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Riprogramma il tuo cervello

Aristotele: “Siamo ciò che facciamo ripetutamente. Pertanto, l’eccellenza non è un’azione, bensì un’abitudine.”

“Riprogramma il tuo cervello” è il titolo dell’ultimo videocorso della durata di otto ore di Joe Dispenza. Il cofanetto, edito dalla Macro Edizioni nel settembre del 2009, è composto da tre DVD e un libretto esplicativo e costa € 34,50. Questo libretto inizia riportando una frase di Aristotele: “Siamo ciò che facciamo ripetutamente. Pertanto, l’eccellenza non è un’azione, bensì un’abitudine”. Riprogrammare il cervello significa imparare a pensare meno meccanicamente e più consapevolmente per agire ed esistere con più scioltezza, sapendo individuare e interrompere le cattive abitudini. Non è facile perché un’abitudine radicata è avere privilegiato determinati circuiti neuronali e disattivarli costa un notevole sforzo di volontà. Dispenza ci spiega come. Gautama il Buddha diceva pure: “Siamo ciò che pensiamo, con i nostri pensieri formiamo il mondo.” E ancora il Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nella società.” Frasi che sottolineano l’influenza del pensiero sulla realtà.

Il dottore Joe Dispenza è medico e scienziato famoso in tutto il mondo. Ha conseguito pure il diploma di chiropratico alla Life University di Atlanta, Georgia (USA) e dopo il training universitario in biochimica, ha svolto la pratica e gli studi successivi alla laurea nei campi della neurologia, neurofisiologia e funzionamento del cervello e sul ruolo e la funzione che questo meraviglioso organo ha nella creazione della realtà, rendendo chiaro ed evidente il legame che intercorre tra i nostri pensieri e innanzitutto il nostro corpo, spiegando di conseguenza come guarire dalle malattie e quali straordinari potenziali di evoluzione possiede il nostro cervello. Egli ha uno studio di chiropratico a Rainier, nello stato di Washington (USA). 

L’autore e conferenziere americano in questo videocorso ci parla anche di mente cosmica, una mente universale ordinatrice all’interno della quale i nostri pensieri, comportandosi da onde elettromagnetiche, sono capaci di influenzarla e di determinare gli eventi a noi circostanti. La meccanica ondulatoria delle particelle ipotizzata dal francese de Broglie ed elaborata matematicamente con una famosa equazione dell’austriaco Schroedinger, dice che la particella di materia oltre che da corpuscolo si comporta anche come un’onda. In sostanza, oggi i fisici sostengono che la materia non è “continua” ma è composta da corpuscoli in movimento e tanto spazio vuoto, un vorticare di energia che crea la materia. Tutto questo ci fa capire come l’intero Universo e ciò che contiene, compresa la parte infinitesimale che siamo noi, sia un Tutto interconnesso di energia cosmica che si influenza a vicenda. Quindi, come si può pensare e agire senza tenere conto delle implicazioni presenti in questa intima interconnessione universale che si può definire Divina?

L’astronomo e fisico James Jeans dice: “L'universo comincia a sembrare più simile ad un grande pensiero che non a una grande macchina.” E’ capitato a tutti, credo, di pensare o sognare qualcosa e poi vederla paradossalmente accadere, lasciandoci molti dubbi circa la semplice coincidenza o causalità cosmica dell’evento. Fatto sta che ciò accade molto più spesso di quanto ci è dato di accorgerci. La concezione del vescovo George Berkeley, filosofo del secolo XVIII, secondo il quale “Esse est percipi”, “Esistere significa essere percepito”, è una concezione immateriale dell'universo, che in filosofia viene detta “empirismo idealistico”. Berkeley intendeva dire che: “L'esistenza di una qualsiasi entità in natura può essere solo testimoniata da una percezione cosciente, per cui tutta la realtà può essere ridotta ad atti di consapevolezza, ovvero a idee, senza che sia necessario che la materia esista oggettivamente.”

A sostegno di questa moderna concezione sulla interconnessione del Tutto è arrivata la meccanica quantistica, la nuova branca della fisica che esplora l’infinitamente piccolo, il livello subatomico ove le leggi della fisica classica sembrano non più funzionare. Al principio classico della determinabilità e misurabilità dei fenomeni fisici macroscopici, subentra quello della indeterminazione di quelli microscopici. Il principio di indeterminazione fu elaborato da Heisenberg nel 1927. Secondo questo principio, la particella nella sua “funzione d’onda” ripresa dalla meccanica ondulatoria, ad esempio dell’elettrone vorticante attorno al nucleo, è indeterminabile nella sua posizione esatta se si vuol conoscere la sua velocità e viceversa. Nell’infinitamente piccolo sono possibili solo misurazioni probabilistiche. Persino Einstein aveva difficoltà ad accettare simili paradossi, abituato alle certezze della fisica classica; eppure la meccanica quantistica, che definì incompleta, era nata in seguito alla sua famosa teoria della relatività. La sua frase: “Dio non gioca a dadi”,  evidenzia questa sua difficoltà a modificare un pensiero radicato e consolidato dall’esperienza, cioè a ritoccare i suoi percorsi neuronali formatisi nell’abbracciare i concetti delle fisica classica. Eppure è stato lo scienziato che più di ogni altro aveva pensato in una maniera del tutto singolare il funzionamento dell’universo.

Ma i paradossi non finiscono qui. Si è scoperto anche che la materia nell’infinitamente piccolo si comporta da corpuscolo o da onda a seconda se c’è un osservatore che appunto la osserva e tenta di misurarne i fenomeni. Oltre che paradossale ciò appare pazzesco! La più o meno rigidità del nostro cervello non ci permette di afferrare immediatamente la complessità di simile concetti, o meglio, la loro paradossalità, o insensatezza, illogicità rispetto a quello che conosciamo da sempre della realtà che ci circonda, rispetto a quello che sperimentiamo quotidianamente con i nostri sensi, di per sé fallibili e non sempre strumenti precisi nell’interpretare la realtà.

La maggiore implicazione filosofica della meccanica quantistica è che la realtà in parte è creata dall’osservatore cosciente, cioè, non si tratta più di una realtà totalmente oggettiva, totalmente indipendente da chi la vive e sperimenta, ma è in parte soggettiva e dipendente da chi la vive. Le implicazioni scientifiche ad oggi conosciute invece, che sappiamo che se usate bene possono contribuire a un maggior benessere dell’uomo, parlano di una riduzione dell’80 % dell’assorbimento dei raggi X; e addirittura di teletrasporto, limitato per ora soltanto alle particelle, data la loro proprietà di spostarsi da un punto all’altro in maniera quantica, cioè senza passare per lo spazio intermedio. Sappiamo pure però che la scienza in mano al potere sovente diventa distruttiva. Bisogna dunque sperare per il futuro che vadano al potere soltanto individui illuminati e sani interiormente e non gli attuali oscuri e loschi potenti, totalmente ignari del loro marcio mondo interiore che riflettono purtroppo sulla realtà di tutti in una misura direttamente proporzionale al loro potere. Più sono potenti e più diventano pericolosi per la società.

