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Referendum anti-porcellum: l’asse Maroni-Casini

Inaspettato successo della raccolta firme per il referendum che dovrebbe abrogare l'attuale legge elettorale. Oltre le più rosee aspettative, al punto che il Ministro Maroni, prendendo atto della volontà popolare, ha dato il proprio nulla osta; subito coadiuvato da Casini che dopo il referendum vorrebbe elezioni anticipate.

Grandi manovre nel centrodestra, l'asse appena formatosi tra Pierferdinando Casini e Roberto Maroni non sembra avere dubbi in merito: avanti con il referendum e poi al voto. Nella Lega sembra essere in atto una sorta di scissione. Bossi e il suo "delfino-trota" sono davvero impossibili da digerire, almeno per quella parte di elettorato leghista ancora in possesso di intelletto e buon senso. Inoltre la figura di Bossi risulta oramai troppo collusa con quella del Premier, quindi destinata a tramontare con il berlusconismo. A porre la pietra tombale su un certo modo di far politica, le recenti decisioni della Camera che hanno impedito alla giustizia di potere procedere contro gli onorevoli Milanesi e Romano.

Il berlusconismo sembra davvero alla fine, questo è un fatto innegabile. Un segnale forte è giunto qualche giorno addietro dal cardinale Bagnasco, che ha redarguito la politica, su come determinati comportamenti personali immorali non si addicano ad un uomo di Governo; con chiari riferimenti al presidente del Consiglio. La Chiesa di Roma, già in affanno a causa degli scandali sulla pedofilia, non poteva che prendere ufficialmente le distanze da Silvio Berlusconi. Ed è a questo punto che il ruolo di Casini diventa determinante, nel tentantivo di collocare i cattolici verso nuove geometrie politiche, che gli consentano di essere tutelati e al contempo non umiliati da un premier dedito a festini di dubbia morale.
 
Dal Pdl arrivano comunque, seppur tenui, ancora segnali di vita. La controproposta parte da Roberto Calderoli, nel tentativo di scongiurare il referendum contro l'attuale legge elettorale: attraverso un Porcellum con preferenze per poi dare il via ad una cosiddetta "legislatura costituente" che dovrebbe mettere in atto la riforma federalista, nell'estremo tentativo di recuperare credibilità almeno nel nord del Paese. Il centrosinistra appare scettico sulla possibilità di avviare una fase costituente con l'attuale maggioranza e Di Pietro, promotore del referendum anti-porcellum, si trova in perfetta sintonia sintonia con Maroni e Casini. In effetti l'attuale maggioranza non possiede più i requisiti minimi di credibilità per portare avanti eventuali riforme costituzionali collaborando con le opposizioni. L'unica via d'uscita è quindi il referendum che conduca ad elezioni nel più beve tempo possibile.

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