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 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Una pista da sci in salotto: ad Alagna Valsesia

Una pista da sci in salotto: ad Alagna Valsesia

Lo definiscono, il milanese. Mio padre devono averlo chiamato il terrone. Questo mi colpisce e molto mi inquieta. Questo. Il milanese in questione è Alessandro Sbragia, per la cronaca mio padre era siciliano, appuntato scelto dell'Arma dei Carabinieri a Borgosesia.

Alessandro Sbragia, con la moglie Anna, sono di Milano, già, proprio così. E hanno il coraggio di dichiararlo. Ma dirò di più hanno anche il coraggio di vivere in Valsesia e non nella bassa Valsesia, no. Nel cuore della Valle, ad Alagna, anzi nell'intimo del cuore, in una antica frazione walser: Piane.

Ma la loro colpa, essere milanesi che, da dieci anni, vivono in Valsesia è aggravata dal fatto che si guardano attorno, pensano con la loro testa e scrivono, parlano, denunciano.

Eh, no, gente questo non si fa.

Se vivi in un paese non tuo devi chiedere financo il permesso per respirare, figurati se puoi anche parlare. Alla famiglia Sbragia hanno già fatto capire che forse parla troppo e di cose di cui si deve tacere.

Nulla è stato provato, ma molto probabilmente il fatto che Sbragia sia animatore del Comitato “Noi Walser” e che denunci gli abusi edilizi, gli eco mostri progettati e in parte costruiti nello splendido paesaggio alpino di Alagna e Riva Valdobbia, gli è valso l'incendio doloso dell'auto, giusto un anno fa.

Ma, ahimè, con incredibile cocciutaggine, proprio da milanese, Alessandro Sbragia, validamente aiutato dalla moglie, non si è fermato. Ora mi direte, ma è solo? No, vi rispondo io. Non è solo, c'è un Comitato, ci sono simpatizzanti, tra cui io, il mio compagno e molti amici. Ma purtroppo prevale la paura di esporsi. A lui hanno bruciato l'auto, a me se parlo che faranno? Mi rovinano l'impresa? Mi danneggiano l'attività? Mi licenziano? Non mi salutano più? Mi insultano sui giornali? Mi isolano? Insomma non tutti hanno strumenti per dire quello che pensano, non tutti hanno la possibilità di dirlo perché c'è timore. Questo il quadro.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'infinita pazienza valsesiana è stata, però, l'occupazione di una pista da sci da parte di Alessandro Sbragia, avvenuta giovedì 3 gennaio 2013.

Si potrà dire che è impazzito. Certo, potrebbe essere dato che da anni nei mesi invernali una pista da sci gli scorre a pochi metri da casa. Pochi metri, l'ho visto io. Esci sul balcone della tua casa walser (bellissima, antica, un museo) e puoi fare lo sgambetto a un sciatore sempre che la sua velocità non ti tranci una gamba e gli spruzzi di ghiaccio non ti accechino. Una pista da sci che danno può fare vicino a casa? Vi assicuro che fa impressione e io non ho provato le meravigliose sensazioni acustiche. Una pista da sci va preparata, con macchinari che sparano la neve artificiale, con gatti delle nevi (cioè dei mezzi cingolati) che battono la pista sia di giorno che di notte.

Certo io non abito lì, ci abitano loro, che mi interessa? Mi interessa invece, aldilà del fatto che sono un essere umano e mi interessa quello che è salute e benessere di tutti (sono una stupida, lo so), aldilà del fatto che sono miei amici a soffrire, mi interessa per me, egoisticamente per me, perché dove c'è un abuso poi ce ne saranno sempre di più e se passa il principio che il discorso economico vince su tutto potranno farmi (come già in parte fanno) qualsiasi cosa. I timpani rovinati, il sistema nervoso logorato da anni di disturbi notturni è il mio, cari lettori, è il vostro, è di tutti: milanesi e non.

Dalla sua Alessandro ha molti amici, ha membri del Comitato, ha le associazioni ambientaliste e anche la legge. Il TAR, il Consiglio di Stato hanno annullato il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Alagna Valsesia nella parte che riguarda Frazione Piane dando indicazione perché la frazione fosse considerata “area particolarmente protetta” con limiti quindi di immissioni sonore molto basse per garantire la tranquillità di tutti. Nonostante le indicazioni del Consiglio di Stato il Comune di Alagna non ha voluto rispettarle andando incontro alle esigenze della pista di sci di Monterosa 2000, società pubblica i cui maggiori azionisti sono Regione Piemonte, Comunità Montana. 

E qui ecco un'altra preoccupazione. Si possono ignorare le sentenze? Certo con escamotage di bravi avvocati, che paghiamo noi, sia chiaro perché la Monterosa 2000 è società, appunto, pubblica. Ci faranno vivere con rumori da martello pneumatico giorno e notte?

Vicenda terribile secondo me e terribilmente emblematica. Sovrano il dio denaro, denaro facile, immediato, insicuro, che non produrrà nulla; ministri la diffidenza verso il diverso (un milanese!) e la paura. Ora si teme per la sicurezza della famiglia Sbragia, vi pare logico? In Italia c'è anche questo e non nel profondo sud dei terroni, come me e mio padre, ma in Valsesia, nel mitico Nord.

Sono preoccupata e, se posso dirlo, anche un po' schifata, perché alla fine qui sono nata, sono valsesiana anch'io, ma ho la fortuna enorme di non giudicare nessun luogo meglio di un altro, per me la differenza sta nel grado di intelligenza e umanità presenti nelle persone. Ebbene sì ho anch'io la mia bella forma di discriminazione!

Per chi volesse contribuire alla lotta dei valsesiani per un turismo sostenibile e alla lotta degli esseri umani tutti contro la cementificazione selvaggia firmate qui:

http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2011N17845

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