Così si capisce l’importanza dell’educazione nel formare individui sani, la quale dovrebbe usare tutte le conoscenze e gli strumenti scientifici per migliorare l’uomo nella sua interiorità, nella sua anima, compreso questo videocorso, e invece, ad esempio le scuole che sono le maggiori istituzioni educative, insistono nel formare principalmente l’alunno dal punto di vista intellettuale, e poco o niente da quello emotivo, quello interiore, quello che si occupa della sua anima. Questo tipo di educazione diviene ancora più importante alla luce del ruolo e della responsabilità di cui l’uomo inevitabilmente è chiamato a incaricarsi nei confronti della realtà e dell’ambiente in cui vive, molto più di ogni altro essere vivente, proprio per il dono che la natura gli ha fatto nel dotarlo di un evoluto e consapevole cervello che gli fornisce l’intelligenza e la consapevolezza necessarie per capire l’intima connessione che intercorre tra il cosmo infinito e ogni sua piccola e infinitesimale parte, obbligandolo perciò, per ricambiare il dono come segno di gratitudine, a spremere le sue meningi ed escogitare tutte le misure necessarie per salvaguardarla questa generosa natura, e non a lasciarlo atrofizzare e concepire di conseguenza la balordaggine necessaria per distruggerla.

Il dottor Dispenza in questo videocorso ci parla delle scoperte scientifiche più avanzate sulla neuroplasticità e neurorigidità del cervello umano. Egli definisce la neuroplasticità: “La capacità del nostro cervello di cambiare il proprio cablaggio sinaptico apprendendo nuove informazioni e registrando esperienze… e di mantenere uno stato modificato dell’essere”, e la neurorigidità: “L’uso delle sole connessioni sinaptiche pre-cablate (memorie) senza fare connessioni nuove,” che significa: “non apprendere mai dall’esperienza.” “La plasticità ci permette di evolvere le nostre azioni e di modificare il nostro comportamento in modo da avere una vita migliore. La rigidità significa elaborare gli stessi pensieri e svolgere le stesse azioni.”

Per questo le persone ripetono meccanicamente, abitudinariamente, privi di volontà come amebe, gli stessi pensieri e comportamenti per anni, spesso autolesivi o comunque negativi e contrari alla vita e perciò innaturali e apparentemente incomprensibili. Quante volte siamo costretti ad esclamare: “Ma com’è possibile che accadono certe cose! Eppure sembrava una persona ragionevole e tranquilla! Come può aver fatto una cosa simile!” Lo stesso vizio del fumo ad esempio, quanto è irrazionale! I fumatori stessi sanno quanto sia nocivo, ma imperterriti e scioccamente continuano a bruciare decine di sigarette al giorno. Il motivo dei molteplici gesti sconsiderati che l’uomo è capace di compiere risiede sempre nella sua scarsa consapevolezza e nell’abitudine a ripetere pensieri e comportamenti inculcati da un’educazione sbagliata, e per esteso innaturale e aliena al contesto cosmico. Introducendo consapevolezza e quindi intelligenza attraverso un’adeguata e naturale educazione, si possono spezzare le abitudini deleterie che sembrano tanto tenaci.

Il dottor Dispenza, infatti, dice che: “Imparare nuovi pensieri e nuove credenze significa rinnovare il cervello e farci evolvere dagli abituali comportamenti e dalle reazioni emotive dettate da modelli e schemi del passato.” Egli dice che con questo videocorso: “Apprenderemo a superare gli stati emozionali distruttivi come l’insicurezza, la mancanza di autostima e la rabbia. Per passare dal pensare all’agire e poi all’essere, in un processo di trasformazione graduale e rivoluzionario del cambiamento più grande: il nostro destino.”

Inoltre, la regola di Hebb dice: “Le cellule nervose che si attivano insieme si legano tra di loro. Le cellule nervose che non si attivano insieme, non si legano insieme.”  E il dottor Dispenza nel suo libretto afferma: “E’ la legge universale: ciò che non viene utilizzato va perso… Laddove c’è il maggior numero di neuroni cablati insieme c’è la maggior quantità di intelligenza, la maggiore capacità di apprendimento e il maggior immagazzinamento di memoria.”

Dunque, impariamo a utilizzare il nostro meraviglioso organo che è il cervello in tutte le sue altissime potenzialità, senza lasciarlo inaridire e atrofizzare dalla monotonia, dalla ripetitività quotidiana di pensieri e comportamenti negativi sempre identici a se stessi. La noia uccide il cervello.

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