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“Risanare” la scuola

La notizia: gli oltre 5.000 insegnanti inidonei (per motivi di salute nda) hanno 30 giorni dalla data di conversione in legge del decreto (quello che deve passare ora al vaglio delle Camere nda) per chiedere di divenire assistenti tecnici o amministrativi nella provincia di appartenenza. E se non si fa domanda o se in provincia non ci sono posti, mobilità forzata anche in altra regione o verso altri comparti.

Niente ruolo, anzi licenziamento di massa degli assistenti tecnici e amministrativi precari: se la quasi totalità dei docenti inidonei assumerà ruoli di assistenti tecnici o amministrativi spariranno i posti disponibili per le immissioni in ruolo e molti di quelli per gli incarichi e migliaia di precari saranno licenziati

C'è stato chi ha pensato di risolvere il problema alla radice, gettando i bambini che apparivano gracili, malati o deformi giù dalla rupe (anche se ricerche attuali smentiscono questa pratica orrenda). Da quel che si sa quelle società, purificate da individui deboli perché deformi o ammalati, non hanno lasciato molto in eredità all'evoluzione della specie umana.

C'è stato, parecchi secoli dopo, chi ha cercato di ripulire la razza, eliminando con rigore scientifico, tutti i diversi e quindi anche i disabili, i deboli, gli ammalati. Neppure loro sono riusciti nell'intento.

E dunque la triste realtà per tutti è che i deboli, gli svantaggiati, gli ammalati nella società, in qualunque società esistono, semplicemente ci sono: nascono, vivono, muoiono come tutti. Qualcuno si ammala lungo la via, anzi, quasi tutti si ammalano prima o poi. La condizione umana è dunque quella di essere sia forte che debole, sia sana che ammalata, sia giovane che vecchia.

Infatti qualcuno, chissà chi e quando, si è accorto che una società “mista”, non cioè purificata, è più forte, più coesa, più ricca di emozioni, suggestioni, cultura, è più progredita. Qualcuno avrà accudito un malato, un debole, un deforme, l'avrà fatto per amore o per solidarietà, non l'avrà spinto giù dalla rupe.

Da quel gesto in un crescere di civiltà, si è arrivati agli stati che si assumono l'onere e la soddisfazione di tutelare i deboli. Gli stati, i governi civili fanno così: innescano un sistema di solidarietà che non umili, non emargini, non penalizzi i soggetti deboli. Ma piuttosto usi le loro energie, la loro sensibilità più ricca e varia, la loro visione del mondo per migliorare la società, lo stato, la vita di tutti.

Il governo Berlusconi civile non è, duole dirlo, ma è indispensabile dirlo a gran voce, urlarlo a tutti perché tutti prima o poi si può divenire soggetti deboli: ammalarsi, invecchiare...

Il governo Berlusconi pecca dell'elementare senso di civiltà (e anche cristiano, nonostante tale si professi per gli embrioni e i moribondi), per dimostrarlo farò due esempi, entrambi legati alla scuola, dove il discrimine per gli svantaggiati è divenuto insostenibile e vergognoso.

Il primo tema riguarda bambini e ragazzi disabili. Il governo sta tentando di scaricare la loro cura ed educazione ad agenzie private (probabilmente pagate dalle famiglie), inoltre ha tagliato le risorse per il sostegno lasciando nell'incuria i ragazzi malati e nella solitudine le famiglie.

Il secondo riguarda i docenti e i precari, come si legge dalla notizia riportata all'inizio. In sostanza questo governo per risparmiare non taglia le spese della casta (politica e finanziaria), ma si accanisce sui più deboli: ammalati, donne, precari e giovani.

I docenti inidonei sono spesso donne, in un'età anche delicata intorno ai 50 anni, hanno lavorato tanto nella scuola e per motivi legati spesso all'insegnamento si sono ammalati. Ora stanno nella scuola senza entrare in classe, ma il loro lavoro è prezioso perché si occupano delle biblioteche, dei laboratori informatici, di progetti che i docenti “sani” non riescono più a seguire. Invece di aiutare queste persone, di recuperarle ove possibile alla salute e usare le loro capacità acquisite nel corso degli anni, il governo Berlusconi che fa? Decide di costringere i docenti a divenire applicati di segreteria nelle scuole o impiegati in altro ente e non basta, i docenti possono essere mandati vicino a casa, ma anche in provincia o in regione o se necessario in altra regione. Mandare persona di una certa età e malata a lavorare lontano da casa non è come buttarla giù dalla rupe? É civiltà questa?

E dunque donne e malate discriminate. Ma non basta, se i docenti inidonei passeranno a occupare i posti del personale di segreteria, quante persone staranno a casa? Un'ulteriore massa di precari.

Così avremo:

docenti più ammalati, segreterie meno efficienti, biblioteche e altre attività scomparse, più precari tra i giovani e azioni incivili e anticostituzionali.

Che risparmio è, signori ministri? I docenti inidonei hanno 30 giorni di tempo dall'entrata in vigore della legge per decidere della loro vita, i tagli alla politica sono stati rimandati a fine legislatura.

Signori ministri, state scherzando?

I docenti inidonei comunque non stanno con le mani in mano, altre forze (sindacali e giuridiche), altri politici più civili li aiuteranno a combattere l'ennesima battaglia che freni il preteso diritto della supremazia del forte sul debole. Ora basta, la nostra lotta ricordate è per tutti!

Per maggiori informazioni: Orizzonte scuola

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.106) 11 luglio 2011 12:03

    Salve, Maria Rosa, come va? Suggerisco la proposta che sia molto bene per una vittoria fnale di noi docenti inseriti in altre attività per motivi di "Burn-Out" e affini, che essi sviluppino, riapprendano e applichino a se stessi lo spirito e le tecniche nonviolente di massa elaborate da M.K. Gandhi, il dr. Martin Luther King e, in Italia, il "Movimento nonvilento per la Pace" del prof. perugino Aldo Capitini e da don Lorenzo Milani e la sua Scuola di Barbiana che conta ormai da anni vari seguaci in tutt’Italia e fuori (cfr. Internet, "Fondazione don Milani", nata alcuni anni fa per far conoscere le opere e le attività del Priore e della sua famosa scuola popolare di estrazione proletaria di emarginat sociali). Inoltre suggerisco di potenziare (per chi l’avesse già fatto negli anni scorsi) o di evidenziare (per chi non l’avesse fatto abbastanza) una programmazione del proprio lavoro di bibliotecario e simili, affinchè risalti ancora meglio la propria personalità di "docente", anche se messo ai margini della scuola con la estromissione giuridica dal "ruolo".Ad esempio nella loro scuola di appartenenza potrebbero essere sviluppati temi applicativi, per la didattica dei docenti, ispirata alla nonviolenza attiva e all’analisi della Scuola di Barbiana, approfndita e riformulata in termini sempre coerenti rispetto alle origini oggi da quegli ex giovani studenti di Barbiana oggi sessantenni ma sempre sulla "barricata" milaniana; li si potrebbe contattare utilmente per ricevere consigli e aiuti socio-cultutrali. Cordiali saluti ded auguri di buon lavoro da Franco Mascolo bibliotecario ITSOS "Curie" in Cernusco sul Naviglio (Milano) 

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.234) 13 luglio 2011 18:05

    Gentile collega, Lei cosa farebbe? Come sistemerebbe gli insegnanti inidonei? Le biblioteche sono in numero limitato ed il lavoro amministrativo mi sembra l’unica soluzone.
    Lo stipendio, se non ho capito male, resta invariato. Cosa comporta uscire dal ruolo?
    La ringrazio in anticipo per le informazioni che vorrà darmi. Cordiali saluti. Porcu Silvana.

    • Di (---.---.---.40) 13 luglio 2011 18:17

      Tutti gli insegnanti inidonei di cui sono a conoscenza fanno qualcosa di utile: chi in biblioteca, chi nei laboratori, chi su progetti di cui ormai i docenti curriculari non riescono a occuparsi. Il mio caso ad esempio è questo, sto lavorando alla catalogazione anche on line di una biblioteca scolastica di circa 16000 volumi, se passerò in segreteria nessuno farà questo lavoro e i libri resteranno lì. A meno che la scuola paghi qualcuno per fare un lavoro che io facevo gratis. Gli stipendi non vengono rivalutati quindi di fatto saremo penalizzati e tenderanno a portarli al livello ATA che giuridicamente è livello inferiore alla laurea: coems eun medico diventasse infermiere. Dunque penalizzazione su tutti i fronti. Mi chiedo se è così che una società che si dice civile debba trattare le persone malate, magari per cause di servizio. Risponda lei a questa domanda: le pare giusto? Grazie. Maria Rosa Pantè

  • Di Porcu Silvana (---.---.---.227) 17 luglio 2011 20:36

    Non so come viene affrontato questo problema negli altri posti di lavoro. Comincerò a lavorare dal 22 agosto e mi occuperò dei laboratori e dei progetti. La biblioteca è già gestita da un’altra insegnante che ha vuto il cambiamento di mansione per motivi di salute.
    Ho avuto un cambiamento di mansione temporaneo (14 mesi) e spero di riuscire a tornare ad insegnare se la terapia me lo consentirà. Cordiali saluti. Porcu Silvana.

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