale organico redazionale e permesso di risparmiare parecchio sui costi di carta e distribuzione.

Peccato che al direttore generale Pier Luigi Arnera questa bozza salvifica non sia affatto piaciuta, perché ai piani alti le idee sono abbastanza chiare: taglio dei posti di lavoro e chiusura della Padania cartacea con il web come unico presidio (gestito da una manciata di giornalisti). L’unico ostacolo all’attuazione di questa soluzione potrebbe essere Umberto Bossi, non si sa quanto felice dell’idea di perdere il quotidiano stampato. Ma i conti drammatici della testata, che ha bruciato 12mila euro al giorno di contributi statali, potrebbero agilmente scavalcare rimorsi di tenerezza: